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La donna e la violenza etnica

E’ in atto una guerra fra civiltà

In questo periodo si parla e si legge molto sulla violenza contro le donne in Italia.
Nel 2006 e nel 2007 questo fenomeno era in aumento, nel 2008 si è avuta una flessione dell’8%, ma in questi primi mesi del 2009 si sono già verificati almeno 15 casi di stupri efferati e quindi una recrudescenza di questo orribile e grave reato.

Le statistiche parlano del 60% di violenze compiute da cittadini italiani, per lo più fra le mura domestiche. Il 40% è invece imputabile al fenomeno immigrazione, specialmente clandestina, di cui il 24% spetta ai soli rumeni: un dato veramente preoccupante.

Che fare?
Il Governo Berlusconi ha varato, nel febbraio scorso, un Decreto Legge che prevede l’ergastolo per chi uccide dopo lo stupro, l’arresto obbligatorio in flagranza per violenza sessuale e di gruppo, e il patrocinio gratuito per le vittime. Ma è sufficiente tutto questo ?

Nello stesso Decreto è stato introdotto per la prima volta in Italia, riconoscendolo come reato, lo "stalking", cioè l’atto persecutorio che si esprime con continue minacce, ingiurie e molestie di ogni genere. E’ un provvedimento di cui si sentiva la necessità e, in proposito, è singolare l’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal noto Avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini de Pace, che riferisce di avere presentato, una dozzina di anni fa, una quindicina di querele per conto di una donna molestata in continuazione dal marito. Secondo l’avvocato gli inquirenti non hanno dato alcun peso alle denunce, considerandole "più che altro una scocciatura", e si è verificato quello che più si temeva: il marito ha aggredito la donna dentro un portone e l’ha accoltellata !


L’importanza della Legge non si discute ed è comprovata anche dai quaranta arresti eseguiti nei soli venti giorni successivi alla data di entrata in vigore della stessa. Come non si discute la necessità di rigide misure restrittive e dei provvedimenti per la sicurezza del territorio, indispensabili per ridare fiducia ai cittadini.

Ma l’angoscia e la paura serpeggiano ancora fra la gente, nonostante la sorveglianza di militari, forze dell’ordine e "ronde" di volontari. Paura di uscire di casa, di attraversare di notte certe zone della città, di tornare a casa la sera dopo il lavoro.

Sono in numero sempre maggiore i cittadini non più disposti a tollerare gli atti di delinquenza da parte degli immigrati e qualcuno parla nuovamente di castrazione chimica o qualcosa di peggio. Nell’animo esasperato di questi cittadini, anche di quelli educati cristianamente all’accoglienza e alla solidarietà, si va insinuando, senza che nessuno se ne renda conto, una sottile e pericolosa forma di razzismo.

Ma una gran parte dell’opinione pubblica ha già individuato nel lassismo degli ultimi decenni, soprattutto nell’educazione dei giovani, nel relativismo culturale e nella banalizzazione della sfera sessuale, il male che affligge il nostro Paese. E’ nelle famiglie, nella scuola e nei luoghi di lavoro che bisogna avviare quella politica di prevenzione che sia in grado di cambiare radicalmente la mentalità attraverso l’educazione della non violenza e il culto del rispetto per il prossimo, senza differenze di colore, di etnia o di sesso.

E’ evidente che solo così si può vanificare quella "guerra fra civiltà" che molti sospettano sia la naturale conseguenza del fenomeno migratorio dei nostri tempi. Tutto ciò in barba al celebre verso di Kipling: "Oriente è Oriente, Occidente è Occidente, e mai i due si incontreranno".

Non dobbiamo dimenticare che, pur tra le mille difficoltà che condizionano le relazioni fra le due civiltà, gli scambi intellettuali e materiali fra di esse, hanno dato, in molte occasioni, straordinari esempi di fioritura culturale.

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