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L’ultima tentazione di Silvio. Affondare portandosi dietro Napolitano

L'ultima tentazione di Silvio. Affondare portandosi dietro Napolitano

Facciamoci due conti due, di quelli della serva. Il premier ieri ha fatto chiaramente capire che aspettandosi una bocciatura da parte della Corte costituzionale del testo sulle intercettazioni (la legge bavaglio), si aspetta comunque che il presidente della Repubblica firmi comunque il Ddl dopo l’approvazione alla Camera che con ogni probabilità sarà ottenuta ricorrendo al voto di fiducia.
 
Questo sorta di “chiamata in correo” di Berlusconi nei confronti di Napolitano ci racconta tutt’altra storia da quella della battaglia sul Ddl intercettazioni. Che, aprendo una parentesi, sta di fatto immobilizzando governo, politica e parlamento in uno scontro assurdo mentre ci dovremmo affrettare a affrontare la situazione economica e finanziaria e le tensioni sociali che stanno esplodendo in tutto il Paese. L’altra è storia che si intuisce dalle ultime mosse di Berlusconi è lo smantellamento del peso intollerabile di una Costituzione che lui non accetta, non sopporta, sulla quale ha giurato senza conoscerla e soprattutto rispettarla.
 
Quello che lascia sconcertati è la passività del Presidente a questo continuo martellamento alla sua figura istituzionale, e perfino alla sua persona, messo in atto dal premier, dai suoi fedelissimi “strillatori”, da ministri e capigruppo vari e sparsi. Ormai lo sport di tirare (non per la giacchetta ma al bersaglio grosso) sul Presidente è diventato generalizzato. Ma è proprio questo suo profilo cauto e questo suo tentativo di mediare per evitare l’esplodere palese del conflitto e delle contraddizioni che lo rende ogni giorno che passa sempre più vulnerabile. Carattere o cattivi consiglieri? Qui non si tratta solo di firme un po’ affrettate o di silenzi sconcertante ormai per quasi tutti gli italiani, ma anche di atti davvero irrituali sulla sottile linea della costituzionalità. L’intervento “autorale” del Quirinale sulla manovra finanziaria è qualcosa di totalmente nuovo e del tutto non esplorato.

Ma la vittima predestinata di questa furia distruttiva messa in atto dall’inventore del partito dell’amore è proprio lui, Napolitano, e soprattutto la carica che ricopre. Ed è questo che rende ancora più difficile capire perché il nostro anziano e saggio presidente non si divincoli da questa stretta mortale.

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