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L’ultima presa in giro: adesso chiedono al popolo di suggerire al governo gli sprechi da tagliare

Il popolo italiano incassa un altro pesante atto di vilipendio ai suoi danni. Il commissario Bondi chiede ai cittadini di suggerire quali sono le spese da tagliare in un Paese massacrato dai costi della politica. E se la segnalazione servisse soltanto a mettere allo scoperto gli oppositori al regime bank-o-kratiko? L’ennesima presa in giro di un governo battuto in aula sulle pensioni d’oro dei manager.

Saranno pur tecnici, ma nella presa in giro non hanno alcunché da invidiare ai politici navigati della prima repubblica. Il governo Monti accusa i primi acciacchi, dovuti alla sostanziale incapacità politica ed amministrativa e decide di correre ai ripari assumendo altri “tecnici”. Tra questi, il becchino della Parmalat, quell’Enrico Bondi assunto per la “spreading review”. Dovrà identificare i settori in cui la spesa pubblica non è razionalizzata e ridurre gli sprechi. Considerando che dovrà lavorare per il nostro paese, in cui pubblico è sinonimo di spreco, potrà certo dormire sonni tranquilli.

Gli italiani hanno ben compreso che, dietro questi esotismi linguistici, si celano attività elementari dell’amministrazione pubblica: quando non vogliono dire la verità, rifilano al popolo una bella parola inglese.

Bondi è un altro esperimento sociologico, un chimico che si occupa di risanare aziende in crisi: quanti di noi accetterebbero di farsi operare da un avvocato? Ma il paragone non è azzeccato. Forse vale ricordare che l’esperienza che i TG svendono all’ex presidente del Parma Calcio è maturata sul campo: quello santo, cui sono state condannate le grandi aziende che ha liquidato.

C’è chi già inizia a fare gli scongiuri: fine di Montedison, fine di Parmalat (smembrata in tutti i suoi rami) e forse default già inevitabile per il nostro Paese. Ben venga, se questo servisse a restituire sovranità monetaria, dicono i più.

Ma le perplessità non si fermano alle dichiarazioni del premier (seriamente dispiaciuto poiché pare che Bondi e Amato non hanno accettato nemmeno un rimborso spese) che rasentano un populismo di stampo grillino.

Probabilmente reputano i sudditi totalmente assuefatti ed asserviti, da poter far credere loro che questa richiesta di “aiuto” sia l’esercizio di una forma di sovranità popolare, perché la richiesta del neocommissario è quantomeno singolare: chiede ai cittadini di segnalare, tramite il sito istituzionale del governo, quali sono i settori da andare a ritoccare.

Se un riminese avesse a cuore le sorti del Michigan, farebbe la stessa cosa, chiedendo agli abitanti di Madison (ditemi la verità: siete andati su Wikipedia a controllare se Madison è davvero la capitale del Michigan, scoprendo che è invece quella del Wisconsin, n.d.r.) dove andrebbe ritoccata la spesa pubblica.

Ma siamo in Italia, quel Paese in cui i costi della politica riescono a raggiungere cifre paragonabili al prodotto interno lordo annuale di uno stato delle Antille. E’ populista chiedere al popolo quali siano i costi da tagliare. Populista, o ipocrita. Forse le segnalazioni del governo serviranno ad avere un maggior controllo sul movimento di dissenso che anima il Paese, a sapere materialmente a chi appartengano e quante siano le voci avverse al regime bancario instaurato dal Professore matto. Ricordiamo infatti che le segnalazioni sul sito “governo.it” non potranno essere anonime.

Anche Giuliano Amato viene “assunto”, come superconsulente per i finanziamenti pubblici: in pratica è come assumere un macellaio in ospedale, anche se la competenza di Giuliano Amato deriva da anni di adesione al progetto politico di Bettino Craxi, quel Partito Socialista Italiano che di finanziamenti ai partiti se ne intendeva non poco.

E’ inutile: l’esecutivo dei professori non ha alcuna intenzione di svecchiare il sistema politico italiano. E intanto il governo è battuto ancora una volta al Senato: passano gli emendamenti-fotocopia di IDV e Lega, contro i favori alle pensioni d’oro dei manager pubblici. Il freak show del governo tecnico continua, magari alla ricerca di qualche pluricondannato per bancarotta fraudolenta da affiancare alla Fornero per una riforma del lavoro più efficente.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.48) 4 maggio 2012 13:49

    Scusate ma che ci fanno tutti i nuovi vecchi politici, tecnici, dirigenti di Asl con auto blu (lussuosissime e costosissime?.

    Sapete quanto ci costano?

    Tanto da salvarci da tasse che ammazzano, imu, iva , gente che non riesce ad andare in pensione, scuole etc.

    BASTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  • Di Renzo Riva (---.---.---.29) 5 maggio 2012 05:04
    Renzo Riva

    Basta un corno!

    Lasciali spendere.
    Alla fine non potranno più spendere debiti.
    .
    Cazzata per cazzata la colpa è de "er poppolo".
    .
    Inviato ierii al Messaggero Veneto.

    Elettrodotti
    e fonti energetiche

    Leggo sulla prima pagina del venerdì 4 c.m. la dichiarazione del CEO della Danieli Gianpietro Benedetti che riconsidererebbe l’ipotesi di mantenere in Italia l’investimento previsto in Serbia, se e solo qualora si realizzasse l’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest. Questo, dico io, perché permetterebbe alla Danieli d’importare l’energia elettrica a costi esteri, pagando al sistema elettrico i relativi costi del trasporto ed altri oneri che ora non prendo in considerazione.
    Le campagne demagogiche dei vari comitati che definisco anti-industriali, quali il tebaldiano a difesa del Friùli rurale ed il garibaldiano carnico contro l’elettrodotto aereo dove erano quando installavano ettari ed ettari di fotovoltaico sui terreni agricoli?
    Eppure i due comitati continuano imperterriti e quasi in competizione nella talebana e fideistica campagna contro l’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia e Würmlach-Somplago.
    Questo basta ed avanza per bollare i sinistri tebaldiani ed garibaldiani carnici di talebanismo ambientale.
    Fronte friulano poi e fronte tebaldiano pari sono: cultori del nulla attraverso l’inutile; ed il Paese sprofonda nelle politiche che fanno scappare le aziende: leggasi caso Danieli, Alcoa, per altre ragioni Omsa-Golden Lady e potenziali investitori esteri.
    Le laute compensazioni riservate agli operatori del settore fotovoltaico che causano gli aumenti smisurati nella bolletta elettrica sono a loro volta concausa della deindustrializzazione di attività che producono ricchezza a favore invece delle attività che invece la depauperano; sarebbe a dire: piace vincer facile, specie a spese dei meno abbienti.
    Ricordo che per 5 posti di stipendi o salari creati nelle attività legate alle rinnovabili distruggono contemporaneamente 9 posti di lavoro nel comparto produttivo industriale.
    Infine voglio marcare, per registrare a futura memoria, l’ineludibilità e l’ineluttabilità dell’elettronucleare checché ne pensino quanti hanno voluto affossarlo, attraverso un referendum promosso da collimanti concause: ideologiche dei sedicenti ecologisti, SeL ecc. e per convenienze di bottega di PD, Idv e altri.
    Di energia nucleare ce n’è in abbondanza ma non è "smart/chic" e politicamente corretta per coloro che hanno la pancia piena e lo stipendio pubblico assicurato; questi hanno trascinato nel loro delirio i meno avveduti su posizioni neo-malthusiane.
    S’odono in lontananza tuoni che annunciano il prossimo conflitto mondiale per il controllo planetario del petrolio ma nei fatti per il controllo delle riserve dei combustibili fissili ma degli ancora più importanti combustibili nucleari fertili.

    Renzo Riva
    C.I.R.N. F-VG
    e
    P.L.I. F-VG
    Energia e Ambiente

     

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