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L’ordine del tempo

Solo piccole impressioni che restano: Liliana Cavani è meritevole di tutti i premi possibili per i lavori svolti lungo una vita. Indimenticabile Il Portiere di Notte del lontano 1974, significativo per drammi esistiti 30 anni prima e per la appresa “sindrome di Stoccolma”, e che attori!

Ma questo Ordine del tempo, tratto peraltro da un libro, cosa mai vorrà dire? Forse che nella paventata imminenza di un asteroide (e quanta stampa e quante chiacchiere ci si ficcano sopra in notizie grandi e piccine, sembra dirci) che sta per cascare sulla terra, ci si può preparare in tanti modi o si può spendere il tempo nei ricordi oppure, tranquillamente, riprendere e celebrare le proprie piacevoli occupazioni perché tanto nulla si può fare contro la natura, contro l'universo poi meno che meno. Magari rivivere le proprie emozioni, continuarle se possibile perché esse valgono, finché c'è tempo, e questa è buona come idea prima di essere spazzati via da un inesistente asteroide, basta ricordare Harvey Keitel in Youth di Sorrentino che dice a Michael Caine “Ma non lo sai che siamo fatti solo di emozioni?!”..

 

Il film si dilunga in ultime parole famose nel gruppo di coppie amiche un poco bighellonanti nella ricca capanna/casa al mare come il film stesso, in un”volemose bene” che s'indossa su tutto, o in dichiarazioni d'amore in extremis. Il peccatuccio disturbante è che si arricchisce o s'indora un film con un cast ricchissimo di attori, un parterre principalmente italiano, tutti più o meno meritevoli ma sicuramente noti, tanto per cascare in piedi. Un bel prodottino inutile? Ai posteri o ai cinefili esperti l'ardua sentenza.

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