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 Home page > Tribuna Libera > L’inverno porterà consiglio...

L’inverno porterà consiglio...

Alcune riflessioni più o meno serie sull’ulitimo mese della politica italiana.

Lo scabroso spettacolo della politica italiano, in questo appassionante mese di dicembre, ha mostrato la sua faccia migliore... L'attesissimo voto di fiducia del quattordici ha portato il ridondante Palazzo, in questo caso Montecitorio, a compiere estenuanti trattative e "inaspettati" salti della quaglia, all'ultimo respiro, da parte di suoi improbabili giullari...

Scherzi a parte, il fatto che gente come l'onorevolissimo statista Scilipoti abbia cambiato schieramento da Idv alla maggioranza solo il giorno prima del voto dopo dodici lunghi anni di militanza pro dipietrista, emblema italiano dell'antiberlusconismo, fa un poco riflettere. Comico è inoltre lo "schieramento" che era stato presentato, con tanto di conferenza stampa alla Camera e simbolo annesso, dallo stesso Scilipoti in conpresenza con Bruno Cesario e Massimo Calearo, ebbene sì: il movimento di responsabilità nazionale. Fra questi tre simpatici moschettieri anche Calearo, colui che secondo il lungimirante Veltroni doveva forgiare l'anima del Pd su al nord e nominato fra le fila dei democratici, nel fatidico giorno X vota per la fiducia al governo Berlusconi adesso stranamente ribattezzato governo Scilipoti, per l'appunto...

Lo stesso Calearo che in un'intervista al quotidiano Il Riformista aveva parlato, specificando ben bene anche i prezzi di listino, di compravendite di parlamentari per opera della maggioranze. Lasciando da parte questioni di questo tipo visto che nel concreto non esistono prove tangibili che dimostrano ciò, è invece palese che troppi singoli deputati abbiano senza alcun preavviso cambiato schieramento a pochi giorni dal voto tradendo senza pudore il loro elettorato ed evidenziando un'incapacità di fondo dei partiti nel selezionare la propria classe dirigente; forse a tal proposito una legge elettorale diversa da quella in vigore, in cui sono gli elettori a nominare i deputati e non i partiti, non guasterebbe e non sarebbe certamente un inutile cambiamento, come vuol far credere la maggioranza.

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