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L’estate alle prese con la tecnologia

Persino durante le vacanze non riusciamo più a scollegarci da internet.

Per queste vacanze mi ero riproposto, anzi quasi imposto, di passarle senza computer al seguito. Il concetto di portasi il laptop giusto per leggere la posta, diciamo pure, è un’emerita cazzata. Se non sei un capitano d’azienda o uno costretto a prendere decisioni urgenti, leggere la posta “in tempo reale” non serve a molto. La puoi leggere al ritorno, in un internet bar, oppure sbirciare da un blackberry o cellulare che sia. Temo invece che per molti, me compreso, il portatile sempre appresso sia ormai un vizio, forse una droga. Persino gli ultraconnessi americani quando si tratta di vacanze mollano tutto a casa e si rilassano senza aggeggi tecnologici. Hanno perfino coniato l’espressione switch holiday, una sorta di periodo dove si ritorna alle vacanze “off line” di parecchi anni fa. Per quanto mi riguarda devo ammettere di non essere riuscito a tener fede al mio intendimento: non solo ho il piccolo asus con me, ma anche due cellulari - ovviamente multimediali - e una playstation portable che all’occorrenza pure è un device per internet. Questa storia dei social network, la mania di twittare o anche di bloggare tutti i santissimi giorni, ti fa essere schiavo della tecnologia. Fossero almeno un paio d’orette al giorno, beh uno potrebbe passarci sopra senza problemi. Il punto è che quando alla mattina, ancora prima di andare in bagno, accendi il pc per farlo avviare intanto che espleti funzioni vitali, c’è qualcosa che non va. Poi non è che dai uno sguardo alla posta giusto mentre bevi il caffè, no... magari fosse così. Prima c’è la posta, poi i feed, poi i post che hai scremato e che devi leggere e magari commentare. Poi la rassegna stampa per sapere cosa accade nel mondo, e poi ancora friendfeed: quel favoloso mezzo che ti fa sapere tutto ma proprio tutto dei tuoi amici, con il solo difetto che se segui tipo 200 contatti ci dovresti passare una giornata intera. Intanto l’orologio scorre, i tuoi amici sono già al mare, ti messaggiano: ehi ma dove sei? Rispondi che stai arrivando. Prima però vuoi scrivere un post per il blog, anzi due perché oggi le notizie sono tante. Alla fine scendi in spiaggia alle 2, dopo ben 4 ore di internet. Giunto lì magari chiacchieri e fai un bagno, poi subito a smanettare sul cellulare per seguire twitter o controllare se hai posta. Tutto questo accade quando sei su una spiaggia e la socialità dovrebbe essere quella reale, ma per te conta molto di più quella virtuale.

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