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L’eredità di Casaleggio

Casaleggio ci lascia in punta di piedi, ma non a mani vuote, senza un’eredità politica. Era un leader assente dal Parlamento, dai media, ma molto presente nel movimento e nella sua poilitica.

Dietro la freddezza dell'uomo, c'era la passione, la lotta e il sogno. Dietro il tecnicismo e il pragmatismo, c'era l’ideologia.

Casaleggio lascia a tutti, amici ed avversari, la passione per la politica che supera gli steccati degli egoismi elettorali dei partiti per diventare strumento di risoluzione dei problemi della gente, il valore della comunicazione che non è una fabbrica di consenso, ma uno strumento per trascinare le persone nel mondo della politica, i valori e i limiti della democrazia diretta come esercizio della sovranità nazionale con annesse difficoltà ed errori.

Ci lascia le cose giuste e quelle sbagliate, che ha realizzato, mai per egoismo, ma sempre per donare qualcosa a tutti noi cittadini, imbrigliati nella rete della propaganda, del lobbismo della voglia di potere.

E allora il modo migliore per ricordarlo è continuare a ragionare nel solco che ha tracciato. E in questa analisi non possono essere trascurati gli ingredienti di una buona politica che, secondo Gianroberto, si chiamano fantasia, creatività, competenza, onestà e trasparenza; e i limiti di alcuni capisaldi della sua politica, come la democrazia diretta che, fino a quando è partecipazione, è cosa buona e giusta, fino a quando sveglia la gente assopita, accompagnandola nel regno del ragionamento della riflessione, dell'analisi e della valutazione, va bene.

Ma quando si riduce ad una sequela di insulti e di elogi incentrati sulla persona, diventa pericolosa.

E’ anche vero che questo era il prezzo da pagare, per svegliare le persone ed indurle alla partecipazione alla politica.

Ma forse oggi è ora di applicare la sveglia mediatica e dirottare l'attenzione della gente, verso le cose, più che verso le persone.

Questo lo ha capito bene Diba, che continua, e non da oggi, a predicare l’esigenza di analizzare e valutare i progetti e le soluzioni ai problemi della gente e su questa base selezionare la classe dirigente.

Il grado di capacità realizzativa di tali progetti e di tali soluzioni individua il dirigente politico.

E allora anche utilizzare la democrazia diretta come unico strumento di selezione della classe dirigente, non produce sempre buoni risultati, come facilmente si può vedere, giudicando i sindaci che governano le città.

Sapranno i parlamentari e il direttorio, colmare il vuoto ed impedire l'inevitabile caos che segue alla scomparsa di un capo?

Certamente sì, perché il lascito fondamentale di Casaleggio ai suoi ragazzi è la passione e la lotta politica che smuove anche le montagne, e rende possibili le cose impossibili.

E allora coraggio, uomini e donne del movimento, portate nelle case degli italiani lo sviluppo e la definizione della ideologia di Casaleggio, e con essa la passione per la politica, i valori della partecipazione politica, e degli equilibri tra democrazie diretta e quella parlamentare.

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