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L’efficienza italiana è costata la vita a 294 persone

L’ospedale non è riconosciuto dalla legge; la casa dello studente è crollata, ma si scopre la presenza di un edificio, adibito all’alloggio degli universitari, mai entrato in funzione e indovinate un po’? NON è crollato!

L’ospedale “San Salvatore” non dispone del certificato di agibilità e, pertanto, non poteva essere utilizzato. Inoltre la struttura sanitaria non risulta neanche dalle mappe catastali, quindi per lo stato non esiste. Lo scrive in una relazione il direttore generale della Asl aquilana, Roberto Marzetti, che ha inviato alla Regione e al ministero della Salute. E per farvi rendere conto dell’intelligenza italiana è bene farvi sapere che il manager pubblico che aprì l’ospedale senza richiedere il certificato d’agibilità, Paolo Menduni, ora è consulente per l’Agenzia Regionale Sanitaria. Ma non è tutto. La Procura dell’Aquila ha avviato indagini sull’ospedale, riguardo alcuni affidamenti diretti per lavori di manutenzione (con una spesa di sedici milioni di euro di fondi pubblici). Lavori affidati senza gara per "l’urgenza di dover procedere alla messa in sicurezza della struttura". Urgenza che non termina mai, specie se non arriva il certificato di agibilità. Bene abbiamo avuto una persona che ha fatto aprire un ospedale senza il certificato d’agibilità e una ditta, l’Impregilo, che ne permette la messa in funzione. JPEG Ma non è finito qui, d’altronde sappiamo in che paese viviamo.


Avete presente la casa dello studente crollata a l’Aquila? Bene è stata ristrutturata nel 2001. E’ Luca D’Innocenzo, presidente dell’ASDU, ad accusare: "In questi tre mesi non abbiamo mai visto nessuno della Regione e nessuno della Protezione civile o dei vigili del fuoco. E’ da giorni che mi chiedo perché non ho fatto chiudere tutto e mandato via gli studenti. Io non potevo mai immaginare... non c’è stato nessuno che ci aveva messo in allarme". Ora piange quest’uomo, piange lui, poverino. Ma si sa è così in Italia: si piange sempre dopo!

Ma sperate che sia finita qui? Assolutamente no! Infatti è stata scoperta la presenza di un edificio che doveva essere adibito a casa dello studente, nel polo di Coppitto. Non è mai entrato in funzione, ma è ancora in piedi, a differenza della struttura in XX settembre.
Che dire? Solita storia italiana: prima non si fa nulla; poi si piange, si applica lo scarica barile delle colpe, si lodano le persone che dovevano controllare prima e poi si va contro le trasmissioni che raccontano la verità. Questa Italietta…..

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