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"L’allieva" è già professoressa (d’italiano)



"Paolo - mi dice Elisabetta - dovresti leggere 'L'allieva'. E' un libro scritto da una giovane dottoressa che racconta le avventure/disavventure di una specializzanda"
Detto, fatto. 

Lo leggo e mi entusiasma, davvero. 

Poi scopro, solo qualche giorno dopo averlo terminato, che il libro è entrato nella classifica dei più venduti. Una sconosciuta (Alessia Gazzola) ne è l'autrice e contattarla (su Facebook) e quanto di più facile si possa fare. Colgo la palla al balzo e le chiedo un'intervista. Ed ecco, per voi, l'intervista:

Quando e come hai iniziato a scrivere?

Quando ero piccola, già alle elementari, scrivevo favolette. 

Perché scrivi? 

E' un impulso che nasce da dentro, mi viene voglia di immergermi in una realtà parallela e la scrittura me ne offre l'opportunità.

Come è la vita di uno scrittore?

Parlo della mia vita: è tale e quale a quella di sempre. Cambia soltanto che ricevo più mail e più chiamate. E che sto su internet più di prima. Per il resto, scrivo senza metodo, senza disciplina, quando semplicemente ne ho voglia.

Come nasce l'ispirazione per un libro?

Sono dei pensieri che vengono in mente, delle scene, delle suggestioni. E assieme a loro arriva anche la voglia di immortalarli, subito. 

Da giovanissima avevi la stessa passione per la scrittura?
Proprio così, infatti ho cassetti pieni di manoscritti e cartelle del pc piene di file!

Com'era la tua pagella a scuola?
Molto buona. Sono stata presentata alla maturità con 10 in italiano.

Da piccola eri una grande lettrice? 
Sì, infatti è una passione che nasce da lontano, e per la quale devo ringraziare mia madre.

Quali libri consigli di leggere ai ragazzini di oggi?
I libri di Bianca Pitzorno, di Paola Zannoner e di Roberto Piumini. Consiglio inoltre i libri di Astrid Lindgren - Martina su tutti, ma anche i classici della letteratura inglese come Dickens, la Austen. Dipende dall'età! Consiglio di leggere molto, qualunque cosa desiderino, purché leggano! 

Da cosa prendi spunto per scrivere?
Dalla quotidianità e dalla musica.

Cos'è la penna per uno scrittore?
Un oggetto sacro. Così come i quaderni. Prendo molti appunti e scrivo storielle, ma i miei romanzi li scrivo su pc.

Ti piace più fantasticare o raccontare cose vere?
Fantasticare, senza dubbio!

Scrivi tutto di getto e poi rileggi oppure rileggi subito quello che hai scritto?
La prima: scrivo tutto di getto, rileggo solo alla fine.

Nelle esperienze che vivi e che ti colpiscono prendi appunti?
Sì, per fissare meglio i contenuti e le impressioni.

Quali sensi preferisci per raccontare?
Olfatto e udito.

A cosa servono le storie?
A evadere, a viaggiare, a conoscere. Ogni libro ha un perché diverso, un fine diverso. 

Secondo te, qual è la parte più importante di un libro: trama, personaggi, ambienti, finale?
Personaggi e ambienti. Personaggi perché se ben costruiti possono rendere interessante una storia banale. Ambiente perché adoro la letteratura d'atmosfera.


Per uno scrittore è importante il sesto senso?
Dipende cosa si intende per sesto senso. Se quell'intuito speciale, derivante dalla capacità d'osservazione, direi di sì.

Quali emozioni si provano nel vedere il proprio libro in libreria?
Ci si sente strani. Ci si domanda: è possibile che sia successo proprio a me?

Hai scritto il libro con carta e penna oppure al computer?
Computer. 

Ritieni indifferente scriverlo con carta e penna o usando un computer?
Per i romanzi preferisco il computer per un discorso di praticità - per esempio cercare un periodo o effettuare la sostituzione di un nome ecc -, per i racconti brevi preferisco carta e penna.

Hai mai riletto completamente e senza saltare nessuna pagina una copia stampata e rilegata (come sarà nelle mani dei lettori) del tuo libro?
Certo! Mi incuriosiva molto scoprire che effetto avrebbe fatto in versione libro vero.

Un giudizio negativo e pesante sul tuo libro lo vedi come una martellata che ti ferisce o come una spinta che ti stimola?
Dipende. Il giudizio costruttivo è certamente utile. Ne ho ricevuti diversi: per esempio comprendo la posizione di chi ritiene Alice troppo distratta per la professione che svolge, oppure di chi avrebbe preferito maggiori dettagli professionali medico-legali, oppure di chi ha trovato antipatica la protagonista, o di chi è stato sdegnato dalla componente rosa o di chi ha avuto la semplicità di dire: non mi è piaciuto. Da tutti questi e da altri dello stesso tenore, non mi sento offesa. Altri giudizi lasciano trapelare sentimenti simili alla rabbia e qualcuno mi ha turbata, ma sono grata anche a questi. E' comunque tutta gente che ha letto - e probabilmente - comprato il mio libro!

Quali sono gli autori e i romanzi che pensi ti abbiano dato ispirazione?
Probabilmente i romanzi chick-lit. Amo molto di più altri autori - Murakami, la Yoshimoto, la Serrano, la Austen, la Gordimer -, ma alla fine quello che ho realizzato, mi rendo conto, è molto simile a un chick-lit.

A chi fai leggere le bozze del tuo romanzo, man mano che lo scrivi?
A nessuno. L'opera finita la leggono mia madre e una mia amica.

Qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo libro?
La voglia di evadere la mia realtà professionale.

Leggi ad alta voce quello che scrivi per sentire se suona bene quando viene letto?
Mai.

Prendi ispirazione da fatti della vita quotidiana?
Sì, da fatti che succedono a me personalmente o alla gente che me li racconta.

L'ispirazione si basa su fatti successi a te o magari su qualcosa vista per caso camminando per strada?
Anche, in generale, da tutto quello che mi colpisce.

Quando inizi a scrivere, immagini mai il tuo libro già con copertina, foto di copertina... insomma, già bell'e pronto da comprare?

Alessia Gazzola

E' capitato, lo ammetto!

Pensi mai alle reazioni dei lettori vedendo il tuo libro sullo scaffale?
No, in realtà no. Mi auguro solo, in generale, che piaccia. 

Quando hai iniziato a scrivere le pagine del tuo libro, avevi già un'idea di dove volevi arrivare o la storia si è costruita con il tempo?
La seconda: scrivevo in base all'umore del momento, senza un progetto. Ma non lo consiglio, è il miglior modo di disseminare il li

bro di incongruenze.

Il tuo libro parla di un argomento ben definito. Perché scegli questo piuttosto che un altro?
Perché ho deciso di scrivere di argomenti che conosco.

Qual è la molla che spinge una persona a passare da fruitore delle opere altrui (presumo che ogni scrittore prima di diventare tale e anche dopo sia un grande lettore) a creatore di opere?
Nel mio caso non una molla improvvisa. L'ho sempre fatto e quindi è stato molto naturale.

Cosa hai provato a vedere il tuo libro nella classifica dei TOP TEN (i dieci libri più venduti in Italia!)
Incredulità. E soprattutto, mi sono detta: goditelo, certamente non si ripeterà la settimana prossima! E invece...

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