• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Istruzione > L’Italia si carica di altri 48 miliardi di euro: avanti così...!

L’Italia si carica di altri 48 miliardi di euro: avanti così...!

La Spagna trattata con i guanti gialli. La Grecia bistrattata ed i suoi risparmiatori-creditori mortificati, danneggiati ed abbandonati.

Commento l’articolo a firma di Stefania Tamburello, pubblicato su Corriere.it, dal titolo: “Piani dell’Unione Europea: l’Italia pagherà almeno 48 miliardi di euro” che potete leggere qui.

Viene da sottolineare innanzitutto la disparità di trattamento tra Grecia e Spagna. La Grecia è stata lungamente bistrattata e costretta a venir meno platealmente ai propri impegni di Stato sovrano verso i sottoscrittori dei suoi titoli pubblici, beffandoli e procurandogli un danno per oltre il settanta per cento del valore nominale dei titoli sottoscritti. 

La Spagna invece, a quanto pare, è stata trattata con i guanti gialli, con particolare sollecitudine e con una metodica che non aggrava i conti pubblici dello Stato, intervenendo direttamente sul capitale delle banche spagnole assistite.

Riporto l'attenzione sulle vicende del nostro Paese. L’articolo del Corriere conferma il mio personale convincimento sulla necessità di un’imposta patrimoniale - 5% sugli 8.500 miliardi di beni mobili ed immobili degli italiani - da applicare in Italia tra dicembre 2011 e gennaio 2012, ad iniziativa del Governo Monti, immediatamente dopo il suo insediamento a Palazzo Chigi in funzione di “commissario straordinario della Repubblica”.

In tal modo, con i 400 miliardi di euro “portati a casa”, si metteva fuori gioco la speculazione internazionale. Si abbattevano i tassi d’interesse “imposti senza scampo” sui nostri titoli pubblici, in particolare quelli piazzati all’estero e si conteneva la relativa spesa (per interessi) che ammonta a 90 miliardi di euro all’anno, dei quali circa 45 miliardi di euro letteralmente regalati agli investitori stranieri.
Si evitava la necessità di ordine politico per le nostre banche nazionali di acquistare titoli di Stato in eccesso rispetto alle specifiche, autonome scelte d’investimento, con il rischio concreto di esporle al giudizio negativo dei mercati, proprio in virtù della sovraesposizione verso i titoli del debito pubblico, poco apprezzati in questa fase della storia. 

In definitiva, si dava un messaggio di padronanza della situazione in una fase di eccezionale difficoltà del Paese e di capacità di attingere alle enormi risorse nazionali per annullare gli squilibri e ripartire alla grande. Si creavano gli spazi per far fronte, tra l’altro, ai gravosi impegni europei aggiuntivi per il sostegno ai Paesi dell’Unione in difficoltà (Grecia, Spagna ed altri), come si evince chiaramente dall’articolo di Stefania Tamburello. 

L’imposta (o contributo) patrimoniale sperimentata con convinzione in Italia poteva servire d’esempio e metodo anche agli altri Paesi europei, prevenendo ed arginando le penose crisi finanziarie nazionali che pongono in forse la tenuta dell’Euro e della stessa Unione. Poteva finanche scuotere le coscienze impregnate di egoismo ed ipocrisia galoppante in una Europa che crede sempre meno in se stessa ed al suo ruolo irrinunciabile sulla mutevole scena mondiale. 

Ma il professore Monti ed i suoi ministri tecnici hanno preferito dedicarsi ad altro, convinti che bastasse mostrare la loro faccia ed il relativo curriculum universitario per far rientrare le perplessità degli investitori stranieri sulle condizioni economiche e finanziarie del nostro Paese, per azzerare “spread” e disavanzi di bilancio, per mitigare le difficoltà delle aziende produttive e per bloccare la crescente inoperosità dei giovani, con imperdonabile spreco di risorse umane ed intellettuali.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares