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 Home page > Tribuna Libera > L’Italia produce e vende armi, genera profughi ma poi li rinnega

L’Italia produce e vende armi, genera profughi ma poi li rinnega

Le cronache delle testate nazionali, quelle collegate ai partiti politici e che quindi sciorinano più che altro notizie aderenti non tanto alla realtà dei fatti quanto alla propaganda politica, in questi giorni mettono in luce come, il numero dei migranti giunti in Europa nel solo mese di luglio 2015, sia stato di 107.500 persone. 340.000 in totale nei primi sette mesi dell’anno contro i 280.000 registrati nei dodici mesi del 2014. La fonte di questi dati è Frontex.

Si solleva la questione sull’aumento del numero dei migranti, così da diffondere a macchia d’olio un senso d’invasione dei territori europei, che non può far altro che creare un discutibile criterio di razzismo in molti cittadini UE. Discutibile, in quanto fondato esclusivamente su un senso di allarmismo generato solo sui numeri e non sulle motivazioni reali di ciò che sta accadendo in quei paesi in cui la guerra impone a molti di dover scegliere fra la vita e la morte, fra la libertà e la scelta se diventare prigionieri o, a loro volta, persecutori di altri esseri umani.

E’ la storia di tutte le guerre: si può decidere se rimanere, e bisogna vedere in quale veste, o tentare di scappare. E’ accaduto durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. E’ ciò che accade quando un conflitto è di lunga durata e coinvolge più nazioni. Con questo, non sto dicendo che dobbiamo accogliere senza se e senza ma, ma sto aprendo a un discorso che quasi nessun giornale approfondisce: quello relativo alla produzione e vendita di armi ai paesi in guerra e in special modo in Medio Oriente e in Africa.

Quanti di voi sono a conoscenza del fatto che l’Italia produce ed è uno dei maggiori venditori di armi al mondo? Quanti di voi hanno riflettuto sul fatto che, i migranti che sono costantemente in fuga dai territori di guerra, sono anche – in qualche modo – vittime delle nazioni che vendono armi agli stati belligeranti?

Da un lato produciamo e vendiamo armi, dall’altro – contemporaneamente – la politica italiana crea, a seconda dei casi, il “mostro” extracomunitario da respingere o la vittima da accettare sui nostri territori, senza però mai spiegare alla popolazione ospitante, in questo caso noi italiani, le motivazioni che sono alla base dell’accoglienza.

Chi si ritiene maggiormente informato, tenta di spiegare il tutto attraverso l’applicazione dei trattati europei, come quelli di Dublino I, II e III, che normano le richieste di asilo politico da parte di extracomunitari in fuga da persecuzioni politiche e religiose o da paesi in guerra. O come gli accordi di Shengen, che regolano la libera circolazione delle persone all’interno dei territori delle nazioni firmatarie. Eppure, non è questo il punto. O non del tutto.

Sono poche le persone che sono a conoscenza di tutti i conflitti attualmente in atto sul pianeta terra e, per ciò che riguarda l’Italia, nelle nazioni prossime al nostro territorio e ai nostri mari. Moltissimi italiani ad esempio, ancora oggi non sono in grado di capire che in Siria è in atto un conflitto annoso, ma – cosa ancor più grave forse – non sanno indicare dove si trovi la Siria. O la Libia. O il Mali. O il Pakistan… Guardate la cartina che segue, e scoprirete quanto vicine all’Italia siano certe nazioni:

Di fronte a queste ignoranze, nell’accezione pura del termine, “ignorare”, è molto facile per un governo, manipolare un grande numero di cittadini e fargli pensare, a seconda dei casi, che l’immigrazione è cosa deplorevole o, alternativamente, che l’immigrazione è una conseguenza di guerre e persecuzioni e quindi, dobbiamo prenderci il nostro carico umano sulle spalle. Nulla di più viene fornito alla popolazione a mo’ di informazione utile alla comprensione approfondita degli accadimenti.

Ovviamente, nessun governo e nessun parlamentare – sia esso di destra, manca o di centro, ha alcun ritorno nell’informare la popolazione sul fatto che la “civile” e “pacifica” Italia, da anni produce e vende armi a tutti – o quasi – i governi in guerra. E’ uno dei settori più attivi e ricchi dell’economia nazionale ma mai nessuno che ne parli. 

Ecco cosa recita l’Art. 11 della nostra Costituzione:

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

“Che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Non che venda armi alle nazioni in guerra.

Avete mai sentito al telegiornale qualcuno dire “Nel 2014 l’Italia ha fatturato tot miliardi nel settore della produzione e vendita di armi…”? No. Non sono notizie da rendere note ai cittadini. A quali paesi pensate che vendiamo la produzione di uno dei nostri fiori all’occhiello, l’industria bellica? Alle nazioni in guerra che producono a loro volta le ondate di profughi che, paraculamente, disonestamente e per pura propaganda politica, si continuano ad appellare genericamente come “migranti” – nella migliore delle ipotesi – o “extracomunitari clandestini” nella peggiore. Che non vuol dir nulla e può dire tutto.

La deviazione di un fenomeno, atta a travisare la realtà, da parte della componente politica, è un’infamia. Tripla, nel caso del governi italiani. In primo luogo, perché volutamente il tema dei flussi migratori è sottovalutato al fine di utilizzarlo a seconda della convenienza del momento. In secondo luogo, perché nel nostro paese anche i trattati come quelli di Dublino, vengono applicati solo in parte (viene ad esempio costantemente disattesa la norma relativa al riconoscimento obbligatorio dei migranti, che possono in tal modo passare dal nostro territorio a uno confinante). In terzo luogo, perché vendendo armamenti alle nazioni patria dei migranti/profughi che giungono sul nostro territorio, stiamo di fatto contribuendo a creare profughi e richiedenti asilo politico. Per poi fomentare magari la popolazione contro l’extracomunitario, se si ritiene utile che questo avvenga.

Matteo Salvini resta uno dei protagonisti incontrastati delle peggiori campagne razziste ordite in Italia a fasi alterne con lo scopo ultimo di creare un “nemico” nella mente di un certo tipo di elettorato. Il fatto che queste campagne razziste attecchiscano, si spiega proprio col fatto che sono diffuse solo sulla base dell’emozione e non sulla diffusione di dati reali e approfondimenti onesti della situazione.

D’altra parte, tutto ciò che ho scritto relativamente il nostro contributo di produzione e vendita di armamenti a quelle stesse nazioni che poi producono profughi, è ampiamente documentata in sede istituzionale: a questo link, direttamente dal sito della Camera dei Deputati, potrete venire a conoscenza di cosa lo Stato Italiano fa per ciò che riguarda la produzione vendita di armi nel mondo. Vi stupirà anche poter leggere informazioni delicate come ad esempio questo documento PDF che presenta le varie industrie italiane coinvolte in questo settore e le relative fatture di vendita e per cosa...

Dal questo link invece, costantemente aggiornato, potrete apprendere tutte le informazioni relative ai conflitti in corso: scoprirete il significato attuale di “Terza Guerra Mondiale".

Per finire: prima di slanciarsi a proferire opinioni su temi che non si conoscono, si dovrebbe sempre preventivamente erudirsi e non superficialmente, almeno quando si tratta di argomenti che hanno come protagonisti – nel bene e nel male – gli esseri umani. L’Italia produce e vende armi, contrariamente alle disposizioni della nostra Costituzione, e le vende alle stesse nazioni in guerra da cui fuggono quelle centinaia di migliaia di persone in cerca di rifugio e salvezza.

La cosiddetta “invasione” è generata dalle guerre e dalle nazioni che le supportano, attraverso la fornitura di armamenti. E’ un cane che si morde la coda. Forse è per questo che certi parlamentari, a volte, sortiscono con dichiarazioni pro migranti che a molti sembrano folli: sarà un senso di colpa che non possono però lavare con la sincerità. Nessuno può raccontare pubblicamente come vanno davvero le cose.

Meglio generare caos, violenza e sofferenza, piuttosto che rovinare i giochi torbidi della casta politica.

 

Foto: Moyan Brenn/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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