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L’Italia di Prandelli verso gli Europei

Neanche il tempo di archiviare uno dei campionati più strani degli ultimi decenni (ma avrà una probabile appendice giudiziaria che promette rivoluzioni in classifica) e subito l’attenzione si sposta agli imminenti campionati Europei di calcio in Polonia e Ucraina.

I ritmi dello sport del terzo millennio, quelli dei campionati a 20 squadre (troppe?), dei playoff e dei playout in piena estate sono davvero impressionanti e fonte di stress (vero Guidolin e Luis Enrique?).

Ai nastri di partenza l’Italia made in Prandelli si presenterà con una rosa di 23 elementi, da scegliere tra questi 32 preselezionati (naturalmente juventini e napoletani si aggregheranno al gruppo solo dopo la finale di Coppa Italia di domenica prossima):

PORTIERI: Buffon (Juventus), De Sanctis (Napoli), Sirigu (Paris St. Germain), Viviano (Palermo);

DIFENSORI: Abate (Milan), Astori (Cagliari), Balzaretti (Palermo), Barzagli (Juventus), Bocchetti (Rubin Kazan), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Criscito (Zenit San Pietroburgo), Maggio (Napoli), Ogbonna (Torino), Ranocchia (Inter);

CENTROCAMPISTI: Cigarini (Atalanta), De Rossi (Roma), Diamanti (Bologna), Giaccherini (Juventus), Marchisio (Juventus), Montolivo (Fiorentina), Thiago Motta (Paris St. Germain), Nocerino (Milan), Pirlo (Juventus), Schelotto (Atalanta), Verratti (Pescara);

ATTACCANTI: Balotelli (Manchester City), Borini (Roma), Cassano (Milan), Destro (Siena), Di Natale (Udinese), Giovinco (Parma).

Il reparto che solleva maggiori perplessità è la difesa, dove, Buffon a parte, mancano individualità trascinanti: del livello di Fabio Cannavaro o Nesta, per intenderci.

Il tecnico azzurro dovrà quindi curare molto bene la fase difensiva già a partire dalla fase di non possesso (palla) e molto dipenderà dalla voglia e disponibilità degli esterni alti di supportare il lavoro dei mediani pressando sistematicamente il portatore di palla avversario, come il gioco del SuperBarcellona di Guardiola ci ha insegnato in questi anni.

Oggi si deve difendere e attaccare in 11.

Il tempo delle classiche ali che saltavano il terzino, andavano sul fondo e crossavano al centro per il colpitore di testa di turno sono finiti. Il calcio moderno impone squadre compatte, disposte sempre dietro la cosiddetta linea del pallone, e punta decisamente sui tagli in verticale, con attaccanti abili e veloci a buttarsi negli spazi.

Un contropiedista micidiale come Totò Di Natale sembra perfetto per questo ruolo, come dimostrano gli 80 gol segnati negli ultimi tre campionati con la maglia dell’Udinese.

Sorpresa ha destato la convocazione di Verratti, pur protagonista di una stagione d’oro al Pescara del (sottovalutato?) guru Zeman. Una convocazione che è la dimostrazione dell’apertura mentale di un selezionatore che ha voluto tenere d’occhio le vicende del campionato cadetto (vedasi anche Ogbonna del Torino). Solo il tempo dirà se ha fatto bene.

Personalmente scommetteremmo qualche Euro su talenti purissimi come Diamanti (Bologna) e Destro (Siena). Poco conosciuti in ambito internazionale, potrebbero dare brio e imprevedibilità all’attacco azzurro, offrendo alternative credibili ai titolari, cioè i vari Balotelli, Cassano, Di Natale, Giovinco.

Altro outsider ci pare l’atalantino Schelotto, che già con l’Under 21 aveva fatto intravedere i numeri importanti del calciatore moderno: velocità, dinamismo e temperamento.

Il calcio italiano non sta attraversando un momento facile. I deferimenti a pioggia delle ultime settimane hanno svelato la faccia nascosta della luna creando un danno d’immagine enorme al sistema Calcio. C’è chi fa notare che in piena Calciopoli l’Italia reagì alla grande andando a vincere un Mondiale con Lippi in panca nel 2006 e quindi si augura un bis, ma va detto che un Europeo è una competizione che presenta un grado di difficoltà diverso.

Gli avversari sono di meno, ma il loro livello medio è molto più elevato, come dimostra già la prima partita, che l’Italia dovrà giocare contro una delle favorite per la vittoria finale, cioè la Spagna.

Va però aggiunto che i presunti maltrattamenti in carcere per l'ex premier Yulia Tymoshenko e l'uccisione brutale di un numero imprecisato di cani randagi che tante polemiche hanno sollevato negli ultimi mesi stanno gettando ombre nerissime su quella che dovrebbe essere solo una grande festa dello sport capace di creare sentimenti di amicizia tra i popoli.

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