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L’Italia dei giornalisti fotocopia: un libro sulla crisi dei giornali

Il libro si propone di dimostrare che esiste una stretta correlazione tra la crisi di vendita dei quotidiani e la loro omologazione culturale. La quale a sua volta è il frutto del rapporto tra l'identità fragile del giornalismo e la forza delle nuove tecnologie.

Venti anni fa usciva un libro sul giornalismo fotocopia. La cultura dei giornalisti dei quotidiani italiani veniva analizzata nelle sue dinamiche relazionali e nelle sue espressioni concrete. La tesi sostenuta nel saggio è che l'avvento tecnologico degli ultimi cinque anni aveva imposto nelle redazioni un ribaltamento dei fini della comunicazione. Con interviste a Giuliano Ferrara, Paolo Gambescia, Ezio Mauro, Paolo Mieli. Il libro è di Alessandro Barbano è caporedattore del Messaggero. che consapevole della continua flessione delle vendite del quotidiano in formato cartaceo cerca di analizzarne le cause. Da parte nostra possiamo solo fare notare che il giornalismo si è allontanato sempre di più dagli interessi delle persone. L'Italia non è mai stata un paese di grandi lettori. Ci si lamentava anche quando il Corriere e Repubblica tiravano circa seicentomila copie al giorno. Adesso sono scese a duecentomila. Superava la concorrenza della televisione con degli ottimi approfondimenti e facendo concorrenza ai settimanali, che in Italia proponevano le inchieste. Da diversi anni ormai il giornalismo si è trasformato in racconto e le persone non capiscono più la differenza fra le notizie che dovrebbe portare un giornale con interviste, commenti e il tema che sta sui media per un mese a volte anche due catturando l'attenzione dei lettori o ascoltatori. Probabilmente sono le televisioni a dettare il mainstream. Per chi ha la memoria corta ricordiamo che negli anni del governo gialloverde la stampa ha approfondito per settimane il tema della TAV e del Mes. Sulla Tav venne fatta una analisi costi benefici. Pochi sanno che si sta realizzando una galleria di cinquantacinque chilometri al Brennero al confine con l'Austria. E allora perché della TAV si parla per settimane e sull'altra cade il silenzio? Altro argomento: il Mes, che il governo non voleva. Lunghi dibattiti sul Mes e nel frattempo le decine di miliardi di finanziamenti che arrivavano dall'Europa non si spendevano. Un altro argomento di cui si è parlato per settimane è stato il Tap, un gasdotto che dall'Azerbaigian porta gas in Italia. Il movimento 5 stelle non lo voleva. Oggi ci riteniamo fortunati ad averlo. Dell'Ilva si è parlato per mesi. Inquinamento, malattie, sentenze dei tribunali, responsabilità dei Riva, vendita agli indiani. Pensate che sia l'unica azienda con grandi problematiche? Successivamente ci si è occupato di Brexit, sardine, reddito di cittadinanza. Le sardine sono un movimento che ha aiutato la sinistra a conservare almeno sei regioni su venti. Ma adesso sono scomparse. Il reddito di cittadinanza pur controverso è stato probabilmente più sentito..Lo sarebbe stato molto di più se fosse arrivato a più persone. È sentito soltanto perché in particolare nel Sud non si riesce a creare occupazione. Della Brexit se ne è parlato sin troppo non perché alla gente interessasse saper qualcosa ma per ragioni politiche sin troppo evidenti. Un altro tema super approfondito è stato quello dell'immondizia a Roma. Per ragioni politiche. Il movimento 5 stelle al governo della capitale era per molti un pugno in un occhio. Il COVID-19 è stato un altro argomento che ci ha assorbito. A ragione in questo caso perché toccava da vicino tutti. La ritirata dall'Afganistan ci ha tenuto con il fiato sospeso e forse è stato il tema che si è prestato di più al racconto. Ma oggi non sappiamo nemmeno che fine hanno fatto i cinquemila afgani che abbiamo portato in Italia. Non lamentiamoci se i giornali si vendono poco. Il giornale dovrebbe fornire notizie e ha perso la sua identità anche perché le notizie si trovano in internet. Ma volete mettere la differenza fra la bella lettura di un giornale e quella dei siti internet dove la lettura è costantemente interrotta da pubblicità, cookie e quant'altro. E sul telefonino ti devi pure cavare gli occhi per leggere caratteri piccoli!

 

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