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L’Italia baciò Khartoum

Il Sudan nazione africana battuta da calamità naturali, guerre fratricide e guidata da governi autoritari ed isolati a livello internazionale, è oggi una realtà scomoda per l’intero mondo.

Il Darfur cuore ed anima delle disgrazie di questo paese, ne rappresenta pietosamente le sembianze mostrandole all’intero occidente, che meschinamente si nasconde dietro un’interpretazione pubblica coscienziosa ed intraprendente all’apparenza, ma nella pianificazione operativa di soccorso a queste popolazioni risulta essere assente ad ogni lezione.

Ma forse non è proprio tutto così plumbeo come sembra.

Molte realtà in Sudan pur nelle grandissime difficoltà, si stanno impegnando supportando con azioni umanitarie di sostentamento alle popolazioni sudanesi da molti anni, come operato da Unicef, Croce Rossa Internazionale, etc.

Tra queste realtà l’Italia spicca in maniera particolare Emergency di Gino Strada.

In pochi anni dal 2004 al 2007 questo gruppo di uomini coraggiosi, ha creato una Cattedrale nel cuore dell’Africa, li dove la sabbia e la polvere del deserto sono fitti come l’aria.

Con l’impegno e la testardaggine di quest’uomo a Khartoum capitale del Sudan è nato il centro ospedaliero Salam, gioiello ospedaliero/tecnologico specializzato in cardiochirurgia e centro d’eccellenza al pari o superiore di quanto presente nel nostro paese.

Una struttura costata 12 milioni di Euro, realizzata con i materiali e le tecnologie più all’avanguardia, reti senza fili e zone Wifi, monitor e schermi sempre aperti sul Web, stanze coloratissime, odore di pulito dappertutto, 64 posti letto, 3 sale operatorie, un reparto di terapia intensiva, un pronto soccorso, 10.000mq di estensione, un aereo per il trasporto dei malati per la copertura di una zona operativa con 300 milioni di abitanti.


Insomma una realtà al di fuori del comune tanto più valorizzata in un’area operativa del terzo mondo.

Un centro costruito non a caso in un’area dove la seconda causa di morte è legata alle malattie cardiache.

Insomma un’eccelenza costata immani sacrifici agli ideatori ed ai realizzatori, dove anche il governo di Khartoum ha contribuito con l’impegno di 2 milioni di Euro.

Tra i principali finanziatori figurano poi aziende, fondazioni, enti locali e privati cittadini italiani e questo non può far altro che renderci orgogliosi.

In questo centro si eseguono circa 1500 interventi l’anno salvando vite umane provenienti oltre che dal Sudan da Ertitrea, Etiopia, Kenya, Uganda, Congo, Repubblica centroafricana, Ciad, Libia ed Egitto.

Questo magnifico regalo fatto a tutta l’area centro africana ha dato ad Emergency ed a tutti i suoi sostenitori una credibilità imparagonabile guadagnata negli anni, confermata e rafforzata con questa imponente opera umanitaria.

A dimostrazione di ciò lo stato sudanese, lo scorso Marzo dopo l’emanazione del mandato di cattura emesso dal tribunale internazionale dell’Aja contro il proprio presidente Ahmad Al Bashir, ha espulso 13 organizzazioni umanitarie non governative, ma tra queste nessuna associazione italiana a riconoscimento dell’opera svolta in questo paese.

Nonostante questa situazione di crisi internazionale, Emergency ha avuto confermati fiducia e finanziamenti promessi dal governo di Khartoum.

Seppur immersi in un deserto pieno di tristezza e sofferenza questo paese, il Sudan, ringrazia l’Italia per il contributo umanitario al quale la nostra nazione molto spesso non si tira indietro, versando il sacrificio ed il sudore di piccoli ed operosi uomini che non indietreggiano di fronte alle carestie, alle guerre ed alle malattie che sterminano intere popolazioni del mondo dimenticato dai più.

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