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L’Aquila: Scene da un matrimonio in prima nazionale giovedì

Grande attesa per Scene da un matrimonio, la prima grande produzione post terremoto del Teatro stabile d’Abruzzo. Il debutto, in prima nazionale, è previsto al Ridotto del Teatro comunale per giovedì 13 gennaio alle ore 21:00 e in replica venerdì14 gennaio alle ore 17:30. Già si registra il tutto esaurito tanto che si è resa necessaria a grande richiesta un’ulteriore rappresentazione sempre per venerdì alle ore 21:00.

L’Aquila, 10 gen 2011 – Grande attesa per Scene da un matrimonio, la prima grande produzione post terremoto del Teatro stabile d'Abruzzo. Il debutto, in prima nazionale, è previsto al Ridotto del Teatro comunale per giovedì 13 gennaio alle ore 21:00 e in replica venerdì14 gennaio alle ore 17:30. Già si registra il tutto esaurito tanto che si è resa necessaria a grande richiesta un’ulteriore rappresentazione sempre per venerdì alle ore 21:00.

scene da un matrimonio 5

Una piéce che manca da tempo sul palcoscenico, tratta dal capolavoro di Igmar Bergman e riadattata dal regista Alessandro D’Alatri con due giovani e brillanti attori Daniele Pecci e Federica Di Martino a interpretare la storica coppia cinematografica di Marianne e Johan. “Mi sento investito da una triplice responsabilità - ha detto D’Alatri nel raccontare l’esperienza - la prima è nei confronti della città e del Teatro stabile: questo evento è uno start up importante per la cultura cittadina, settore nel quale L'Aquila ha sempre recitato un ruolo di primaria importanza a livello nazionale e che riporta la città e l'Abruzzo al centro del panorama teatrale italiano, poi sento una forte responsabilità verso gli aquilani che, si dice, siano un po’ l’ago della bilancia del pubblico italiano; infine avverto una forte responsabilità nei riguardi di Igmar Bergman, penso che il suo film si debba far conoscere ai più giovani e farlo riscoprire ai meno giovani, è un lavoro che ancora oggi parla in maniera lucida e straordinariamente contemporanea”. Perno centrale dell’opera la vita coniugale, il legame uomo/donna che si delinea nella quotidianità della convivenza, nella routine di una relazione di coppia, che diventa quasi emblematica e offre l’occasione per riflettere sulla complessità dei rapporti matrimoniali, tra l’universo maschile e femminile. D’Alatri ha calato la vicenda nell’Italia coeva, con i personaggi principali più giovani di età rispetto agli originali e ha modificato alcuni tratti, come ad esempio la professione del protagonista maschile, mantenendo però inalterato il contesto sociale di provenienza, una media borghesia colta e progressista, e tutti gli snodi cruciali del plot, dalla crisi al divorzio, dal tradimento alla riconciliazione.

scene da un matrimonio coppia

Il cast è presente in città da Natale per le prove e si è trovato a vivere L’Aquila non solo nella sala del Ridotto, resa luminosa dalla bellissima scenografia di tende bianche di Matteo Soltanto, ma anche per le strade del centro storico, “ingabbiato e silenzioso” come lo ha definito Pecci ma “pieno di vitalità e di energia” come ha notato Federica Di Martino, che ha aggiunto “sono emozionata e fiera di essere qua e di essere abruzzese. Sento una forte energia, si respira vitalità più che altrove dove tutto è scontato” . Volontà, voglia di fare e desiderio di normalità il messaggio trasmesso dalle persone incontrate per strada, ma L’Aquila è apparsa agli attori e al regista come una città fantasma, un set cinematografico abbandonato, dove ciò che più colpisce è il silenzio e l’immobilismo, dove forte è il desiderio di rinascita palpabile nell’aria e presente negli occhi degli aquilani che si scontra con una realtà ferma, bloccata a più di un anno e mezzo fa con edifici puntellati e vuoti. “Ci sarebbe aspettati, venendo qui, rumori di ruspe, scavatrici, un cantiere in pieno fermento - ha ammesso D’Alatri - invece la cosa più agghiacciante è stato trovare il silenzio. Le università del mondo dovrebbero mandare le proprie eccellenze qui per studiare soluzioni, visto che si è ancora fermi”.

scene da un matrimonio

“La gente deve farsi sentire tanto - ha sostenuto ancora Daniele Pecci - l’aspetto più preoccupante sarebbe abbandonarsi a quello che è già stato fatto e non andare avanti. Bisogna sbloccare la situazione, per esempio i fondi per ristrutturare il teatro ci sono e non è accettabile che per cavilli burocratici non si proceda, io ho preso a cuore la vicenda del Teatro comunale e finchè potrò e avrò un filo di voce continuerò a parlarne”. Un invito in questo senso è stato fatto dall’assessore alla Cultura Stefania Pezzopane che ha lanciato un appello alle istituzioni preposte “affinchè diano inizio ai lavori di ricostruzione” e ha focalizzato l’attenzione sulla cultura che “non va recepita come un lusso - ha affermato - ma una necessità di vita”. Anche Marco Fanfani, assessore comunale e presidente dell’Atam – Associazione teatrale abruzzese e molisana, che ha partecipato attivamente come ente alla realizzazione del progetto di produzione teatrale, ha evidenziato come la cultura sia essenziale per la rinascita cittadina “gli artisti si sono prodigati concretamente per L’Aquila, abbiamo sentito tante promesse, tante chiacchiere che poi non hanno portato nulla a livello pratico, invece la cultura si è mossa da subito e tangibilmente ”. Anche il vice presidente del Tsa Innocenzo Chiacchio ha posto l’accento sull’importanza della cultura e della ricostruzione però intesa “non tanto come ricostruzione degli edifici, ma come ricostruzione della mente, un aspetto da privilegiare fra gli altri”.

scene da un matrimonio locandina

Sulla rete di solidarietà sorta intorno alla città è tornato anche Giorgio Iraggi, dirigente organizzativo del Tsa “Abbiamo riempito da subito i due turni per la nostra stagione teatrale e si è resa necessaria una terza replica per rispondere alla grande richiesta che abbiamo avuto per questa produzione. All’Aquila c’è una grande voglia di cultura. Attorno a questa idea di riprendere Scene da un matrimonio, proposta che ci è stata fatta il 17 dicembre del 2009 in occasione della riapertura del Ridotto, c’è stato subito l’entusiasmo di muoversi, di risolvere gli innumerevoli problemi nonostante le difficoltà. Con Alessandro, Daniele e Federica ci siamo sentiti da allora quasi tutti i giorni e questo è il risultato”. Risultato ottenuto grazie allo sforzo di tutti i tecnici del teatro e da Roberta Gargano, responsabile della comunicazione e del marketing del Tsa che ha annunciato anche che lo spettacolo sarà il primo prodotto marchiato con il nuovo logo “L'Aquila made in”.

Assente alla presentazione Mauro Di Dalmazio, presidente del Tsa e assessore regionale alla Cultura che ha comunque commentato in una nota “Ci sentiamo speranzosi di aver fatto la scelta giusta, favorita dalla disponibilità del regista e degli attori perché hanno avuto il coraggio con noi di mettersi in gioco per il Tsa e per la città dell'Aquila. È un testo difficile - ha continuato Di Dalmazio - di qualità assoluta sotto ogni profilo da quello delle musiche alla scenografia ed è una scelta di produzione che abbiamo voluto fare per dare un segnale importante di rinascita della città e per lanciare un messaggio al mondo della cultura abruzzese e nazionale". Sul futuro del Teatro stabile abruzzese il presidente Di Dalmazio ha parlato di "novità importanti e di impostazione necessari per adeguarci ai tempi. Dobbiamo fare in modo, ma questo è un discorso che non riguarda solo il Tsa, che in Abruzzo si creino sinergie che abbandonino le logiche di campanile per fare posto a collaborazioni di qualità su tutti i settori e il Tsa nella prosa deve interagire con gli altri territori e con le realtà presenti nelle altre province in modo da creare un circuito virtuoso senza consentire dispersione di risorse. Se il Tsa produce uno spettacolo – ha precisato Di Dalmazio - questo deve trovare la sua accoglienza nei circuiti nazionali e abruzzesi e per fare questo deve avviare un percorso di condivisione delle scelte con le altre realtà. Se riusciremo a fare questo - ha concluso - il Tsa non potrà che avere un futuro radioso e sarà veramente il teatro dell'Abruzzo e degli abruzzesi".

di Eleonora Egiz
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