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Italiani brava gente, discriminazione razziale in nome di Dio

Italiani brava gente, discriminazione razziale in nome di Dio

Il caso Goito - Gli ambigui rapporti tra Stato e Chiesa continuano a spargere la zizzania lungo lo stivale. La Repubblica Italiana non riesce a tirare le somme con il suo passato. Dall’unificazione del Regno d’Italia e la presa di Roma e l’annientamento dello Stato Pontificio, la Santa Romana Chiesa Cattolica non ha mai rinunciato al suo potere temporaneo. Liberazione secondo l’ottica italiana, usurpazione secondo quella pontificia. L’Unità d’Italia è macchiata da questo peccato originale, una colpa da espiare agli occhi della Santa Sede. Il non possumus fu proclamato e i papi si reclusero dietro i muri vaticani. La Questione Romana fu sciolta dal regime fascista con la firma dei Patti Lateranensi nel 1929 e la creazione dello Stato della Città del Vaticano come stato indipendente e sovrano -monarchia elettiva ecclesiale- che restituiva al papato il suo potere temporaneo, e il Concordato con cui l’Italia attribuiva alla Santa Sede il diritto d’ingerenza nei affari interni italiani: «Lo Stato italiano non è laico ma concordatario, si toglie alcune prerogative per darle a una religione dominante». (Nicola Lettieri, rappresentante del governo italiano presso la Corte Europea di Strasburgo)

Una situazione ambigua e fonte di malintesi. Tra chi ritiene la Repubblica Italiana ’laica’ e chi la considera ’cristiana’ (leggi l’articolo Stato, laicità e concordato: una sovranità limitata.)

Una situazione limpidamente riassunta da Lili, 9 anni:
In Italia ci sono due re: un re è Berlusconi, l’altro re è il Papa. Berlusconi comanda l’Italia, il Papa comanda gli italiani.

Una situazione già individuata e denunciata da Niccolò Machiavelli, che ritiene la Chiesa come causa e ragione della divisione e della debolezza dell’Italia.

"La chiesa ha tenuto e tiene questa provincia (l’Italia) divisa...E la cagione che la Italia non...abbia anch’ella o una repubblica o uno principe che la governi, è solamente la chiesa...[che] non essendo [tanto] potente da potere occupare la Italia, nè avendo permesso che un altro la occupi, è stata la cagione che non è potuta venire sotto uno capo...". E l’unità di un paese è per Machiavelli il summum bonum, la conditio sine qua non perchè un paese possa prosperare e organizzare una valida difesa. Con amaro umorismo consiglia, chi non è convinto della sua affermazione, di fare un esperimento: di trasferire la corte romana "in terre de’ svizzeri", popolo da lui ritenuto integerrimo e disciplinatissimo, "e vedrebbe che in poco tempo farebbero più disordine in quella provincia i rei costumi di quella corte che qualunque accidente che in qualunque tempo potesse surgere". (Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio; citato da Adrian Comollo in Machiavelli, Guicciardini, and the Papal State)

 

 Goito, provincia di Mantova, 10.000 abitanti di cui il 10 per cento di stranieri. Famosa per la battaglia del ponte di Goito (8 aprile 1848) e fiera di aver dato alla posterità il poeta Sordello da Goito (XIII secolo). Goito un nome che trae origine da ’Goto’, quei goti che s’insediarono nel V secolo; anche loro stranieri invasori.


Ordunque, come lo riporta la Gazzetta di Mantova: "L’asilo comunale? Solo per i bambini che provengono da famiglie che accettano «l’ispirazione cristiana della vita». Il regolamento è stato approvato a maggioranza [Pdl e Lega, ndr] dal consiglio comunale di Goito fra le proteste di tutta l’opposizione". Il sindaco
Anita Marchetti (Pdl) "assicura di non trovare nulla di strano nel regolamento dell’asilo comunale. «Mi sembra una polemica assurda. E’ da una vita che in quella sezione c’è un insegnamento di tipo religioso - ha ribadito - Non si va a stravolgere nulla. Se qualcuno volesse un’alternativa all’ora di religione lo può fare. Avere proposte diverse sul territorio è un valore aggiunto». Ed entra nel dettaglio: «Da trent’anni in quest’asilo insegnano le suore. Quest’anno c’è un’insegnante laica, che è stata però preparata dalla Curia». Un asilo comunale religioso? «In sostanza sì. E’ pubblico, però è come se fosse parificato». Una scuola paritaria, secondo la definizione della Fism, la federazione delle scuole mantovane a cui l’asilo aderisce. «Noi ci siamo limitati a recepire, cioé a copiare, il regolamento della Fism, che è una federazione di stampo religioso. Non abbiamo voluto introdurre alcuna modifica, né, men che meno, discriminare qualcuno». Anche se, ammette Marchetti, di stranieri sui 29 iscritti non ce n’è nemmeno uno. «Chi non è d’accordo sull’impostazione dell’asilo può andare alla scuola dell’infanzia statale, dove ci sono ben nove sezioni. In questo asilo noi abbiamo un’adesione totale e di solito le richieste sono in numero molto maggiore dei posti disponibili»".

"Crediamo che sia la prima volta in Italia che si verifichi un fatto del genere, di una gravità estrema, sulla cui costituzionalità occorre fare verifiche - dice Maria Bacchi, vicepresidente dell’Osservatorio contro le discriminazioni - è stupefacente che di fatto un regolamento scolastico escluda i bambini non cattolici». [...] Occorre tenere alta la guardia, perché «questo fatto si inserisce in una serie di situazioni allarmanti nella nostra provincia: le barricate contro i sinti, i cartelli per la caccia al clandestino, la stessa vicenda del coro di Ceresara riservato ai bimbi dell’asilo parrocchiale".


Questa decisione, dalle parole del sindaco Anita Marchetti, è giustificata dal fatto che l’asilo comunale, finanziato dai denari pubblici, è una scuola paritaria aderente alla Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) un’associazione creata dalla Cei nel 1973 tutelata dalla Curia Vescovile (per la provincia di Mantova: Piazza Sordello, 15 - Mantova; Tel. 0376.319537; Email [email protected]). Che, secondo il sindaco di Goito («Noi ci siamo limitati a recepire, cioé a copiare, il regolamento della Fism») porta nei suoi statuti la necessaria precondizione a l’accettazione dei bimbi che i loro genitori dimostrano e s’impegnino a sostenere «l’ispirazione cristiana della vita».

Di fatto, o almeno ufficialmente, i statuti della Fism recitano:
"Ambito e finalità (Art. 2 Statuto F.I.S.M.)
La F.I.S.M. fa propri i principi contenuti nelle dichiarazioni dell’O.N.U. sui diritti dell’infanzia e quelli sanciti dalla Costituzione italiana".

A meno che i diritti dell’infanzia dell’Onu siano cambiati arrivando nelle diocesi mantovana o che la Curia Vescovile abbia modificato l’Articolo 3 della Costituzione italiana: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
 

Per le osservazioni o raccomandazioni rivolgersi al sindaco Anita Marchetti o alla Curia Vescovile di Mantova.

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