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Italiani battiamo un colpo contro questa classe politica

Persa ogni capacità di indignarsi, ormai abituati a tutte le nefandezze, gli italiani si comportano come un gregge di pecore.

Credo che chiunque abbia ormai capito che la capacità di indignarsi degli italiani è scesa al di sotto del limite di guardia, il popolo assorbe qualunque misfatto come una spugna, lì per lì sembra scuotersi, svegliarsi dal torpore per poi, rapidissimamente, tornare alla "normalità", quella piatta e sconfortante di un gregge di pecore.

Prendiamo il caso Lega: è l'argomento del giorno, perché ne hanno combinate di tutti i colori a tal punto che nessuno è più in grado di prevedere quali ulteriori sviluppi possa assumere la vicenda. L'ultima che si vocifera riguarda una rogatoria in Svizzera per accertare eventuali collusioni del tesoriere Francesco Belsito con la 'ndrangheta nel riciclaggio e nella costituzione di fondi neri all'estero.

Sta inoltre emergendo un quadro desolante di dossieraggi, ricatti e pedinamenti in un contesto di attività occulte che sono al vaglio degli inquirenti e che promettono sviluppi clamorosi. L'ipotesi più inquietante è che Umberto Bossi sapeva tutto, era al corrente di tutto, che è poi quello che Belsito va ripetendo da giorni negli interrogatori cui è sottoposto.

Vero o non vero, probabilmente plausibile vista la personalità dominante di Bossi nel partito, comunque ragione dovrebbe indurre il "senatur" ad una certa prudenza, ad un comportamento quantomeno civile di fronte ai giornalisti che, giustamente, lo incalzano per sentire la sua versione. Bene! niente di tutto questo, il nostro Bossi se ne esce, come al solito, con il dito medio alzato, che ormai potrebbe tranquillamente sostituirsi al logo della Lega, dal momento che lo stesso Bossi, recentemente, ha minacciato di portarsi via quello vero in quanto è suo. Queste le sue parole: "Maroni sta esagerando, si crede già segretario federale... ma se voglio mi prendo il simbolo della Lega, è mio!". Insomma ha il copyright del film.

Dunque abbiamo un "senatore", ex ministro della Repubblica che alza il dito medio come risposta volgare verso i giornalisti e che, con tutto il marasma che emerge su di lui e sul partito, minaccia di rubarsi pure il simbolo. Capirai che minaccia! Ritirare un simbolo che potrebbe diventare come il garofano rosso di Bettino Craxi e che certamente non è passato alla storia come qualcosa da rimpiangere.

Adesso provate ad immaginare un senatore, un deputato o anche un politico di terza fascia che in Francia o in Germania, tanto per citare due paesi vicini, si comportasse alla stessa maniera di Bossi. La reazione pubblica sarebbe totale ed il volgarotto verrebbe spazzato via in un battibaleno, carriera finita, stop.

"Bobo" Maroni, nuovo leader in pectore, invece ha dichiarato guerra all'IMU, indiscutibilmente odiatissima tassa che non mi sento di difendere più di tanto, se è vero che oltretutto non finirà nelle casse dei comuni, ma in quelle dello Stato. Tuttavia avrebbe potuto pronunciarsi contro la sua applicazione, sollevare una questione politica, invece che fa? Invita il popolo alla disobbedienza civile, alla rivolta fiscale.

Domani, in vista delle elezioni amministrative del 6 maggio, Maroni nel corso del "Lega unita day" che si terrà a Zaniga nel bergamasco, indetto per esorcizzare gli scandali che avvolgono il partito, inviterà gli oltre 500 sindaci leghisti alla "rivolta fiscale", a boicottare l'IMU: "coinvolgeremo i nostri sindaci perché diano copertura a chi aderirà all'iniziativa [...] allora si che salterà il banco". Saltare il banco? Quale banco? E cosa significa "daremo copertura"? Un ex ministro degli intern, nonché parlamentare, che invita il popolo alla ribellione credo sia un unicum nel panorama mondiale.

Angelino Alfano, per non farsi fregare la scena dall'ex alleato in vista delle elezioni, dopo avere nei giorni scorsi preannunciato novità mirabolanti nella linea politica del suo partito che probabilmente avrà anche una nuova veste coreografica, lancia la sua ricetta per risolvere una volta per tutte il problema dell'insolvenza dello Stato nei confronti delle imprese che, stando agli ultimi dati, ammonterebbe a circa 90 miliardi di euro. Una cifra pazzesca, tenuto conto del debito pubblico e dell'impegno, messo in Costituzione, del pareggio di bilancio.

La ricetta è la seguente: chi vanta crediti nei confronti dello stato non verserà imposte all'Erario fino a che non avrà recuperato l'intero ammontare che gli compete. Aggiunge il prode Angelino che non è accettabile che lo Stato sia esattore velocissimo e pagatore lentissimo. Giusto, sacrosanto, nulla da eccepire ma perché quando governava ed era "guardiasigilli", ovverossia a capo del ministero che è garante della "giustizia", non si è mosso questo senso, non si è reso promotore di iniziative parlamentari?. E come pensa di recuperare una cifra così colossale se al minimo accenno di Monti a voler tassare il capitale, le rendite finanziarie e le ricchezze scudate o occultate, frutto per lo più dell'evasione fiscale, scatta come un cobra pronto a mordere e ad iniettare il suo veleno mortale nella coalizione che appoggia il governo.

Non passa giorno che non arrivi la minaccia che se la Fornero non rivede le "concessioni" fatte ai sindacati e alla sinistra sul welfare, toglie il sostegno del PDL al governo. Concessioni? Quali concessioni se c'è gente disperata che ha perso ogni prospettiva di vita. Già, dove pensa di reperirli Angelino i 90 miliardi che verrebbero in un botto a mancare? Anche lui è contrario all'IMU, anzi è contrario a nuove tasse, così ci dice che darebbero la percezione che ogni tassa è un balzello. E allora? Qual è la proposta alternativa? Perché non ci dice dove li recuperiamo questi soldi?.

Siamo tornati al peggior populismo demagogico di sempre, a quel "Vi tolgo l'ICI, puttan dell'eva!" che Begnigni mise in satira riferendosi all'exploit di Silvio Berlusconi alla immediata vigilia del voto che lo vedeva indietro di dieci punti rispetto all'armata brancaleone della sinistra. E così, grazie soprattutto a quel colpo di mano populista in extremis, invece vinse; e pure con largo margine. Poi si è visto com'è andata.

E il bello è che gli stessi soggetti accusano Grillo e il suo M5S di populismo e di antipolitica. Per completare il quadro politico stiamo assistendo ai tentativi di Casini di ricostituire la vecchia DC, rimpolpandola con i tecnici di questo governo che darebbero una patina di "competenza meritocratica" ad una coalizione che puzza di stantio. Su Bersani e amici vicini e lontani, nulla di nuovo, solita manfrina di chi è pro e di chi è contro praticamente su qualsiasi argomento. L'unica notizia che emerge dal PD è che non vuole andare ad elezioni anticipate, quelle che astutamente Silvio Berlusconi aveva appioppato come intenzione di Bersani. A proposito di Silvio, in un sussulto di sincerità pinocchiesca, ha detto "Monti è una persona seria" e che lui non si è mai pentito di avere fatto un passo indietro. Come sarebbe un passo indietro? Ma se è stato commissariato! Forse dobbiamo ringraziarlo perché non ha opposto resistenza? E poi che ne sa lui di persone serie, magari di "burlesque" è un'autorità in materia, ma di persone serie... Infine una promessa a cui dobbiamo dare la stessa credibilità di tutte le altre promesse con le quali il nostro ex premier ci ha gratificati nel corso di venti anni "... forse, anzi probabilmente, potrei ritirarmi dalla politica". (Sic!)

Insomma, tutti i nostri, chi più chi meno, sono in carrozzeria a togliere i graffi e le ammaccature per riuscire più lucenti di prima sul palcoscenico di questo tragicomico teatro itinerante che è la politica italiana. E il popolo?

Sul web, che è l'unico angolo vitale e non ancora imbrigliato, una sortita puramente demagogica e velleitaria ancorché di forte valenza simbolica, come quella dell'avvocato cagliaritano Paola Musu che ha denunciato Napolitano e Monti, oltre a tutto il Governo e Parlamento, "per avere sottratto la sovranità al popolo italiano", ha sollevato un entusiasmo incredibile quasi fosse un atto liberatorio, il dubbio è: ma perché prima il popolo era sovrano? Ai tempi di Silvio premier era sovrano? Quando mai in questo paese il popolo è stato sovrano? Siamo proprio sicuri che le elezioni esprimevano la volontà dei cittadini, specialmente con meccanismi elettorali congegnati per ottenere l'esatto opposto? 

Il dubbio è che siamo in presenza di un popolo totalmente narcotizzato che ingoia tutto come un lavello, che somatizza i peggiori rospi che gli vengono propugnati da una classe politica super squalificata che sta rifancedosi il trucco per poi ripartire alla grande come prima e forse peggio di prima.

Se ci è rimasto ancora un briciolo di capacità di indignarci, bisogna far seguire fatti che non siano la solita lagna impotente, l'accettazione supina delle vessazioni come fatto ineluttabile. Altrimenti siamo un popolo davvero sterilizzato e senza futuro. 

Italiani se ci siete battete un colpo, rompete le catene: seggi deserti!

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.102) 2 maggio 2012 20:20

    Su Bersani dici poco, davvero troppo poco. Il nostro (amministratore di condominio) un giorno ci fa sapere che lui è pronto a governare con i suoi ministri e l’altro che si sente talmente sicuro che può aspettare fino alla primavera del 2013.

    Qualcuno per spirito caritatevole dovrebbe avvisarlo che è sulla via della gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria. Possibile che nel PD non ci sia alcuno in grado di fargli capire che con i suoi comportamenti non fa altro che perdere voti giorno dopo giorno

    a favore del santone di Genova. Il novello Masaniello (rileggitela Paolo la storia di Tommaso Aniello d’Amalfi ) per contraddizioni insite nel suo partito assoluto (da questo punto di vista non si vede neanche berlusconi) non può aspirare al governo del paese, ma di sicuro riuscirà ad impedire al PD di vincere (immeritatamente) le prossime elezioni.

    Ti preoccupi troppo dei partiti della seconda repubblica, sono finiti Paolo si è solo in attesa di certificazione e di vedere chi li sostituirà se una destra moderata alla Monti o se le cose dovessero volgere al peggio una nuova destra autoritaria e violenta.

    Caro Paolo il problema politico è a mio avviso come ricostruire una sinistra che non sia più subalterna alla destra e neanche marchiata da estremismo inconcludente. Votare o non votare conta davvero poco, ci pensa Grillo piuttosto bene a sfasciare il tutto (che per la verità è già sfasciato), per gente come te e come me - una vita a sinistra - ciò che conta è come ricostruire una nuova sinistra.

  • Di paolo (---.---.---.21) 3 maggio 2012 11:17

    Mah! Dico poco su Bersani ,è vero hai ragione,ma il fatto è non mi viene in mente francamente nulla che non sia "oh ragazzi ,siamo mica qui ... ". Quando penso a Bersani mi prende un senso di vuoto allo stomaco , se poi penso a Renzi arrivo alla nausea . A questo siamo arrivati .

    Mi occupo dei partiti della 2° Repubblica perché sono gli stessi della 1° con il gioco delle tre carte ,il panorama politico italiano offre come novità(si fa per dire) un comico che fa il politico subito dopo avere sperimentato un "politico " che faceva il comico (tragico) .

    Masaniello oggi con questa "sinistra " infradiciata di democristiani ,si torcerebbe dalla disperazione . Questi ormai hanno perso ogni aggancio con le classi più umili , i lavoratori ,la gente comune . Per rifondare una sinistra (non demagogica e massimalista) ci vorrebbe un bel reset di questi dirigenti ultra compromessi e ultrasqualificati .Ma chi lo fa?
    Altro non so che dire ,solo sconforto ,la delusione l’ho superata da un pezzo .Ormai mi rimangono gli appelli al popolo (!!?)
    L’appello a non votare è l’ultimo disperato tentativo per affermare una precondizione ,se ci pensi bene è l’unica scelta che ci è rimasta(insurrezione a parte) , le altre scelte questi manigoldi trasformisti se le sono scippate da un pezzo .
    grazie del tuo commento e ciao

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