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 Home page > Attualità > Politica > Italia, democrazia rappresentativa o oligarchia gerontocratica?

Italia, democrazia rappresentativa o oligarchia gerontocratica?

 

Lo Stato d’Italia sta vivendo una fase di particolare pochezza politica, da qualche tempo nessun politicante, di maggioranza o di opposizione che sia, dimostra di avere doti di lungimiranza, assennatezza, profonda moralità, senso dello Stato ed amore per i cittadini: elementi che dovrebbero rappresentare quel prerequisito essenziale alla sola candidatura di un individuo ad una posizione pubblica.

L’Italia è governata da un ventennio dalle stesse persone che si barcamenano tra maggioranza ed opposizione, ma che non rinunciano per nulla al mondo al posto da Onorevole. A tal proposito risulta addirittura imbarazzante vedere come non pochi parlamentari abbiano ricoperto questa carica per svariate legislature, rendendo di fatto nullo il necessario ed opportuno ricambio generazionale.

Ed in effetti, come ci hanno confermato le recenti vicende, quella dei parlamentari in Italia è una casta che non lascia nessuna possibilità di accesso ai giovani.

L’Italia più che una democrazia rappresentativa sembra essere un’oligarchia gerontocratica, dove sempre gli stessi volti, oramai in avanzata età, governano stancamente il Paese.

E i risultati, per nulla lusinghieri, di aver lasciato la guida della Nazione a persone oltre la settantina sono sotto gli occhi di tutti.

C’è un’età in cui la cosa migliore da fare è ritirarsi a vita privata ed educare i nipoti, e quell’età è stata raggiunta da buona parte dei politici italiani.

Sarebbe più che opportuno fissare a 60 anni l’età massima per potersi candidare a qualsiasi posizione elettiva nello Stato d’Italia, compresa la posizione di predidente della Repubblica. In tal modo eviteremo che persone stanche, piene d’acciacchi, senza grinta, con facoltà intellettive certamente in fase calante guidino il Paese.

Come la fanciullezza non è un età adatta a governare, ed in effetti la legge prevede ben precisi vicoli in tal senso, non lo è neanche la vecchiaia. Con buona pace di chi professa l’assennatezza degli anziani, io professo la grinta, l’intelligenza e la voglia di fare di chi è nel fiore della vita.

Almeno in questo gli USA hanno molto da insegnarci…

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.14) 20 luglio 2009 09:43
    Damiano Mazzotti

    I Italia i politici e gli amministratori sono i primi a non rispettare le leggi, perchè dovrebbero farlo i cittadini?

    Si fa un referendum per non avere l’energia nucleare e loro non lo rispettano....

    Si fa un referendum per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e loro non lo rispettano aumentanto i soldi che vanno ai partiti tramite il voto di ognuno di noi..

    E, cosa più grave, fanno un legge elettorale che scippa l’indicazione dei rappresentanti del popolo che non sono più tali... Da due legislature in Parlamento non ci sono deputati e senatori eletti dai cittadini, ma solo dei rappresentati dei diversi partiti eletti dai segretari di partito....

    E poi si sono le truffe delle multe dei semafori, delle lottizzazioni edilizie e così via....

  • Di Davide3d (---.---.---.241) 20 luglio 2009 15:41

    La questione dell’età è un falso problema; considerare poi "vecchi" quelli di 60 con un sistema pensionistico che impone di lavorare sino a 65 è davvero paradossale.
    Ma non è l’età anagrafica che conta, o perlomeno conta in parte. Se mi chiedessero di scegliere, per una candidatura di governo, tra Buchicchio e Sartori non avrei esitazioni nello scegliere il secondo.
    Le persone di buon senso e di buona morale non hanno bisogno di una legge che li inviti a mollare... lo fanno da soli, perchè hanno un senso della vita completo che implica il ricambio generazionale.
    Qui il problema è diverso: Cota, Salvini, La Torre, Finocchiaro, etc etc non hanno mica 60 anni! Ma ne farei volentieri a meno già da ieri!

    • Di Francesco Rossolini (---.---.---.247) 20 luglio 2009 17:19

       1- essere eletti a 60 anni significa appunto tornarsene a casa a 65, non era difficile da capire. 

       2- il problema dell’età è quanto mai serio, nessuno può arrogarsi il diritto di detenere una posizione pubblica oltre l’età della pensione che per i dipendenti pubblici è appunto 65 anni. 

  • Di mastrogeppo (---.---.---.228) 21 luglio 2009 13:18

    Perfino la chiesa cattolica romana manda a riposo vescovi, arcivescovi e cardinali a 75 anni!
    Ottima l’idea dei 60 anni che mandano in pensione a 65, e mandiamoci pure magistrati e baroni di cattedra.
    Io ne ho 64, sono di Firenze e dopo averne fatte di tutti i colori da 18 in su, dentro e fuori la chiesa, sono effettivamente un po’ stanchino .... come Forrest Gump.
    Dunque m’avvio ben volentieri a fare tutti i viaggi possibili e a girare il mondo; si a fare il backpacker coi capelli grigi ma col borsellino pieno (la pensione ....) Auguri per chi resta.


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