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Israele-Palestina. Pietre, coltelli, pietre: è la nuova Intifada

Hanno poco da perdere i giovani palestinesi, disoccupati in massa e così, per dirla banalmente, si è arrivati alla terza Intifada o nuova Intifada: "Chiediamo di rafforzare l'intifada, è la sola via che porterà alla liberazione. "Gaza farà la sua parte nell'intifada di Gerusalemme ed è più che pronta allo scontro" ha detto Ismail Haniyeh, leader di Hamas nella Striscia di Gaza durante la preghiera settimanale del venerdì in una moschea e altre dichiarazioni micidiali vengono dal sindaco di Gerusalemme: “Uscite di casa armati per difendervi”.


Una terza intifada è il loro futuro? "La situazione economica della Palestina è da anni gravissima e potrebbe causare nuove tensioni: a Gaza ci sono ancora molti problemi in seguito alla guerra combattuta nell’estate dell’anno scorso e di recente il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il 60 per cento. All’inizio di ottobre la Banca Mondiale, un’organizzazione che si occupa di sviluppo economico di paesi in difficoltà, ha previsto che nel 2015 l’economia palestinese si restringerà per il terzo anno di fila. I palestinesi sono anche generalmente insoddisfatti del proprio governo – che non viene sottoposto a un’elezione da dieci anni – e per come sta gestendo i propri rapporti con Israele: secondo un recente sondaggio compiuto dal centro studi Palestinian Centre for Policy and Survey Research il 42 per cento delle persone contattate crede che solo la lotta armata potrebbe portare come conseguenza l’indipendenza della Palestina, e il 57 per cento di loro appoggerebbe una nuova intifada in assenza di nuovi negoziati per la pace", scrive Il Post. 


Le ultime notizie su Nena news dicono che "I militari hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che si erano avvicinati alle linee di confine. Oltre 60 i feriti e 6 morti tra i giovani palestinesi"

E ancora su Frammenti Vocali: "Pietre, coltelli e Facebook. E’ questa l’Intifada 3.0. Perché è una nuova generazione di palestinesi quella che sta guidando la rivolta di queste settimane, che dalla Città Santa via via è dilagata prima nei Territori palestinesi occupati, poi nella stessa terra d’Israele. Questi ragazzi sono troppo giovani per sapere quali tragedie portò con sé l’ultima Intifada, ma hanno perso la speranza di ottenere uno Stato con i negoziati, diffidano dei loro leader politici e sono convinti che Israele capisca solo il linguaggio della forza. La diffusione poi sui social network palestinesi dei video degli scontri e degli attacchi con il coltello, esalta questi ragazzi, facendone dei volontari pronti per la “prima linea”. L’hashtag in arabo “l’Intifada è iniziata” rimbalza su tutti i social, anche #IntifadaJerusalem è molto popolare. Mohammad Halabi — che era di El Bireh, a poca distanza da questo campo profughi — prima di accoltellare una famiglia ortodossa alla Porta di Damasco la scorsa settimana aveva postato su Facebook l’annuncio che andava a partecipare alla terza intifada. Nell’era degli smartphone e del “live-tweeting” il video dell’attacco era on-line qualche minuto più tardi. Poco dopo il braccio armato della Jihad Islamica postava un video per annunciare che il gruppo era pronto a riprendere gli attacchi suicidi — che è stato visto 40.000 volte. Quello della morte di Fadi Alloun — dopo aver ferito un ragazzino israeliano in Città Vecchia — 100.000 volte."


Poi vorrei sapere che fine ha fatto Lina Khattab ,18 anni, studentessa all'università di Bir Zeit, ballerina nel gruppo palestinese di danza culturale al-Funoun, che fu arrestata il 18 dicembre con l'accusa di "lanciare pietre" e di ”partecipare ad una manifestazione non autorizzata”. Il suo processo fu rinviato più di sei volte. Il tribunale militare rifiutò di rilasciarla su cauzione o metterla in arresti domiciliari, liberata a giugno dopo 6 mesi. Lina che studiava giornalismo all’Università Bir Zeit, è stata rinchiusa nella prigione israeliana di Hasharon, arrestata durante una manifestazione studentesca a sostegno dei prigionieri politici palestinesi detenuti nella prigione di Ofer perché sospettata di aver «lanciato pietre» e aver partecipato a una manifestazione non autorizzata. Secondo il Child International Network (CRIN), sono circa settecento i bambini palestinesi arrestati ogni anno e maltrattati dalle forze di occupazione israeliane. «Durante il 2014, una media di 197 bambini sono stati in regime di detenzione militare ogni mese, il 13% dei quali sotto i sedici anni», si legge nel primo rapporto del 2015 del CRIN.

Per ora abbiamo un film Lina لينا di un regista palestinese Osama Abed, su Lina Khattab: 11 minutes, in arabo, con sottotitoli inglesi.

Nena News ha intervistato David Sheen, giornalista israeliano il 6 ottobre 2015 : “In Israele il razzismo è di stato .Politici, accademici, rabbini istigano la popolazione all’odio verso il palestinese. Il legame tra governo e gruppi estremisti è strettissimo"

Capisce chiunque l'amore per la Vita e la Libertà, senza necessità di traduzione.
Doriana Goracci

n.b. alcune delle foto sono tratte dalla pagina FB di Motasem A Dalloul

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