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Intervista (esclusiva) a Yussef Ziedan

Yussef Ziedan è un professore arabo che, negli ultimi tempi, sta ottenendo un grande successo come scrittore. Solo pochi dei suoi libri – finora – sono stati tradotti in italiano, ma gli ultimi due ("Azazel" e "Nabateo lo scriba") li ho letti e così questo autore è diventato uno dei miei preferiti. Per questo motivo l’ho intervistato!

Come è possibile che un professore di studi islamici, quale Lei è, abbia deciso di dedicarsi a scrivere romanzi di fantasia?

Non sono mai stato lontano dal ramo della letteratura. Nelle mie opere sul patrimonio arabo e sugli studi islamici c’è una grande parte specializzata alla letteratura del sufismo «in particolare le poesie». A metà degli anni novanta, pubblicai un libro sugli studi critici e letterari, quindi la trasmissione verso la «scrittura dei romanzi» fu uno sviluppo naturale a questo percorso.

C’è un filo conduttore nei suoi romanzi (quali Azazel e Nabateo, lo scriba), magari nemmeno tanto nascosto, per cui traspare una critica nei confronti delle religioni (di tutte le religioni)?

Nel mio libro «La teologia araba e l’origine della violenza religiosa» pubblicato nel 2010, metto in evidenza la mia idea principale sull’unità delle tre religioni (l’ebraico – l’islam – il cristianesimo). Io le considero come un’unica religione discesa in tre diversi periodi: quindi la mia visione verso le tre religioni è unica. Nel mio primo romanzo Zel-El-Afà, «L’ombra del serpente», affronto l’influenza della religiosità sul cambiamento dei concetti generali che aveva formulato l’antica civiltà umana vissuta in Egitto, Iraq, Siria «Il mondo antico». Nelle opere seguenti (Azazel – Nabateo, lo scriba) ho messo in evidenza come l’impatto della religiosità (non la religione) ha trasformato il sistema prevalente dei valori (principi) umani.

Dopo l’uscita di "Azazel" che ha riproposto al grande pubblico la storia di Ipazia, è uscito un film a lei dedicato. Possiamo aspettarci un film anche sulla storia (o sul periodo storico) di Nabateo?

Il film di «Agora» ha presentato un solo capitolo del romanzo d’Azazel, dopo che il regista ha fatto dei cambiamenti su quello che ho scritto e che è accaduto in realtà nella storia, quindi Azazel fin’ora non è stata presentata in maniera cinematografica, però prossimamente potrebbe uscire un film su Azazel o il Nabateo, lo Scriba.

Questi due libri raccontano storie ambientate nei primi secoli dopo Cristo. C’è qualche motivo particolare per cui Lei predilige proprio quel periodo?

Ci sono tanti motivi. Il primo è far scoprire queste fasi storiche oscure.
Il secondo, indicare che il passato esiste sempre nella nostra vita quotidiana.
Il terzo motivo: usare diverse tecniche e strumenti linguistici, perché non favorisco la ripetizione degli stessi argomenti, preferisco entrare in mondi nuovi e scoprire diversi significati della vita umana in ogni fase storica.

Sempre parlando di Azazel e Nabateo, è possibile ipotizzare un insegnamento nascosto (quale possiamo trovare anche nel “nostro” Dante che nascondeva la verità “sotto il velame de li versi strani”)?

Nel testo arabo ci sono tanti segnali, non so se appare nel testo italiano.


Nella mia narrazione romanziera non preferisco il racconto diretto, perciò cerco sempre di presentare testi romanzieri con indicazioni (significative) simboliche capaci a generare delle nuove indicazioni al lettore.

Lei starà già pensando al prossimo libro: in quale altro contesto storico sarà ambientato?

Secondo me, il tempo umano ha due lati (passato e futuro).
Il presente è una fase di transizione tra di loro, per questo il passato e il futuro insieme rappresentano una sola linea di continuazione che spinge la consapevolezza umana a creare il testo letterario. Il romanzo di Zel- El-Afà «Ombra del serpente» si svolgerà nel prossimo futuro (nell’anno 2020) mentre gli eventi del romanzo di Azazel si svolsero nel quinto secolo e Il Nabateo nel settimo secolo DC. Il mio ultimo romanzo Mohal si svolge nel periodo tra 1993 fino a 2001 quindi per me non è importante il movimento (cambiamento) attraverso il tempo in quanto sono interessato a scoprire « L’Uomo » nelle diverse fasi storiche.

La filosofia sembra assurgere ad argomento di grande interesse (recentemente un bestseller è quello dedicato a Spinoza): lei si considera un filosofo?

La filosofia è la mia specializzazione principale, ho avuto il mio dottorato in filosofia islamica, quando avevo 39 anni e quindi il titolo di filosofo è il più adatto a me. Nei paesi arabi non piace usare tanto questo titolo perché la gente comune dà al titolo «filosofo» un grave significato, viene collegato a cio che è contro la religione per questo la gente preferisce usare altri termini come: Saggio, Autore, Creatore, per evitare l’uso del titolo «Filosofo».

Nella Sua veste di Direttore di uno dei più importanti Musei di Alessandria, ci sarà sicuramente qualche scoperta che l’ha particolarmente colpita. Non pensa di poterla condividere con noi?

Questo è un grande argomento sul quale ho scritto diversi libri, pubblicati in arabo. Gia dall’accenno dei titoli si capisce l’importanza dell’argomento, come: "Il patrimonio sconosciuto", "Una visione sul mondo dei manoscritti" (pubblicato diverse volte), "I manoscritti millenari", "I manoscritti rari".

Tra sufismo, Islamismo e filosofia greca: quali connessioni Lei ritiene esistano tra le tre visioni del mondo?

La tendenza umana è chiara nella filosofia greca pero è più elevata nel sufismo islamico che si occupa della femminilità mentre la mente greca (filosofica) la disprezza. Le opinioni di Platone e Aristotele sulla donna riflettono la forte ignoranza nella loro teoria sulle donne rispetto al sufismo islamico come El Sheikh Mohi Al Din Ibn Arabi, che ritiene che «l’universo è femminile» , «Se qualsiasi posto (luogo) non ha il simbolo femminile non avrà un significato (valore)». L’islam come religione è una via di mezzo tra tutte due: Il sufismo e la filosofia greca.

Ha in programma una qualche visita in Italia: sarebbe certo il benvenuto.

A me piace tanto l’Italia, ci sono stato diverse volte per dare lezioni, per festeggiare le mie pubblicazioni letterarie, participare alle conferenze e per l’attivazione del programma d’interazione tra l’Egitto e l’Italia attraverso il mio lavoro nella biblioteca d’Alessandria (professione che ho lasciato recentemente per dedicarmi alla scrittura). Gli italiani hanno un posto speciale nel mio cuore, perché nella mia infanzia vivevano ad’Alessandria per questo noi egiziani non li consideravamo stranieri, durante il governo dell’esercito (Naser e i suoi successori) si sono rotti i legami tra i due Paesi, questo non ha impedito il sentimento d’affetto che c’è tra gli Italiani e gli egiziani.

Non ho visite nel prossimo periodo in Italia, pero credo che participerò alla prossima fiera del libro a Milano, e probabilmente presto potrò visitare l’Italia. Io non rinuncio a nessun invito per participare alle attività culturali in Italia anche se non tendo tanto a viaggiare ma l’Italia ha un posto speciale nel mio cuore.

Grazie professore per la sua disponibilità.

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