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 Home page > Tribuna Libera > Inter Milan 5 a 1. Parliamone un po’

Inter Milan 5 a 1. Parliamone un po’

Non sono un tifoso, il calcio mi è sempre piacuto più giocarlo che parlarne. Ma è un fatto che le mie simpatie sono sempre state per il Milan. Chiamiamola pure la squadra del cuore. Come è nata la storia? 

Banalmente, come per tutti, da bambino, quando il pallone era l'unica cosa disponibile e gli spazi, in una Italia post guerra, erano l'unica cosa che abbondava. E allora bastavano due porte per modo di dire, un campetto striminzito e tanta voglia di essere Schiaffino oppure il Nils Liedholm del momento, che si andava avanti per ore. Certo a risentirne erano la scuola e i compiti a casa, ma tant'è. E siccome il calcio era solo passione, capitava pure che un certo Giorgio Chinaglia magro e smunto, si proprio il giorgione della Lazio e della nazionale, finisse in porta perché non aveva " i piedi buoni" (?!!). Lo rividi, dopo la pausa in Inghilterra in forza alla Massese, era già diventato un'altra cosa. Anni dopo a Pistoia con la nazionale in preparazione faceva impressione. Tempo che fu. Ricordi.

Ma veniamo al derby di ieri. Ha vinto l'Inter strameritatamente, passeggiando su una squadra spenta e confusa, con grossi deficit fisici e caratteriali. Mai visto niente di simile neppure nei precedenti quattro confronti regolarmente persi. L'analisi della sconfitta è abbastanza semplice, non serve essere degli esperti. Pronti via e Barella piazza subito due botte a Leao. Risultato, e il goal non deve ingannare, il nostro si è subito spento, come putroppo spesso gli capita. C'è da chiedersi come può un sacramento come lui farsi regolarmente menare da chiunque sia la metà, senza avvertire un minimo di "animus pugnandi". Carattere appunto. Che comunque si è riflettuto su tutta la squadra; mentre l'Inter schiumava vigore e aggressività il Milan cincischiava in uno sterile ed inutile possesso palla. Un tic toc lento ed assurdo che l'Inter controllava per poi lanciarsi negli spazi aperti, infilandosi come una lama nel burro. E qui, bando alle ciance, bisogna dire che Pioli ci ha messo del suo. Certo una difesa con Calabria che corre come un settantenne, un Kyaer che dovrebbe appendere la scarpa al chiodo per evitare i suoi mali di schiena, un Thiaw totalmente fuori posizione e il solo Theo che era nel derby, alla fine del primo tempo ho detto che sarebbe finita con cinque pappine. E cosi' è stato.

Adesso vogliamo dire che il Milan è finito? Io credo proprio di no, piuttosto verrebbe da dire che deve ancora cominciare. E non è affatto detto che finisca necessariamente dietro l'Inter in campionato o che in Champions venga scherzato. Tuttavia certi correttivi, soprattutto nella testa dei giocatori, vanno apportati. E se Pioli non è in grado di farlo, pur con tutta la stima per l'uomo, la sua posizione va riconsiderata. 

Intanto vediamo se il recupero dei due difensori più veloci, Theo a parte, ovvero kalulu e Tomori, rimetteranno un pò a posto le cose, aspettando Pellegrino e Caldara . Sette partite in 21 giorni daranno il loro responso.

 

 

Commenti all'articolo

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.117) 18 settembre 2023 18:32
    Enzo Salvà

    Caro paolo, sono milanista anch’io. Se le partite si vincono facendo gol, non si perdono se hai un centrocampo che non sia di burro quando deve coprire la difesa. Se ti ricordi la "fatal Verona" o il gioco all’italiana, Nereo Rocco, se trovi una squadra così, che ti invita ad attaccare a testa bassa, è meglio pensarci su due o tre volte.

    Ho paura che Pioli si senta Zeman. 

    Un Saluto

    Es.

  • Di paolo (---.---.---.98) 20 settembre 2023 13:32

    E come se la ricordo, caro Enzo. Tieni presente che contro il centrocampo a quattro dell’Inter, giudicato uno dei migliori in circolazione, Pioli si è messo a tre, avendo un Krunic che non ha la gamba veloce per i recuperi.

    Hai proprio ragione, non ci avevo pensato, un pò di ripassata del Nereo farebbe molto bene a Pioli. Dubito che lo faccia.

    ciao

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