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L’informazione in Italia al tempo di David Parenzo

Lasciamo perdere la solita litania sulla sciagurata situazione dell'informazione nel nostro paese. Ormai è un argomento trito e ritrito ed è perfettamente inutile tornarci sopra. E' pur vero che questa situazione va avanti da decenni, visto che il nostro sistema mediatico è fortemente cooptato dai cosiddetti "poteri forti". 

Tuttavia al momento la situazione, ammesso fosse possibile, è ulteriormente peggiorata. La ragione risiede nel fatto che la tradizionale "lottizzazione" da parte dei vari partiti politici e opinion maker di varia estrazione, paradossalmente garantiva una pluralità di fake news, onde per cui si poteva risalire ad una qualche pseudo verità, attraverso un'opera di bilanciamento delle balle. Come dire fare una media pesata delle partigianerie, analizzarne le contraddizioni più eclatanti e trarne le conseguenze. Un'opera che richiede voglia, tempo e cultura, che ovviamente non è da tutti. Meglio, anzi molto meglio, introitare ciò che più ci aggrada, vuoi per partigianeria, ignoranza o tornaconto, e poi farne un mantra assoluto. Un modo come un altro per costituire un bacino di autentici coglioni che poi vanno a votare. Agli inizi della televisione, quando ancora c'era solo un canale RAI, la situazione era risolta toutcourt con un " lo ha detto la televisione", magari pronunciato in dialetto. Era inappellabile, una verità assoluta; ovviamente per un popolo ignorante appena uscito dal disastro della seconda guerra mondiale. 

Ma torniamo ad oggi e prendiamo un esempio.David Parenzo conduce un programma mattutino su La7, ovvero sostituisce quello che fu il programma di Mirta Merlino " L'aria che tira". Sia chiaro che non intendo darne un giudizio di qualità, ognuno avrà modo di apprezzarne o criticarne i contenuti. Fermo restando che comunque il telecomando da piena possibilità di scelta, seppure con tutte le limitazioni descritte in precedenza. Questo per dire che quando si corre il rischio di saltare dalla padella alla brace, uno può anche spegnere la tv e dedicarsi ad altro.

Capità però che la noia o la curiosità di avere sempre sottocchio cosa ci passa il convento, induca ad accendere. Così è stato in data odierna anche con Parenzo. Confesso la mia prevenzione sul conduttore perché non riesco a separare la figura di Parenzo da quella di Cruciani, quando insieme conducevano la trasmissione radiofonica " La zanzara". Primo argomento da trattare la vicenda della giudice d.ssa Apostolico di Catania sull'affair dei migranti. Una sua ordinanza impedisce l'espulsione di tre di loro; e questo proprio mentre si celebra in contemporanea il processo a carico di Matteo Salvini per "sequestro" di una nave ONG, quando lui era ministro degli interni nel governo Conte 1. Apriti cielo, immediato l'avvio della campagna nei confronti della giudice. Dopo avere ipotizzato di tutto, tranne che entrare nel merito dell'ordinanza, viene perfino ripescato un filmato risalente al 2018, che la ritrae, seppur con un ruolo non ben definito, in una manifestazione autorizzata a sostegno delle ragioni dei migranti. Nessuno, Salvini a parte, sa da dove sbuchi questo filmato. Si pone comunque un tema di opportunità sulla figura del giudice, tanto da attivare una richiesta di procedimento da parte del ministro Nordio. Il tema è alquanto delicato. All'uopo viene prima sentito l'emerito costituzionalista Sabino Cassese, una sorta di prezzemolo per tutte ricette, e poi, e qui veramente c'è da rimanere basiti, si assite alle opinioni nel merito di tale Luca Palamara. Si, proprio quello espulso dalla magistratura per le nomine pilotate al CSM. Mi domando. Ma era il caso ? Non c'era nessun altro da sentire ?. 

Il secondo argomento della puntata, verteva sulla sanità nazionale che sta precipitando in un baratro sempre più profondo. Ospiti vari, tra i quali Andrea Crisanti virologo anti Covid poi transitato nelle file del PD. Ognuno dice la sua sulle storture del nostro sistema sanitario, ma quello che stupisce è che ad argomentare sul tema ci sia pure un certo Roberto Formigoni. Si proprio l'ex governatore della Lombardia condannato a 5 anni e dieci mesi per corruzione proprio in ambito della sanità regionale. Che argomenta pure con un certo piglio come se nulla fosse.

Insomma se si discute di mala giustizia, cosi come di mala sanità, perché non sentire l'opinione di chi ne è stato protagonista negativo in prima persona. Come dire, un criterio un pò sui generis di Parenzo nel selezionare l'autorevolezza dei suoi ospiti. Sono curioso di vedere chi ospiterà quando si parlerà di criminalità. A questo siamo ridotti.  

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