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In/sicurezza futura. La nuova era digitale

Internet fu messa a punto dal Ministero della difesa americano per progetti di difesa avanzata e ha vissuto e vivrà ancora tante fasi dal momento che si tratta pur sempre di un’invenzione che l’uomo non riesce tutt’ora a comprendere fino in fondo, il che produce naturalmente letteratura. Fra gli studiosi che se ne occupano, Eric Schmidt e Jared Cohen, ne scrivono in La nuova era digitale (Rizzoli Etas, Milano, 2013, pp. 399, € 22,00), provando a prevedere come Internet possa ancora dirsi strumento per l’eccellenza della nostra qualità di vita.

 

In realtà, Internet, combinata alle nuove tecnologie non costituisce un territorio privo di pericoli, anzi, si tratta di un luogo i cui controlli sono allentati.

Ma c’è di più. Con Internet si inizia a sentire, da un lato, di essere parte di un tutto unico, poiché travalica le tradizionali dimensioni spazio-temporali, conferisce un rinnovato senso di comunità, ma dall’altro rischia di farci sentire dispersi, isolati, disorientati: “l’Età di Internet è stata salutata come la fine della geografia” (Castells, 2010). Tutti oggi, grazie alle connessioni rese possibili dal notevole sviluppo tecnologico – lungi dall’arrestarsi – e da strumenti “piccoli” come i cellulari, consentono di partecipare alla costruzione di un nuovo universo simbolico e di nuovi linguaggi, fino ad arrivare ad avere un ruolo di rilievo in ambito comunicazionale e a essere un vero strumento per la libertà. “Di conseguenza, i governi autoritari si troveranno di fronte a popolazioni che, grazie alla conquista di maggiori connessioni, risulteranno più difficili da controllare, reprimere e influenzare, mentre gli Stati democratici saranno costretti a includere nei propri affari molte più voci” (Schmidt; Cohen, 2013).

Non si sa se questo sia il preludio ad un mondo più egualitario e sicuro o solamente più pericoloso. Quello che è certo è che gli Stati e i governi dovranno cercare di adottare politiche nazionali e internazionali volte a creare una relazione bilanciata tra quello che è il mondo fisico, “reale” e il mondo virtuale, “online”; due universi che corrono parallelamente, questo è il nuovo filo conduttore dell’intero sviluppo. La difficoltà sta nel mezzo; infatti una pacificazione nell’universo reale potrebbe non trovar corrispondenza nel mondo virtuale e viceversa. Potrebbero, in un prossimo futuro, scatenarsi guerre nel ciberspazio, che potrebbero non aver mai luogo sul terreno della vita reale. Quelle delle cyber wars, o guerre cibernetiche, è un’ipotesi non molto remota e s’intreccia inesorabilmente al cyber terrorismo, poiché si tratta di attacchi verso computers, reti, informazioni ivi archiviate per creare danni agli stati e ai governi. Il cyberterrorismo è impiegato altresì per incutere terrore, provocare perdite di vite umane e creare danni economici. Secondo la studiosa Dorothy Denning il cyberterrorismo andrebbe inteso quale convergenza tra terrorismo e cyberspazio.

Ma la connettività globale ha avuto e avrà effetti anche nel settore delle aziende e delle organizzazioni, fino a incorporare nuove modalità lavorative.

Grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e da Internet si è assistito ad un cambiamento epocale del settore economico a cavallo tra la fine del XX secolo e gli inizi del XXI. Fenomeno di non minor rilievo, recente e in rapido sviluppo è costituito dal caso delle startup, imprese caratterizzate tecnologicamente e da un’elevata flessibilità, rasentano le imprese del futuro. Tutte le innovazioni sono create per migliorare la qualità della vita e in un certo senso lo stanno già facendo anche se c’è sempre un’ombra che aleggia sotto le spoglie del digital divide, un ineguale accesso alla fruizione delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie che possono essere addotte a una rosa di variabili, quali: scarsità negli investimenti per le infrastrutture in diverse parti del pianeta che rendono alcune zone del mondo meno “connesse” delle altre; carenza di alfabetizzazione e in particolar modo di quella informatica. “L’uso di Internet è estremamente diversificato in termini territoriali, conformemente alla distribuzione irregolare sul pianeta di infrastrutture tecnologiche, ricchezza e istruzione”(ibidem). Il progresso già in nuce - e futuro - nel settore delle tecnologie digitali avrà effetti sulle identità, in particolar modo sulla privacy perché avendo tutti, più o meno, identità online, diventerà sempre più pregnante la protezione dei dati personali. L’essere connessi inevitabilmente ci espone e, anche se siamo tutelati dalla privacy, i nostri dati restano immagazzinati nelle reti informatiche e una volta inseriti non si può tornare più totalmente indietro “e non si può pensare che esista un bottone «cancella» con cui risolvere tutto” (ibidem). Quindi a tal proposito si è giunti a parlare di una vera e propria persistenza dei dati.

L’avanzare delle innovazioni nelle tecnologie digitali investe anche i la qualità delle relazioni fra i ragazzi che usano la Rete, come nel caso del cyber bullismo, che se oggi può essere definito mite, potrebbe assumere caratteri esplosivi in futuro. Queste innovazioni consentiranno ai despoti di raccogliere sempre maggiori informazioni attraverso l’alterazione di dispositivi prima ancora di metterli in commercio, ma anche e soprattutto attraverso i dati biometrici, un sistema questo che consente di riconoscere gli individui grazie a caratteristiche fisiche e biologiche.

Per quanto riguarda il futuro degli stati ci si aspetta che ognuno di loro tenterà di regolare il mondo virtuale a propria immagine e somiglianza e “ciò che non sono in grado di costruire nella realtà materiale, tenteranno di crearlo nello spazio virtuale”(ibidem). Con Internet si prospetta un mondo perlopiù anarchico, senza un leader. La cosa peggiore che può capitare agli Stati nei loro reciproci rapporti è l’insorgere o provocare cyberguerre. Questa è una delle tante paure che alberga nel sottosuolo dei rapporti internazionali. Potrebbero anche sorgere guerre informatiche sotterranee prive di risvolti violenti a livello reale. È chiaro a tutti che la connettività oggi - come nel passato prossimo - va anche a vantaggio dei terroristi e gli estremisti violenti, infatti proprio grazie a Internet, criminali e terroristi, vengono in possesso di preziose informazioni. Per gli estremisti tutto questo offre la possibilità di fare grossi danni con rischi fisici e un impiego di risorse umane praticamente nulle. Il terrorismo e i terroristi esistono ed esisteranno sempre ma saranno più visibili perché lasceranno sempre qualche traccia, basterà un passo falso per scovarli.

Conflitti e guerre cambieranno solo volto nell’era della tecnologia ma non lasceranno la scena, magari in forme automatizzate, verranno creati droni sempre più avanzati, robot e intelligenze artificiali anche se non tutte le funzioni umane potranno essere riprodotte o installate nei loro programmi, e i soldati serviranno sempre. L’istinto non potrà essere innestato in un robot per quanto possa riprodurre fedelmente l’essere umano; l’uomo servirà ancora per molto “dietro” il robot.

Tuttavia, se utilizzate in modo intelligente, le tecnologie in futuro potranno attivare più veloci ricostruzioni, ampliare la sfera dei poteri e forgiare società più egualitarie, forti e solide anche se “per molto tempo ancora continuerà ad esistere un sistema di caste digitali”(ibidem) e le esperienze di ognuno saranno differenti a seconda di dove si troveranno. “La tecnologia da sola non è una panacea per i mali del mondo”(ibidem). Ciò che sarà inevitabile sarà una corsa parallela tra due mondi, quello reale e quello virtuale, in quanto si tenterà sempre di integrarli ma non sempre vi si riuscirà. In futuro ciò che emergerà è “il racconto di due civiltà: una di esse ha forma fisica e si è sviluppata nell’arco di migliaia di anni, l’altra è virtuale ed è ancora in formazione” (ibidem). Infine, l’inclusione tecnologica del domani - attualmente sbilanciata - potrà rendere tutti potenzialmente più liberi dagli abusi di potere, quindi un canale per affermare ancor più ola nostra individualità, indipendenza e libertà.

 

di Valentina Felaco

 

 

LETTURE

E. Schmidt, J. Cohen, La nuova era digitale. La sfida del futuro per cittadini, imprese e nazioni, Milano, 2013.

M. Castells, Galassia Internet, Milano, 2010.

http://www.treccani.it/enciclopedia... terrorismo_(Atlante-Geopolitico)/

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