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 Home page > Attualità > Cronaca > In sciopero della fame per lo stabilimento Lucchini

In sciopero della fame per lo stabilimento Lucchini

Mirko Lami, coordinatore Rsu dello stabilimento Lucchini-Severstal di Piombino, da qualche giorno è in sciopero della fame per far conoscere la situazione attuale della vertenza che interessa lo stabilimento in cui lavora.

A Lami si è aggiunto successivamente Paolo Francini, sempre operaio Lucchini e consigliere comunale a Castagneto Carducci. Inoltre altri tre operai, delegati delle Rsu. Alessandro Martini (Fiom), Gianluca Rombai (Fim) e Nicola Zagni (Uilm) sono saliti ieri sopra un silos dello stabilimento di Piombino, alto alcune decine di metri. Una volta salite le scale, hanno issato uno striscione con scritto “Salviamo lo stabilimento”.

Il blitz è stato effettuato senza preavviso, con i tre operai che si sono arrampicati sulla struttura nel corso della manifestazione di protesta organizzata dai sindacati. Per due ore, dalle 14 alle 16, i lavoratori della Lucchini hanno effettuato uno sciopero, dando vita a un corteo che si è sviluppato per le vie del centro.

Le iniziative puntano a premere sulle banche che, mercoledì 6 luglio, dovranno decidere se firmare o meno l'accordo per la ristrutturazione del debito da 770 milioni. In alternativa per il gruppo siderurgico si aprirebbe lo scenario dell'amministrazione straordinaria.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.208) 6 luglio 2011 11:50
    Renzo Riva

    Perché amministrazione controllata!
    Semplice chiusura attività per inadeguatezza sociale ed economica ad ospitare sul territorio nazionale attività energivore destinate al trasferimento in area Cindia o altre in via di sviluppo più accorte nel dotarsi di fonti energetiche concorrenziali.
    Ormai è chiaro che anche ALCOA sarà destinata a chiudere ed anzi non capisco perché nessuna associazione a tutela del cittadino non abbia protestato la belluina decisione del governo di vendere ad ALCOA l’energia elettrica con lo sconto. Sconto che pagheranno i cittadini consumatori elettrici con l’aggravio dei costi energetici.
    Chi è in sciopero della fame può anche passare a quello della sete e poi passare migliore esistenza ultra-terrena.
    Gli altri sindacalisti la finiscano di rompere i coglioni continuando a piangere il morto per imbrogliare il vivo.
    Loro stessi sono la cusa delle delocalizzazioni con le loro scelte energetiche e rigidità.
    Una cosa è però positiva in tutto ciò: calano gli occupati e calano di conseguenza gli infortuni anche quelli mortali.
    Chiudere tutte le attività è la soluzione per non dover registrare infortuni.
    Chiudere anche le strade ed autostrade che negli ultimi vent’anni hanno fatto 140.000.
    Chiudere tutti i bacini idroelettrici: sono potenzialmente pericolosi.
    Avanti col fottovoltaico e le palle eoliche.
    Del nucleare non ce ne può importare di meno vero?

    Mandi,

    Renzo Riva
    C.I.R.N. F-VG – Comitato Italiano Rilancio Nucleare

    [email protected]
    http://renzoslabar.blogspot.com/
    +39.349.3464656

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