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In provincia di Varese gli omosessuali non possono donare il sangue

Succede in provincia di Varese che i rapporti omosessuali vengano considerati come comportamenti a rischio per la donazione del sangue, in quanto abitudini di vita che espongono maggiormente al rischio di contrarre malattie infettive come l’epatite e l’AIDS.

Questo è esattamente quello che si legge, nero su bianco, in un cartello esposto in una bacheca del centro trasfusionale dell’ospedale di Somma Lombardo, struttura presso cui è ospitata la locale sede dell’AVIS, e a darne notizia è un giovane donatore che ha anche fotografato il cartello esposto (vedi foto). Alla fine del cartello si legge: “A nome dei nostri pazienti La ringraziamo per la sensibilità dimostrata”.

La cosa suona quantomeno beffarda, visto che in effetti a mancare non solo di sensibilità, ma perfino di decenza (non volendosi allargare troppo), pare siano proprio gli autori di questa ammonizione.

Secondo Marco Mori di ArciGay “questa Lombardia che vanta eccellenze e progresso come qualcuno vuol fare credere, in realtà assomiglia sempre di più ad principato di tipo medioevale, oscurantista e reazionario che sta combinando solo danni”.

E il timore concreto è che le cose non cambieranno nel giro di breve tempo, almeno non fino a quando la sanità lombarda continuerà ad essere in mano a CL ed ai Verzè di turno.

 

di Massimo Maiurana

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