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 Home page > Tribuna Libera > Il valore nominale dei titoli di Stato non va intaccato

Il valore nominale dei titoli di Stato non va intaccato

Il nuovo Parlamento europeo, tra i tanti punti della propria agenda, deve inserire e segnare in grassetto la restituzione del maltolto ai risparmiatori europei (molti gli italiani) danneggiati dalla grande, imperdonabile scorrettezza operata nel 2012 quando fu bruciato l’80% del valore dei titoli di Stato ellenici, sotto la spinta e con il beneplacito dei vertici europei (BCE e Commissione europea).

Certe ferite bruciano e non si dimentica facilmente la grande rapina operata in danno dei risparmiatori europei, detentori di titoli di Stato della Grecia, impotenti e senza rappresentanza. Salvo predicare ipocritamente dai più disparati "altari" l'importanza del risparmio nell'economia generale dei singoli Paesi e dell'intera Unione europea.

Va detto forte che la crisi della Grecia, con un po’ di buona volontà ed onestà di intenti, si poteva risolvere in 24 ore, senza danneggiare la massa di risparmiatori e senza mortificare la popolazione ellenica: 11 milioni di persone e 3% del PIL (ricchezza prodotta) nell'intera Unione europea.


In tal modo si sarebbero evitate situazioni di panico generale ed incertezza finanziaria tali da aggravare i problemi economici di Irlanda, Spagna, Portogallo, Italia, ecc. ... Delle prese di posizione egoistiche e velleitarie di Bruxelles e Francoforte ancora oggi si pagano le conseguenze nell'intera Europa comunitaria.

Detto questo, in caso di grosse, riconosciute difficoltà finanziarie della Nazione, in vista di un recupero di agibilità economico/produttiva, in via eccezionale è ipotizzabile la riduzione temporanea delle cedole sui titoli di Stato e l'allungamento delle scadenze delle varie emissioni dei titoli medesimi, senza però intaccarne il valore nominale, come scorrettamente operato nel caso della Grecia.

La flessione temporanea dei relativi valori di mercato potrà essere recuperata in un ragionevole arco temporale, con la ripresa economico-produttiva del Paese interessato, con la produzione e distribuzione di reddito, con il riassorbimento dei lavoratori precedentemente espulsi dalle aziende in crisi e mediante l'incremento delle risorse tributarie introitate dallo Stato.
 

Foto: Wikimedia

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