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 Home page > Attualità > Cronaca > Il valore della vita in un appalto: dopo il terremoto, le responsabilità

Il valore della vita in un appalto: dopo il terremoto, le responsabilità

 
Può una Nazione intera, riconsiderare la propria sorte, dopo una catastrofe naturale?
 
Potrà l’Italia, rivedere la condizione Sociale, la Politica, i fatti, le persone, con una attenzione diversa rispetto a prima? Prima. Prima di cosa? Prima dei morti. Prima dell’ennesima tragedia. Prima che un terremoto – l’ennesimo – squassasse non solo la terra, ma gli animi di tutti?
 
A mio avviso, non solo è possibile, ma ciò dovrebbe essere la giusta conseguenza di una serie incredibile di fatti e misfatti che costellano la storia d’Italia da decenni. Storia fatta di scandali. Di morti bianche sul lavoro, per incuria, superficialità, maggior guadagno. Storie di bambini morti per un documento firmato di fretta, senza alcuna verifica reale del fatto che una struttura scolastica potesse loro garantire almeno...il proseguio di una vita sul nascere.
 
Storie di appalti. Di gare inesistenti. Di imprese di Stato quasi sconosciute, e che eppure da anni detengono il 90 per cento delle opere edili in Italia.
 
Storie di personaggi di potere. Che hanno costruito il proprio potere attraverso le maglie di concessioni facili. Facili guadagni. Mazzette nemmeno troppo occultate, parte integrante ormai della cultura imprenditoriale italiana a tutti i livelli.
 
Personaggi talmente corruttibili, da scoprire esser contemporaneamente presidenti o amministratori delegati delle maggiori imprese a partecipazione statale in Italia. Intoccabili. Superprotetti. Miti irraggiungibili. Soprattutto dalla Legge.
 
Uno di questi: Massimo Ponzellini. Conosciuto e stimato – in certi ambienti – commercialista, inizia la propria scalata al successo politico imprenditoriale negli anni ottanta e negli ambienti della sinistra.
 
Giunge ad essere confidente di Prodi, finanziatore delle campagne elettorali di Rutelli e per volontà di Tremonti, nel 2006, anche amministratore delegato della Zecca dello Stato. Ma non solo.
 
Ponzellini sembra essere onnipresente ovunque si volga lo sguardo nel parterre imprenditoriale e politico. Lo ritroviamo Presidente di Ina Assitalia ed ex Viceresidente della BEI – Banca Europea per gli Investimenti – oltre ad aver ricoperto l’incarico di Presidente – dal 2002 al 2006 - della Patrimonio dello Stato s.p.a.

Perchè parlo di Ponzellini? Perchè dal 2007 è Presidente di quella Impregilo s.p.a. detentrice di tutti gli appalti delle grandi e medie opere in Italia: dal Ponte sullo stretto di Messina, alla Tav, alla Salerno - Reggio Calabria, fino al termovalorizzatore di Acerra e del più tristemente famoso in queste ore, ospedale di l’Aquila: crollato in parte “grazie” ad una immunità totale per tutto ciò che riguardi le opere appaltate da questa multinazionale.
 
L’ospedale de L’Aquila, aveva infatti ricevuto una formale richiesta di chiusura nel 2000, da parte della dirigenza del Ministero della Sanità per “non agibilità e mancanza di messa a norma” della struttura ospedaliera. Non è servito a nulla. L’ospedale non ha chiuso per ristrutturazioni, nemmeno mezza giornata. ...ci mancherebbe: l’appalto è in mano – in pratica – allo Stato stesso.
 
Fra le macerie del terremoto in Abruzzo, ora si comincia a scavare fra le pieghe della corruzione. Dei falsi preventivi. Della sabbia di mare al posto di sabbia di cava, notevolmente più costosa. Si scava fra le responsabilità di chi avrebbe dovuto operare per garantire la vita a chi vive in un territorio ad alto rischio sismico.
 
Si può già dedurre, che i responsabili che saranno chiamati a pagare, non saranno certo i vertici delle Imprese o delle istituzioni, e nemmeno delle amministrazioni locali.
 
A pagare saranno coloro che forse già sapevano, che avrebbero dovuto dare l’obolo in caso di disastro. Progettisti. Tecnici. Ingegneri. Tutti coloro che pur magari conservando in se un’onestà personale, sono stati chiamati ad osservare regole e scelte, imposte non certo dalla volontà di perseguire un obiettivo limpido, quanto di poter generare con poca spesa, opere che ripagano le imprese molto più di ciò che spendono.
 
Non so cosa pensi in queste ore Ponzellini, che ha preso in mano l’eredità di scandali occultati alla massa, grandi opere volute da nessuno, morti nel nome della scarsa attenzione ed interesse per i cittadini Italiani, e per quel gruppo di persone che han trovato la morte e che sono state considerate meno di una manciata di sabbia di cava.
 
L’Italia ora, a mio avviso, ha una grande occasione ed una immensa responsabilità: riprendere in mano la partecipazione al sociale. Non più parlare ma agire. Prendere dall’ultimo scandalo e tragedia in ordine di tempo, la forza per dire basta, finalmente. Essere noi a non dimenticare, per far si che non cada l’attenzione in breve tempo, così come ricordiamo essere accaduto in ogni evento disastroso che ha colpito sempre e solo il cittadino.
 
Chiedere giustizia. Ma non quella dignitosa e pacata, velata dalle lacrime dell’orrore e della rassegnazione.
 
“Dignitosi” sono stati chiamati più volte i cittadini Italiani che in Abruzzo compostamente hanno dimostrato quella che io chiamo ormai abitudine ad ogni eventualità, nel nostro Paese.
 
Ma la dignità, da sempre, corrisponde ad accettazione totale. Chiediamo invece, per la prima volta, che dignitosi siano coloro che vivono proprio sulle macerie della nazione che amministrano e governano.
 
Dignitosi, per la prima volta, siano quei personaggi che vengono chiamati a ricoprire incarichi dorati e protetti, a cui viene chiesto di ottenere il massimo guadagno a costo pure di tante vite umane.
 
Ponzellini, Presidente di Impregilo. Non sappiamo cosa egli pensi in queste ore. Ma già dopo la tragedia del terremoto in Abruzzo, si è risentito parlare dell’inizio dei lavori sul Ponte sullo Stretto di Messina. Viene un dubbio: forse sappiamo a cosa pensi il Presidente Ponzellini in queste ore...

Commenti all'articolo

  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.85) 13 aprile 2009 13:06
     
    Non abbiamo alcun dubbio su cosa pensi quel personaggio ma non vorrei limitare la mia attenzione sulla persona che potrebbe incarnare legittimamente il capro espiatorio di turno. Lungi da me sminuirne le responsabilità ma mi preme sottolineare come, in questi casi, sia più facile trovare un bersaglio preciso e comunque circoscritto piuttosto che indagare su una pletora di delinquenti istituzionali o professionali che sapevano o comunque non potevano non sapere.
    In questi giorni mi è capitato spesso di utilizzare la parola ipocrisia, penso che anche in questa esternazione possa essere inclusa a pieno titolo.
    Dobbiamo rassegnarci a considerare l’umanità varia, e in questa varietà non si possono escludere i delinquenti a vario titolo, e non mi riferisco certo a chi ruba per mangiare. Se la schiera di umani sedicenti onesti non può o non vuole impegnarsi direttamente nella gestione della cosa pubblica e delega personaggi di dubbio spessore morale, non ha alcun titolo per lamentarsi della mala gestione che inevitabilmente ne seguirà. Se no l’ipocrisia avrà la meglio anche stavolta e aspetteremo il prossimo disastro per lamentarci delle conseguenze, ampiamente previste o prevedibili, seguite dalle manifestazioni catartiche, tanto utili alla conservazione del potere .
    Esercitare il controllo è l’unica soluzione in un contesto così ingarbugliato, ma chi controllerà i controllori ?. Tutti noi, ognuno al proprio livello.
    Complimenti per l’impegno.
    Un saluto.
    Mauro
     
     
  • Di paolo praolini (---.---.---.74) 13 aprile 2009 20:48

    Voglio per una volta essere positivo ed ottimista.
    Voglio esserlo perchè conosco questo popolo degli Abruzzesi che mi hanno dato metà del mio sangue.
    Conosco questa gente e so che con la loro pervicacia partendo da zero, riusciranno a ricostruire quanto hanno lasciato il 06 Aprile scorso, recuperando la loro vera vita, quella normale uguale a quella di noialtri.
    So che saranno loro a discriminare che la bilancia dei risultati per la ricostruzione si sposti verso il successo ed il raggiungimento di risultati positivi.

    Sono un popolo a cui non piace piangersi addosso e saprà rimboccarsi le maniche.
    Saranno loro a scegliere e controllare la politica perchè abbandoni demagogia, ipocrisia ed interessi privati per farsi carico dell’onere di raggiungere gli obiettivi della rinascita del territorio Aquilano.
    Saranno loro insieme a tutti noi cittadini a monitorare sulle istituzioni perchè compiano quel passo che renda almeno per una volta questo paese sempre più vicino al senso civico comune.
    Siamo noi che dobbiamo lottare per ottenere quello che questo straordinario paese troppo spesso ha fatto mancare, la trasparenza nel raggiungimento dei risultati, l’applicazione delle regole al fine di rendere tutti uguali nei confronti dello Stato, rendere efficaci e fruttuosi tutti gli sforzi e le risorse pubbliche(anche nostre) indirizzate allo sviluppo.
    Non nascondiamoci per una volta dietro alla disastrosa gestione pubbblica di troppe delle vicende pubbliche di questo paese.

    So’ che la mia è una proposta difficile ma dobbiamo fare anche noi un passo verso il cambiamento, non stiamo a guardare.

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