• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Il silenzioso tradimento dei chierici

Il silenzioso tradimento dei chierici

In tempi in cui più che mai la parola deve essere cuneo rivoluzionario e megafono della roussoiana "volontà generale", proprio i suoi artigiani, quelli che la limano, la cesellano e ne dosano la risonanza dell’eco, tacciono.

In questi ultimi mesi che attraversano la dorsale della civiltà problemi reali e politici dell’accoglimento profughi, il caso Grecia e la ‘Buona scuola’ di Renzi, quelli che dovrebbero essere le classi trainanti della società, insegnanti e uomini di cultura, se ne stanno in completo appartamento, tranne uno sparuto manipolo.
Oggi ci muoviamo fra gli 0 e gli 1, vero, falso, giusto sbagliato. È l’epoca assoluta dei Bit, dei computer, che governano il mondo, i porti, gli aeroporti, le banche, le transazioni delle grosse finanziarie e le Borse. Se non funzionano loro, tutto si ferma, un crash assoluto. Essi sono pero anche grossi e fulminei veicoli di informazioni. Oggi uno scritto, una lettera dalla Sicilia all’Islanda brucia solo qualche secondo ed è lì. Non è più la romantica epoca dei pony express.

Ecco che la diffusione dei libri, degli articoli, del pensiero in essi contenuti assume proporzioni impensabili e fino ad ieri improponibili. È la seconda rivoluzione dell’informazione e della cultura dall’età di Gutenberg (un semplice torchio che ha cambiato il mondo per sempre). Anche i quotidiani e la stampa in genere hanno preso la via del virtuale. Oltre la stampa, su cui però scrive prevalentemente l’addetto ai lavori, si affiancano i social, su cui ‘veicolare’ le idee e far conoscere le proprie posizioni.
Un insegnante mi diceva ‘Ed io dovrei far conoscere le mie idee su Facebook?’. Perché no? Il social è come una penna, non vale in sé e per sé, può essere uno strumento inutile in mano ad un cretino o un attrezzo formidabile nelle mani giuste.

Allora perché questo silenzio? Per un carattere timido ed impacciato? Posso capirlo. Perché si è allineati al prudente ‘bene vixit qui bene latuit’ cartesiano?. Questo è quello che ha fatto sempre vincere la mafia e l’omertà.

O perché si è moderni Cecco Angiolieri e si vorrebbe essere ‘foco’ per bruciare il mondo? Un intellettuale magari sì, un insegnante non ce l’ha nel suo DNA.
Quello che però proprio condanno è il vedere lo scartare SOLO banali cioccolatini d’amore sui social (e altra roba del genere), e tutti i 'mi piace' che scarrozzano dietro all’auto degli sposi. Un vero silenzio oscuro sulla questione greca. Ho fatto un po’ di giri su Internet, non ho trovato una voce di cultura, di insegnanti od intellettuali. Parola muta. Solo uno svolazzare di ‘mosche al mercato’ che parlano senza informarsi, e basta.

Eppure, specie negli ultimi giorni è diventato non solo un problema greco ma che vede coinvolti tutti, giacché l’ultima virata di bordo della troika non solo vuole castigare ‘l’arroganza dell’alzata di testa greca’ ma sopratutto vuole essere un monito ed una minaccia per gli altri europei.

Si sono accorti, distogliendosi un attimo dai loro numeri, dell’incendio rivoluzionario che si può propagare al resto dell’europa dal monolito lanciato in alto dal popolo greco, unito tutto, fin dall’antichità, che ha trasportato fino a noi l’eredità delle Termopili.

Ma non è questa la tavola rotonda della democrazia, "dato che la democrazia piú pura costituisce, per il principio di uguaglianza civica insito in essa, la formale negazione di quella società gerarchizzata che essi vogliono», (Davide Cadeddu, nella prefazione a Julien Benda, 'Il tradimento dei chierici. Il ruolo dell'intellettuale nella società contemporanea’).

Mi preoccupa il fronte della protesta, quasi inesistente, anzi pro Germania &C.
E l’associazione ancor di più preoccupante che mi viene di fare, se e quando dovessimo trovarci noi come la Grecia, è quella dei versi di Brecht : "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto... Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare".


Per la scuola, a parte urla e slogan nei cortei di protesta e lancio di uova, farina e bombe d'acqua l'ultimo giorno di scuola, solo qualche lumicino, e che luce, però.

Pochi prof. (perlopiù donne) che hanno usato i social come tam-tam ed archi per scagliare frecce contro l’incompetenza e l’arroganza del sistema. Con ardore e competenza, anche con simpatico umorismo, come la prof. Sarda, hanno messo e rigirato il dito nella piaga, evidenziandone tutte le labbra della ferita.
Già, perche la cultura non è solo sintassi e regole grammaticali, deve essere come la penna, lo strumento che fa leggere con fremito le opere del passato e scrittura per cambiare il mondo in cui vive e non silenzio e cioccolatini d’amore.
Ne riporto i link (non dei cioccolatini). Riscaldano veramente l’animo.
Che siano comportamenti e prese di posizioni sempre più ampie.

 
http://www.sardegnalive.net/it/news/insegnante-sarda-a-renzi-sciopero-perche
 
http://www.tecnicadellascuola.it/item/11507-risposta-di-una-docente-alla-lettera-di-matteo-renzi.html
 
https://www.facebook.com/notes/mai-più-disoccupati-due/bellissima-lettera-di-uninsegnante-a-renzi/867141513336183
 
Il 12 luglio, nello scrivere questa nota, ho letto sulla Stampa che L’Ue dice no al Grexit per 5 anni e che, finalmente, anche l’Italia si schiera contro la posizione tedesca. E un bell’articolo di Enzo Bianchi ‘La Grecia deve restare in Europa’.
 
 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità