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Il sentimento di disagio: "Io e te" di Nicolò Ammaniti

Il sentimento di disagio è il tema che accomuna tutti gli scrittori contemporanei. E’ stata dura crescere, seppur tra gli agi di una vita borghese - tra gli anni '80 e '90. Per decifrare in quali quotidiane torture fatte di solitudine e incomprensione, si è evoluta la nostra adolescenza e per dar voce ad un senso di inadeguatezza claustrofobico che porta a scegliere di non fare e a vivere una perenne sensazione di fuga da ogni dovere, basta immergersi nelle pagine di questo racconto toccante di Nicolò AmmanitiIo e Te.

La schiacciante sensazione di sentirsi fuori posto ovunque è evocata mirabilmente nelle 116 pagine in cui lo scrittore dimostra che si può esprimere e comunicare una sensazione forte, con poche pennellate d'artista. La trama è semplice: immaginate di essere un adolescente, di quelli intelligenti – ma lo sapete solo voi perché la vostra intelligenza è di quelle timide, di quelle da ultimo banco vicino alla finestra. Sì insomma voi non siete il "fichetto" che se viene lui alla festa, vengono anche gli altri. Non siete il leader del branco, quello che quando parla detta moda e legge. Voi siete quel ragazzo tranquillo che non dà fastidio, quello che osserva, a cui piace riflettere. Quello che non beve birra. Quello per cui, il primo giorno di liceo alla scuola pubblica provoca la stessa sensazione di essere spedito da solo tra le montagne del medioriente, senza armi, contro un nugolo di Talebani incazzosi. Siete di un'introspezione schifata dalle masse, di quelle che saltano agli occhi. E la vostra adolescenza non è da Beverly Hills 90210, dove anche chi è ombroso è comunque fico e si chiama Dylan. L’avete mai provata quella glaciale inadeguatezza che vi fa sentire come nudi di fronte ad una classe di sconosciuti che sembrano, tutti, conoscersi ed esprimersi in un codice - fatto di gestualità oltre che di parole - che per voi è indecifrabile? Non vi invitano mai alle feste, non avete una ragazza e tutto ciò che desiderate vivere è la vostra libertà, la libertà sacrosanta di essere voi stessi, sognando di essere amati per come siete.

Ecco, così è Lorenzo. Il protagonista di Io e Te. Tutti in quell'età "ingrata" siamo stati Lorenzo: abbiamo desiderato sfuggire al dovere sociale di un adolescente di una famiglia borghese: essere socievole, desiderato, bravo a scuola e nello sport. Lorenzo, invece, per mamma e papà e tutto il parentado, è un figlio che dà preoccupazioni, perché nessuno mai telefona a casa, nessuno lo cerca. E i genitori pensano che sia un caso clinico, e sperano. Sperano, perché nessun genitore vuole un figlio sfigato. E allora indagano, domandano, e Lorenzo li tranquillizza. Ma loro continuano a sperare di vederlo magari con una ragazzetta, o con un amico. Ed è per far felice loro e non sé stesso, che Lorenzo inventa un’innocua bugia, di quelle che rende mamma talmente felice che va a piangere in bagno dalla commozione. E allora, se quella bugia funziona non resta che recitare ancora. E’ così che il protagonista di Io e Te fa una bella scorta di viveri e finisce a passare una settimana nella cantina del vecchio palazzo insieme a polverosi ricordi della nobildonna che un tempo aveva abitato l’appartamento dei suoi genitori. Con sé Lorenzo porta i suoi fumetti horror, la coca-cola e le scatolette di tonno, preparandosi ad una settimana sul divano. Ma, come nella vita, ecco spuntare un "ma" che prende un' affascinante forma femminile. Olivia, la sua sorellastra, irrompe nella vita del nostro eroe, cambiando e sconvolgendo i suoi piani. Questo "tornado emotivo" lo metterà a confronto con la parte di sé più coraggiosa, Lorenzo dovrà prendersi cura di un’anima fragile e sola che cerca, anche lei, un rifugio dal mondo e un legame con chi la possa capire. Non si sfugge alla vita, il destino ti viene a cercare anche nel tuo bunker personale. Lorenzo, attraverso un segreto fatale che circonda Olivia, diventerà un nuovo se stesso. Spesso accade che aiutando gli altri, ci rendiamo conto che le nostre paure sono inutili, sono solo interiori e che non ci dobbiamo vergognare di nulla. Nulla è più curativo per l'autostima che riuscire a salvare chi sta peggio di te. Se riusciamo ad aiutare chi lotta davvero con la vita, ci rendiamo conto di quanto siamo forti. Così Lorenzo scopre che dietro una bugia raccontata apparentemente per far felici gli altri, c’è una realtà desiderata: quella di fare davvero un viaggio insieme a tre amici come lui, che condividono la stessa sensibilità per le stesse cose. E una volta che hai scoperto ciò che desideri, sei pronto a viverlo. Non hai bisogno di giustificarti, né di scappare. Non hai nulla di cui vergognarti.

Costruito ad arte e scritto in quello stile "Ammaniti", amabilmente asciutto, serrato e cinematografico che non ti fa staccare gli occhi dalle pagine, il racconto dipinge un sentimento forte e una rinascita con un finale inaspettato e struggente. La forza della sua scrittura è che riesce a dirci tutto dei protagonisti, in particolare di quella femminile, evocando un mondo con poche parole e con poche “pennellate” che sanno entrare nel profondo di una vita come nel caso di Olivia. Nulla è banale e scontato nel mondo di Ammaniti che si occupa di smascherare le verità dietro alle ridicole e grottesche finzioni a cui ci costringiamo nel quotidiano e che sono poi le vere sacche di sofferenza con cui siamo costretti a combattere. Invece di fuggire e fingere di essere dei vincenti stereotipati, non sarebbe meglio dire: "eccomi qui, ho bisogno d'aiuto", come fa Olivia? 

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