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Il senso del concetto di legalità dei “vincitori” di un concorso annullato

 
I c.d. “vincitori” del concorso a dirigente scolastico annullato in Sicilia dalle sentenze definitive del CGA, Sezione del Consiglio di Stato, protestano e vogliono un trattamento speciale in contrasto con la legge e i principi costituzionali.
 
La protesta che tali soggetti intendono portare avanti è destituita di fondamento.
Lo stesso dicasi per la richiesta di avere un concorso riservato.
 
In tutti i casi mancano i presupposti giuridici per legittimare le loro pretese.
Il concorso è stato annullato dalla magistratura con sentenza passata in giudicato sulla base della mancanza della corretta formazione della Commissione all’atto della valutazione degli elaborati. Inoltre, ;il Consiglio di Stato, quello che i 426 definiscono dello Stato Italiano - come se il CGA non fosse una sezione di tale organo o come se il CGA amministrasse una giustizia diversa - ha recentemente affermato che non è possibile pensare di considerare sufficiente una valutazione di un elaborato avvenuta i tempi così brevi!
 
C’è anche un’altra elementare considerazione che sfugge a questi 426, che si qualificano illegittimamente “vincitori”, e a quanti sponsorizzano la loro posizione, ed è che l’annullamento del concorso è avvenuto sulla base dell’esercizio di un diritto. Il diritto dei candidati esclusi ad avere un giusto concorso ed una giusta valutazione.Tale diritto è stato riconosciuto dalla magistratura nelle sentenze passate in giudicato.
 
A questo punto è lecito chiedersi qual è il concetto di legalità a cui si riferiscono tali dirigenti c.d. “vincitori”? Quale rilevanza hanno per loro le sentenze definitive dei magistrati che decidono sulla base dei diritti violati? Quale rilevanza hanno per questi 426 i principi della nostra Costituzione?
 
Mi chiedo perché le forze politiche, i sindacati, gli assessori di turno ritengono meritevole l’interesse di questi 426 soggetti e non ritengono più correttamente altrettanto meritevole di tutela l’interesse di altri 1500 soggetti che sono stati qualificati non “vincitori” da una commissione illegittimamente costituita e sulla base di una valutazione inadeguata come dichiarato dal Consiglio di stato, e certamente inidonea per l’esiguità del tempo destinato alla valutazione?
 
Sulla base di che cosa questi sindacati, forze politiche di tutti gli schieramenti, assessori di turno ritengono che non sia meritevole l’interesse di chi si rivolge al giudice per tutelare la propria posizione pur in costanza del dimostrato riconoscimento dell’esistenza del diritto e della sua violazione?
 
Perché l’assessore alla Pubblica Istruzione della Regione siciliana, Centorrino, ritiene che tali soggetti, illegittimamente dichiarati vincitori - tra cui alcuni nominati lo scorso anno pur in presenza di una sentenza di annullamento già definitiva – devono avere un trattamento speciale volto a salvaguardare la loro posizione e, invece, più correttamente non afferma il principio che le sentenze, emesse sulla base dell’esercizio di un diritto riconosciuto tale, devono essere rispettate?
 
Chissà!

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