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 Home page > Attualità > Ambiente > Il referendum del 1987 è ancora valido?

Il referendum del 1987 è ancora valido?

La parola referendum, dal gerundivo neutro latino del verbo refero, indica lo strumento con cui gli elettori danno il proprio parere ad una determinata domanda.

E’ sancito dell’articolo 1 della Costituzione e vincola i legislatori al rispetto della volontà popolare.

L'8 novembre 1987, dopo il disastro di Chernobyl, gli italiani votarono 5 referendum, 3 riguardavano il nucleare.

Nessuno dei 3 chiedeva l'abolizione o la chiusura delle centrali nucleari ma toglievano al CIPE la facoltà di decidere dove costruire le centrali se gli enti locali non avessero deciso entro i tempi stabiliti, toglievano ai comuni che ospitassero una centrale, nucleare o a carbone, i compensi dovuti e non consentivano più all’ENEL di partecipare alla costruzione e/o alla gestione di centrali nucleari all’estero. Questo pose fine al nucleare in Italia.

Ma non venne chiesto niente in merito all’approvigionamento di energia dall’estero né venne espressamente chiesto niente in merito alla possibilità di costruire nuove centrali.

Da allora l’Italia ha continuato ad approvvigionarsi dell’energia elettrica che mancava al suo fabbisogno dall’estero, Francia in testa, dov’è prodotta dalle centrali nucleari.

Ora sia ben chiaro che non voglio dire niente a favore o contro il nucleare, ognuno di noi ha le proprie idee in merito e penso che, dopo il terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Giappone nelle scorse settimane, i favorevoli rimarranno della loro opinione ed i contrari avranno visto le loro fila ingrossarsi moltissimo.

Quello che mi chiedo è: ”perché il Governo ha varato il decreto-legge 25 giu­gno 2008, n. 112, con­ver­tito con mo­di­fi­ca­zioni, dalla legge 6 ago­sto 2008, n. 133, dove, all’ art. 7, comma 1, let­tera d, parla di: “rea­liz­za­zione nel ter­ri­to­rio na­zio­nale di im­pianti di pro­du­zione di ener­gia nucleare”?. Visto che, se non mi sono perso qualcosa, l’esito del referendum dell’87 è sempre valido.

Non è che la mancanza di una proibizione in merito alla costruzione di nuove centrali, chiaramente espressa nel precedente referendum, abbia, legalmente, lasciato una porta aperta che qualcuno ha pensato bene di sfruttare? Magari pensando al bene futuro del Paese, secondo lui o loro.

O si tratta solo di un’ennesima dimostrazione dell’arroganza della politica italiana nei confronti dei cittadini?

Meno male che a giugno c’è il referendum così tutti potranno esprimere chiaramente la loro opinione in merito. E se poi dovremo spendere 400 milioni di euro in più, visto lo spostamento di date effettuato dal governo nel chiaro tentativo di boicottaggio, pazienza. Fa arrabbiare ma pazienza.

Magari potreste andare sul sito di Greenpeace Italia e firmare la richiesta di accorpamento del referendum alle elezioni amministrative con invio dei 400 milioni risparmiati al Giappone come aiuto.

http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/nucleare/maroni-referendum-nucleare/

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.101) 25 marzo 2011 19:12

    Caro fulviob55 

    Il tuo articolo è come una boccata di ossigeno . Finalmente uno che non si lancia in affermazioni dogmatiche a favore (pochi) o contro (quasi tutti). 
    Secondo il mio modestissimo parere da un punto di vista morale (oltrechè legale) l’esito del referendum del 1987 dovrebbe essere rispettato .Altrimenti a che cacchio serve l’istituto referendario? 
    Poi se però mi chiedi se è stato giusto ricorrere ad un referendum su un’argomento di fondamentale importanza come l’energia e soprattutto dopo Chernobyl , ti rispondo di no che non era opportuno .E’ stato un’errore .Gravissimo.
    Certo il referendum del 1987 non ipotecava un futuro sine die , ma la volontà popolare si è comunque espressa chiaramente contro il nucleare . 
    Perchè il governo lo ripropone ? Perchè vuole essere ricordato come il governo del fare , secondo il mio parere a sproposito, e perchè quello energetico è un problema molto serio con cui questo paese di improvvisatori prima o poi avrà a che fare .Poi c’è anche chi suggerisce gli intrallazzi che dove c’è Silvio potrebbero anche esserci , ma nessuno può escludere intrallazzi anche con tutto ciò che non è nucleare . Mi risulta che la stessa Enel è fortemente impegnata nelle fonti rinnovabili , per non parlare di Legambiente ecc... 
    E’ giusto partecipare a questo referendum ? . Si è giusto e spero che ci vadano più cittadini possibile .E logico dopo Fukushima ? no , non è logico .
    Ma mi dici in questo cacchio di paese cosa c’è di logico .

    ciao
  • Di (---.---.---.77) 25 marzo 2011 22:42

    e scusa perche’ non e’ logico ?

    il referendum era stato deciso prima dell’ incidente in giappone 
    e anzi l’ incidente mette in luce in maniera piu’ lampante la pericolosita’ del nucleae cosi se magari decidessimo di friggerci la testa con il nucleare almeno sappiamo , parzialmene, a che andiamo incontro


  • Di paolo (---.---.---.101) 25 marzo 2011 23:31

    Giusto è stato deciso prima di Fukushima , ma adesso la situazione che si ripropone è quella identica del 1987 pari pari ,il che significa che la suggestione prevarrà sulla razionalità . Quindi non è logico ma al voto bisogna andarci . Una scelta è tale quando non viene condizionata da un pregiudizio e ciò che è successo in Giappone non è esattamente un’evento qualsiasi . Sommando terremoti di quella portata ,uno tsunami spaventoso ,la centrale obsoleta che era da chiudere prima , l’errore della TEPCO che ha cercato di salvare gli impianti invece di intervenire subito con acqua di mare , è successo quel che difficilmente si ripeterebbe ,statisticamente parlando . Pertanto l’esito del referendum è scontato e prevarrà il si . Piuttosto è da vedere se questo governo rispetterà la decisione che emergerà dalle urne e non scordiamoci che il discorso vale anche per gli altri due quesiti referendari che non mi sembrano secondari . Non dimentichiamo poi che la moratoria di un anno decisa dal governo è un chiaro segnale che la volontà politica di perseguire il piano energetico previsto è castrata .Ritengo improbabile una riproposizione del piano elettronucleare ,il rischio politico per Silvio sarebbe mortale .E se poi vince la sinistra ,ciao ciao . Tra tre anni ,anche volendo ripartire sarebbe già troppo tardi . Berlusconi ha troppo a cuore le sue faccende personali per suicidarsi sul nucleare .


    Mi auguro soltanto che l’emergenza energetica a cui andremo inevitabilmente incontro stimoli in modo più deciso il comparto delle fonti rinnovabili ,solare in primis ,depurandolo dalle speculazioni e gli intrallazzi che stanno emergendo . Se non altro possiamo sperare che dal fallimento del nucleare emerga nuova imprenditoria ed una tecnologia industriale di prim’ordine . 
    Staremo a vedere .

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