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Il pre-clearing, questo sconosciuto

 

Fiumicino: le merci... scappano!

Il mondo va avanti grazie all'informatica: oggi non è più necessario aspettare l'arrivo della merce al porto o all'aeroporto per poter procedere allo sdoganamento in importazione. 

Basta presentare i documenti in anticipo e lo sdoganamento è cosa fatta, salvo poi la decisione (giustissima, ci mancherebbe!) della dogana, o delle altre amministrazioni pubbliche, di controllare la merce quando effettivamente arriva. 

Ma volete mettere il vantaggio, a livello di tempistiche, se tutta la parte cartacea e burocratica viene gestita in anticipo? E, soprattutto, se anziché portare lo stesso documento in tanti e diversi uffici, basta presentarlo una sola volta in quello che è chiamato "sportello unico"? Prevenire è meglio che curare, dice un vecchio adagio, ed i nostri nonni dimostrano, ancora una volta, di avere ragione. 

Se esportate merce verso gli Stati Uniti, lo sdoganamento "americano" viene fatto (quindi quando viene data l'autorizzazione all'importazione!) prima che la merce parta! Gli americani (ormai da dieci anni) hanno attivato il sistema di pre-clearing così che la documentazione per importare può essere presentata ai loro doganieri quando la merce ancora si trova dall'altra parte del mondo. 

Con un po' di ritardo anche l'Europa si è allineata ed il pre-clearing è ormai una realtà ed una certezza. 

Ah, ovviamente è una realtà ed una certezza per tutti gli Stati Europei ed anche per qualche porto/aeroporto d'Italia... "esclusa Roma"! 

Eh, sì nella capitale le Istituzioni Pubbliche e i soggetti privati non si curano affatto se nello scalo romano l’attività merci funziona oppure no; non si curano affatto individuare le motivazioni che portano ad una costante diminuzione dei flussi di traffico; non si curano affatto se nel piano di sviluppo dell’aeroporto, il gestore non menziona neppure una parola sul futuro del cargo; ed infine non si curano affatto se gli operatori commerciali con l’estero del centro-sud Italia non sono in grado di avvalersi di una infrastruttura adeguata. 

Ma il "mercato" (il supremo signore delle nostre vite moderne) si evolve darwinianamente ed ecco dunque che le merci si spostano sempre più verso i porti e gli aeroporti del Nord Europa, dove le procedure sono più snelle, la burocrazia è meno assillante ed il pre-clearing è una piacevole realtà. 

E noi? 

Continuiamo a vedere la fuga delle merci che vanno ad arricchire i porti e gli aeroporti dei nostri confratelli europei, continuiamo a vedere la nostra logistica impotente nella lotta che deve affrontare, ogni giorno, contro l'insulsaggine burocratica dei nostri sistemi d'anteguerra. 

Vediamo le nostre aziende costrette a "tagliare" posti di lavoro, mentre a Rotterdam ed a Francoforte si continua ad assumere. 

Vediamo le compagnie aeree abbandonare l'Italia, perché ormai c'è una profonda rassegnazione: è inutile lottare contro l'ignoranza. 

Da mesi gli spedizionieri romani (e le Compagnie aeree) chiedono di aprire un tavolo (in Italia in questo almeno dovremmo essere bravi!) per risolvere i problemi di Fiumicino, ma la politica è sorda al grido di dolore. 

Continuiamo a piangerci addosso, senza capire che la soluzione è lì, davanti agli occhi di tutti: basterebbe poter contare su un'Italia "uguale", in tutto e per tutto, al resto del'Europa. Vedrete che poi la creatività, l'inventiva e la capacità degli italiani saprebbe risollevare il nostro Paese. Ma se la politica continua a remare contro, ad affossare, ad impedire, a complicare... la vedo davvero dura. 

Intanto quel conto in banca che l'agenzia delle entrate dovrebbe aprire per permettere di pagare i dazi con un bonifico... ancora non è stato aperto. Ma capisco che aprire un conto in banca sia davvero un grosso problema. In fondo la legge che lo prevedeva è solo di luglio 1991. 

Da uno Stato che non è capace di aprire un conto in banca, possiamo aspettarci che sia capace di "capire" cosa sia il pre-clearing? 

Ma va là, come direbbe chi di legge ne mastica. 

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