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Il populismo italico e le sue conseguenze

Demagogia al potere, parlamentari telecomandati dal blog di un comico sfascista e "cittadini normali" in parlamento, alcuni palesemente impreparati e per nulla migliori dei peggiori vecchi politici che conosciamo. È davvero questa la soluzione per la nostra povera Italia?

Messa così, mi rendo conto, penso chiunque risponderebbe di no. Intendiamoci subito: non sono certo una persona amante dei vecchi politici e di tutto quello che rappresentano, né un antigrillino a prescindere. Sono semplicemente una persona abituata a ragionare con la mia testa e a non farmela imbottire di luoghi comuni, di favole che parlano di elezioni online e di terze guerre mondiali per il web libero fra 50 anni (vedi il video di Casaleggio) e slogan della serie "fanculo tutti" o "tutti a casa", come se generalizzare e fare di tutta l'erba un fascio fosse un concetto plausibile.

Pur non avendolo votato (non avrei mai potuto votare una persona che ha una visione tanto distorta della democrazia e che a mio parere incarna troppo l'ideale di duce), ho sempre pensato che il Movimento 5 Stelle avrebbe avuto effetti positivi sul parlamento italiano: infatti, delle persone che richiamassero ed evidenziassero quotidianamente il necessario cambiamento generazionale, l'indispensabile taglio dei costi della politica, l'imprescindibile riorganizzazione dell'amministrazione (vedi province e altri costi inutili), e che affrontassero, cosa mai fatta dalla sinistra, il vero problema del conflitto di interessi, dell'ineleggibilità per legge (sempre ignorata) di Berlusconi, e che mettessero fine alla storia infinita di un imputato che grazie alle leggi che si è fatto da solo riesce da vent'anni a non farsi processare, depenalizzando i suoi reati o trovando qualsiasi tipo di escamotage, servisse al nostro Paese come il pane.

E non mi si venga a dire che quello di Berlusconi non è un problema per l'Italia: a parte che lo è anche solo avere un presidente del consiglio accusato di reati inquietanti, e non solo legati alla vita politica; ma la depenalizzazione del falso in bilancio, per fare un esempio, non è forse un problema di tutti? Ecco, ho sempre pensato che avere un numero congruo di grillini in parlamento avrebbe costretto le vecchie cariatidi della nostra politica a rinnovarsi, a tagliare i costi della politica, a fare riforme indispensabili per il Paese. Un numero congruo, appunto.

È questo il problema: Grillo ha preso troppi voti da un lato (per essere semplicemente in parlamento e costringere un governo in carica ad affrontare i loro punti) e ne ha presi troppo pochi per poter governare (anche se sinceramente visti alcuni personaggi che ha portato in parlamento, l'idea di farmi governare da loro mi fa venire i brividi, ma magari mi sbaglio e avrebbero formato un ottimo governo, chissà).

Perché Grillo ha preso tanti voti? Perché con il suo linguaggio scurrile, spesso inutilmente volgare, con il suo storpiare i nomi, con il suo sfascismo (distruggiamo i partiti, siete accerchiati, andate tutti a casa), ha attirato il consenso di tante persone deluse, stanche della vecchia politica, disperate perche non arrivano a metà mese. Il problema è che il populismo italico, come (quasi) sempre, deborda ed esagera: ed eccoli lì, i nuovi eroi del popolo, in parlamento, a vantarsi di non stringere la mano alla Bindi, a parlare di fascismo buono, di chip sotto la pelle, a insultare tutti i giornalisti a prescindere, insultandoli e deridendoli addirittura in quanto precari (come se fosse una loro colpa e una cosa di cui vergognarsi), definendo vecchi tutti i politici, anche quelli mai entrati in parlamento e spesso portatori dei loro stessi temi (vedi Puppato, che fa parte di quel Pd da loro chiamato "Pdmenoelle"), o "foglia di fico" una persona come la Boldrini, che, a parte rappresentare una personalità di spicco, e portare tutti i caratteri di novità da loro stessi (e non solo) richiesti (giovane, donna, preparata, intelligente), sicuramente alla domanda "Cos'è la Bce? Chi è Mario Draghi?" saprebbe rispondere, a differenza di qualcuno di quel Movimento che la definisce appunto foglia di fico.

E a calcare troppo il tasto populista e troppo facile dei costi della politica: sappiamo tutti, anche i bambini, che i politici godono di troppi privilegi, che guadagnano troppo e che il sistema va riformato. Ma vogliamo davvero far credere agli italiani che è per questo che non arrivano a metà mese? Che sia solo questo il problema dell'Italia? Perché non andiamo a vedere quali sono i costi della politica e li confrontiamo con quelli che buttiamo via per missioni di guerra (mascherate da missioni di pace) inutili e incostituzionali? Perché non guardiamo quanti soldi vengono destinati a opere inutili e spesso dannose (vedi Tav, dove i grillini hanno il merito di farsi sentire)? E quanti soldi un paese laico spende (dandoli o non incassandoli) per la Chiesa Cattolica?



E sarebbero tante altre le aree su cui puntare il dito. Facciamo i tagli che servono, azzeriamo i privilegi della casta, costringiamo la politica a riacquistare decenza dal punto di vista economico e anche morale e sociale. Ma non prendiamo in giro gli italiani e non cerchiamo di imbottirli di stupidaggini: in quello i politici di professione sono imbattibili, e sinceramente non ne abbiamo bisogno. Ribadisco il concetto iniziale: odio quanto chiunque la vecchia politica, e non disprezzo a prescindere il Movimento 5 Stelle, anzi, ne apprezzo tante battaglie e tanti punti.

Ma il populismo estremo non porta mai benefici, in nessun campo. L'ultima prova ce l'hanno data con la gestione delle consultazioni, prima con Bersani poi con Napolitano: al primo avrebbero potuto chiedere tutto, era li quasi in ginocchio davanti a loro, avrebbero potuto imporgli un nome non politico, esigere personalità da loro scelte nei ministeri, imporgli dei loro punti e anche le date in cui realizzarli, uno per uno.

Avrebbe accettato, per non morire lui come politico e per far nascere un governo. E avrebbero vinto, loro e chi li ha votati con quella speranza. Avrebbe vinto il Paese, che avrebbe avuto un Signor Governo, e le riforme che tanto servono. Invece cosa hanno fatto? Hanno ripetuto, telecomandati come burattini, la solita pappardella dei loro guru, condita dalla immancabile battuta ( "sembriamo a Ballarò") e da tanta arroganza ("noi non parliamo con le parti sociali, noi siamo le parti sociali").

Cosa hanno ottenuto con questo atteggiamento? Poi non contenti, sono andati da Napolitano e anziché, nuovamente, fare nomi e cognomi, pretendere un governo di personalità eccellenti e una serie di punti da realizzare, hanno chiesto di governare loro...e come? Senza numeri? Chiedendo la fiducia agli stessi partiti che tanto odiano e che vorrebbero cancellare dalla faccia della terra? Mah. Risultato? Hanno perso loro ma soprattutto noi.

Ora ci ritroviamo con dieci nomi legati alla vecchia politica (e alcuni direttamente a Berlusconi) che vengono pure definiti "saggi": nessun giovane, nessuna donna, nessuna speranza di rinnovamento, nessun governo ma il proseguimento di quello Monti, a cui ora si chiede di fare quello che avrebbe dovuto fare prima, quando aveva la maggioranza per farlo e non lo ha fatto. 

È questo il grande risultato che volevano per noi? Veramente pensano di aver seguito il volere dei loro elettori e di avere ottenuto un risultato? Beh, se è cosi, grazie tante davvero. E grazie anche a chi fa del populismo estremo il proprio dogma, e che non usa il proprio cervello per pensare, ma preferisce farsi telecomandare dal ducetto di turno. Dimenticavo: i sondaggi danno Berlusconi primo partito e Grillo in forte calo. Sono sicuro che saranno davvero felici delle proprie azioni e dei propri risultati. Grazie ancora.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.109) 3 aprile 2013 19:18

    Direi: non di populismo ma di qualunquismo si tratta...., però ad una cosa non credo: i palesemente impreparati. Loro, o ci fanno oppure sono furbi. Non arrivi in Parlamento perché sei bello, bella sì, bello no e fighetto. Puoi essere ammanicato e vabbè, altro problema italiano.

    L’articolo è una buona sintesi, rende perfettamente l’idea, mi accodo nel ringraziamento. Vedo che Puppato e Boldrini ti piacciono proprio: non conosco Boldrini: se è riuscita a in UNHCR penso non le manchino capacità e cuore, Puppato invece è proprio una persona solida ed un politico "di popolo".

    Io credo che noi siamo malmessi non solo economicamente, è una profonda mancanza di cultura, a volte anche di erudizione, quella che non ci permetterà di migliorarci. Non è populismo però è qualunquismo,

    Enzo 

  • Di (---.---.---.5) 3 aprile 2013 20:08

    Collettario >

    Una decina di senatori “renziani” depositano proposta di legge per abrogare il finanziamento ai partiti e passare al contributo diretto dei cittadini.

    Cittadini “speciali” come quelli che, invitati a cena, hanno finanziato con 814 mila euro le primarie di Renzi tramite la sua (di famiglia) Fondazione Big Bang.
    Finanzieri come Serra, immobiliaristi come Romeo ed altri selezionati “benefattori” pronti a versare contributi da 30-60 e perfino 100 mila euro.

    Cittadini “disinteressati” mossi solo da passione politica?
    Per contro basta pensare a Bersani che vorrebbe misure per la fedeltà fiscale, contro l’elusione ed i traffici sospetti di capitali.
    Tutto può avere senso se si perde il valore di Parola e Merito

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