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Il popolo orvietano si oppone alla rimozione del suo vescovo

La possibile rimozione del vescovo della diocesi di Orvieto-Todi, Giovanni Scanavino, ha provocato forti reazioni negative fra gli orvietani, gran parte dei quali non vogliono che il proprio vescovo sia allontanato. Sono state raccolte numerose firme per sottoscrivere un appello, indirizzato al Papa, volto a richiedere che Scanavino resti al suo posto. Le reazioni degli orvietani sono iniziate quando si sono diffuse delle indiscrezioni circa la lettera di Benedetto XVI, che sarà resa nota dallo stesso vescovo il prossimo 5 marzo, nel quale è contenuto il “destino” futuro di padre Scanavino.

Secondo queste indiscrezioni il Papa avrebbe deciso di allontanare Scanavino dal suo incarico di vescovo. Si è cominciato a parlare delle possibile rimozione di Scanavino appena dopo il suicidio di Luca Seidita il diacono a cui fu impedito dal Vaticano, improvvisamente, di diventare sacerdote. Luca per questo motivo decise di porre fine alla sua vita gettandosi nel vuoto, dalla rupe di Orvieto. Il vescovo subito dichiarò che non era stato favorevole alla decisione del Vaticano e che continuava a non esserlo, e da quel momento appunto fu ipotizzato che Scanavino potesse essere rimosso dal suo incarico. In realtà anche prima del suicidio di Luca Seidita all’interno della diocesi furono avanzate delle critiche all’operato del vescovo, critiche non ben motivate o meglio il cui motivo non è mai stato reso pubblico. Si sostenne anche che la decisione del Vaticano di impedire il sacerdozio di Seidita fosse stata influenzata dagli oppositori di Scanavino in quanto il diacono, che poi si suicidò, era molto vicino al vescovo, poiché era il suo segretario. Forse una parte degli oppositori di Scanavino lo erano fin dal momento, risalente a sette anni or sono, della sua nomina. Allora infatti una parte minoritaria del mondo cattolico orvietano avrebbe preferito che divenisse vescovo un sacerdote locale. Comunque, a parte i motivi, più o meno recenti, che potrebbero determinare la rimozione di Scanavino, quello che è certo è che oggi la gran parte degli orvietani, credenti o non, sono contrari al suo allontanamento. In poche ore, nel centro storico di Orvieto, sono state raccolte oltre 1.000 firme a sostegno dell’appello di cui ho riferito. Molte anche le sottoscrizioni, on line, di una petizione avente lo stesso fine di impedire la rimozione del vescovo e le adesioni ad una “pagina” appositamente creata su facebook. Il contenuto dell’appello, molto esplicito, è il seguente:

Santo Padre,
da alcuni giorni sentimenti di smarrimento e di impotenza turbano la Diocesi di Orvieto-Todi.


Dai giornali giunge la notizia che il Vescovo S. E. Giovanni Scanavino possa essere allontanato dalla guida della Diocesi.
In questi sette anni il Vescovo è stato un punto di riferimento per tutti, un buon pastore che ha lavorato instancabilmente per il bene comune, un uomo presente e partecipe con amore in tutte le vicende umane e cittadine.
Orvieto ha paura di subire una grande ingiustizia e non comprende il motivo di un possibile allontanamento di un Vescovo amato e stimato, unanimemente riconosciuto come forza di coesione morale.
Affidiamo a Lei, Santo Padre, la speranza che la nostra voce possa essere ascoltata.

Peraltro Scanavino ha espresso esplicitamente il proprio dissenso nei confronti di queste iniziative. Ha infatti dichiarato: “Nel ribadire che sabato 5 marzo alle ore 11,30, presso la Casa diocesana di Spagliagrano di Todi, renderò pubblica la decisione assunta dal Santo Padre Benedetto XVI in relazione all'appello rivoltogli, esprimo totale dissenso da iniziative assunte autonomamente e irresponsabilmente da fedeli di Orvieto-Todi ed esorto ancora una volta all'obbedienza al Santo Padre e alla comunione, ricordando come questa sia il primo bene della Chiesa, come Sant'Agostino più volte ci ha detto”.

Non posso che rilevare che mi sembra del tutto sbagliato definire irresponsabile il comportamento di molti fedeli orvietani, anche se ovviamente è del tutto legittimo, soprattutto da parte di Scanavino, esprimere il proprio dissenso nei confronti di iniziative che sono appunto autonome e che non state affatto sollecitate dall’attuale vescovo. Concludo auspicando che effettivamente Scanavino non sia rimosso. Il suo operato, non solo per i credenti ma per tutti gli abitanti delle città, più o meno grandi, che fanno parte del territorio della diocesi, è stato prezioso e lo potrà essere ancora in futuro, se gli sarà consentito di rimanere al suo posto. Io non sono credente ma ritengo che l’Orvietano e il Tuderte abbia bisogno della presenza di Scanavino. Aggiungo poi che, comunque si concluda la vicenda, sarà necessario rendere pubblici i veri motivi alla base delle critiche rivolte al vescovo e della sua eventuale rimozione. Tacere e obbedire non credo che rappresenti la scelta più opportuna, anche per i credenti.

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