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Il parroco di Guidonia solidarizza con Rita Bernardini

Intanto la Lega Nord ed il giornale di Massimo d’Alema vanno a braccetto ed attaccano il popolo romeno ed il suo governo.

“ E’ una razza di stupratori” affermano i primi, “ è un paese dove non esiste ne moralità ne gioia” insiste il secondo. A Bucarest rabbia per le posizioni italiane, simpatia per la Spagna 

Il senatore della Lega Nord, nonché membro del Comitato per l’attuazione degli accordi di Schengen e la vigilanza in materia di immigrazione, Piergiorgio Stiffoni da Treviso ha ieri pubblicamente dichiarato che i romeni e la Romania sono indegni di rimanere nell’Unione europea in quanto la loro specialità preminente è quella di stuprare ed ammazzare le donne indifese dei paesi in cui emigrano. “ Se un extra- terrestre venisse a trovarmi e mi chiedesse chi sono i romeni non avrei difficoltà a dirgli che sono un popolo di stupratori” ha detto testualmente il senatore leghista che poi, ancora più duramente, ha ribadito che con l’ingresso di Bucarest nell’Unione europea l’Italia” …ha importato la peggiore immigrazione che mai la storia d’Europa abbia visto, con il risultato che siamo piombati ai più bassi livelli immaginabili di sicurezza e convivenza civile”. Stiffoni non è nuovo a dichiarazioni del genere essendo già stato accusato, nel 2003, di razzismo per aver affermato che, purtroppo, il forno crematorio del cimitero di Treviso non può sterminare in tempi brevi tutti i clandestini presenti nel nostro paese. 

Le dichiarazioni del leghista fanno il paio con quanto scritto il 29 gennaio dal direttore de “Il Riformista”, il quotidiano della sinistra democratica vicino all’onorevole D’Alema, che aveva bollato i romeni come il pericolo maggiore per l’integrità fisica delle donne italiane. Antonio Polito, poi, si era lanciato in una sorta di divisione degli immigrati tra buoni, come filippini, albanesi, africani e magrebini, e cattivi, come i romeni indicati come razza particolarmente incline allo stupro. Oggi sullo stesso quotidiano dalemiano una storica dell’Università di Roma, Lucetta Scaraffia, collaboratrice pure del Corriere della Sera, di Avvenire e del Foglio, ha rincarato la dose, dipingendo la Romania come il luogo peggiore d’Europa. La Scaraffia, un passato di fervente cristiana ora convertitasi all’ebraismo, ha dipinto il paese danubiano come un posto grigio, anonimo, dove le persone vivono senza umanità alla giornata, mendicando, prostituendosi, ubriacandosi.



In Romania non c’è gioia, afferma la storica romana, la povertà è considerata una colpa dell’occidente europeo” per poi azzardare che forse questa convinzione è ingenerata dai discorsi di una politica corrotta ed inefficiente. La studiosa prosegue poi raccontando che la povertà romena non è gioiosa ed accogliente come quella del terzo mondo o di altre zone d’Europa ma è triste, carica d’odio e di risentimento. Per la Scaraffia anche il pane in Romania non viene preparato con cura ed amore ma è colloso, sa di plastica e pure la religione è vissuta come qualcosa di orribile e di vacuo, senz’anima, senza gioia. Come si vede, dopo l’orribile stupro di Guidonia, ormai il disprezzo per tutti i romeni, compresi quelli che mai sono usciti dai confini nazionali, e per il governo della nazione neo- comunitaria sui nostri mass- media è al massimo.

Più del 60% degli italiani afferma di odiare i rumeni. Paiono lontani i tempi in cui sulle televisioni italiane impazzava lo slogan “ Romania, piacere di conoscerti” al fine di presentare ai telespettatori della penisola una bella immagine dello stato danubiano. A conti fatti sono stati soldi buttati via dal governo di Bucarest. Pure il parroco di Guidonia, padre Andrea Stefani, che subito dopo il fatto si era dichiarato disponibile a promuovere una migliore integrazione dei romeni tra gli autoctoni, ora dispera di raggiungere l’obiettivo.Intanto scrive un messaggio di solidarietà alla deputata Rita Bernardini, fatta oggetto di insulti irriferibili e minacce all’integrità fisica, dopo aver denunciato i ripetuti pestaggi nei confronti dei sei romeni arrestati per lo stupro. Anche Padre Stefani ha avallato le denunce fatte dall’onorevole radicale e per questo è stato pesantemente stigmatizzato dalla gran parte dei suoi parrocchiani. In Romania intanto non è solo la gente, o la classe politica, a sentirsi umiliata dalle generalizzazioni compiute in Italia contro tutta la comunità neo- comunitaria ma ora, dopo quanto scritto oggi dal Riformista, anche la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica schiumano di rabbia mista a soddisfazione per gli apprezzamenti ricevuti invece dalla Spagna il cui governo si dice molto orgoglioso di ospitare la maggior comunità della diaspora romena. “Vorrà dire che sostituiremo l’imprenditoria italiana presente da noi con quella spagnola, rappresentante di un paese a noi certamente più amico” si afferma nelle stanze del potere economico a Bucarest come a Timisoara. 

  

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