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Il “paradigma Terzigno”: il Paese a rischio

Da un lato, da dove ci si aspetterebbe fatti, “solo e soltanto Parole, parole, parole” come cantava Mina; da un altro, invece, incominciano a sorgere fatti e reazioni tutt’altro che solo verbose.

Se la storica canzone calza a pennello per questa situazione politica italiana che rassomiglia alla “Storia infinita”, da un punto di vista pratico la storia italiana, se non si ricorrerà a delle concrete e definitive soluzioni, presto avrà delle conclusioni; e la protesta violenta che è esplosa a Terzigno in quest’ultimo periodo, che ebbe tra l’altro i suoi pericolosi prodromi già due anni fa, potrebbe espandersi in altre zone d’Italia… e non solo per il problema rifiuti!

Per l’ennesima volta, come al solito, gl’italiani hanno memoria corta, non ricordano le sparate populistiche dell’allora futuro premier sulla crisi dei rifiuti di Napoli scoppiata proprio nel periodo preelettorale, mentre il governo Prodi stava crollando. Il “salvatore di Napoli” ha aperto una discarica ed ha “risolto” pro tempore il problema rifiuti a Napoli centro, mentre la provincia ha continuato ad essere seppellita, in parte, sotto i rifiuti, ma buona parte dei Media ha fatto finta di non vedere che la provincia era ancora in tale fetido mare.

Questo stato di cose è indicativo di altri problemi che l’Italia vive: i Media s’interessano di tali problematiche solo pro tempore, senza però sensibilizzarne e sollecitarne la soluzione, chi lo fa spesso viene querelato. Comunque, tornando ai rifiuti, è andata bene fino a quando la discarica aperta ad hoc si è riempita. Ed eccoci punto e a capo!

Il pensiero pernicioso che mi tormenta quando scrivo tutti i miei articoli è che se le variegate problematiche che ci affliggono vengono affrontate proprio nel modo approssimativo e becero da questa perfetta classe di politici coscientemente e placidamente inetti, il declino, o se preferiamo il regresso, sarà inesorabile per la nostra società.

Il mal governo e la mancata risoluzione di molti problemi, senza la risoluzione dei quali l’Italia intera si eclisserà in una spirale che terminerà in un trapasso inesorabile, sono la causa di tutto questo malessere.

Il “caso Terzigno” mostra soprattutto che la sua situazione è paradigmatica di tutto l’insieme delle problematiche italiane, che non si vogliono risolvere per non distruggere interessi particolari con i quali la casta politico-dinastico-lobbistica è collusa e connivente. Se continuiamo così c’è il sicuro rischio che questa gente che ci governa faccia letteralmente marcire l’Italia tutta, e non solo la Campania, non solo sotto i rifiuti, ma anche sotto i colpi di ben altre problematiche, come possiamo ben percepire da flebili voci a confronto delle ben più altisonanti di quelle del teatrino mediatico.

Di cosa sto parlando? Beh, del fatto che i problemi “risolti” con semplici palliativi non sono solo quelli relativi alla monnezza di Napoli o di Palermo, ma ben più grandi e gravosi problemi: come la precarietà, che non conosce nessun tipo di manovra per arginarla; l’evasione fiscale, che neanche a parlarne viene combattuta con l’abolizione delle società offshore, alle quali i nostri più esimi miliardari, che non a caso si sono insediati ai massimi vertici del potere, ricorrono legalmente; la bassa natalità, che non vede nemmeno una legge a favore della promozione della famiglia; il Sud, che è sempre più preda di un inesorabile esodo che tra un po’ lo lascerà solo a cittadini extracomunitari che lo abitano sempre più e ci vivono a mo’ di neo servi della gleba; gl’industriali, grandi e piccoli, che, a causa dell’alta pressione fiscale e per più alti profitti, delocalizzano licenziando e precarizzando; come al solito, la lista dei problemi non risolti e mai oggetto reale e concreto delle sedute del Parlamento potrebbe inesorabilmente continuare.

In tutto ciò, però, c’è da notare una cosa: che la pazienza dei molti sta per arrivare al termine, e non nel modo migliore, ma con lo scoppio della contestazione violenta.

In un mio precedente articolo, “Visione dal basso”, ho parlato di come questo modo di agire di tutti i politici lanci un messaggio devastante ai giovani figli di questa situazione di crisi.

Chiaramente, io personalmente non me lo auspico, ma aspettiamoci l’aumento della contestazione violenta, visto che la politica è sorda ai problemi dei più deboli. Tuttavia, si badi, deboli da soli, ma forti quando si coalizzano. Fatti come la presa della Bastiglia o moti rivoluzionari di vario genere non sono stati attuati da forze politiche non violente, ma da gente che di alcuni poteri ne aveva letteralmente le “palle piene”.

Lungi da me il fatto di essere un apologista della violenza, io faccio opinione, e questa è la mia: stiano bene attenti i nostri politici, perché la massa incomincia ad odiarli più di prima. Questa cosa la si percepisce nei social forum, nelle manifestazioni sempre più frequenti di precari della scuola, in quelle dei disoccupati della grande e media industria, in quelle di gente che non si rassegna a perdere dei diritti conquistati con anni e anni di lotte svenduti tra l’altro da sindacati proni e supini al potere.

A Terzigno, non ci si deve meravigliare, la gente è scesa in piazza per difendere la propria libertà di esistere. Se dimentichiamo ciò e non siamo solidali con loro – non con chi usa la violenza però - rischiamo solo di dimenticare che prima o poi toccherà anche a noi. Magari già in parte il malessere di altre situazioni ci tocca ma non in modo incisivo, la soglia della tolleranza non è stata ancora oltrepassata come è avvenuto per quelli di Terzigno, ma contateci, se le cose continueranno ad andare avanti così, l’epilogo triste non tarderà a comparire anche nelle nostre personali vite.

Sorgono qui alcune domande: cosa doveva fare questa gente? Doveva forse prendersi un’altra discarica e finire di morire letteralmente sotterrata dai rifiuti con malattie annesse e connesse e quant’altro? Perché se questi non fossero scesi in piazza, era questo il destino che gli era stato assegnato, senza che nessuno muovesse un dito per soccorrerli, con buona pace di un governo che da mesi si interessa solo di emerite stupidaggini come il lodo Alfano, o altre ignobili cretinerie politiche.

Io non esalto la violenza, ma la condanno, tuttavia quando c’è una reazione violenta ad un ingiustizia, questa avviene perché, da come si è potuto vedere, il potere con le buone non è disposto ad ascoltare dei disperati ai quali oltre che la protesta, quello che rimane da fare altrimenti è rimanere e morire intossicati tra i propri beni patrimoniali che perdono valore a livello esponenziale,  oppure perdere le proprie case e andarsene.

È già, sembra proprio questo il destino di molti in Italia, anche quelli che con Terzigno e la monnezza non hanno nulla a che fare!

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