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 Home page > Tribuna Libera > Il paese disonorato dai respingimenti barbari

Il paese disonorato dai respingimenti barbari

Quello che sta accadendo in Libia, che dimostra quando crudele sia il regime di Gheddafi, ci toglie ogni illusione circa la gravità dei crimini di cui siamo stati, tutti, complici.

Ho dormito meno del mio solito poco, stanotte, e peggio del mio solito male.

Non sono stati i problemi di lavoro che pure ho, come tanti in questi anni, a tenermi sveglio; sono state le immagini di una vecchia puntata di “Presa Diretta”, del settembre 2009, dedicata alla sorte degli immigrati clandestini fermati dalla polizia libica o, peggio ancora, fatti riportare in Libia dalle autorità italiane.

Ho visto quei volti disperati; sentito raccontare di morti per sete, fame e freddo, di ustioni terribili causate dal sole e, soprattutto, di torture. Torture inumane praticate sotto i nostri occhi (non possiamo dire di non sapere; di testimonianze in rete se ne trovano a decine) e quindi con il nostro consenso. Peggio ancora: per conto nostro.

Sofferenze atroci e del tutto inutili imposte agli ultimi della terra; ai profughi senza più nulla, alle vittime di ogni guerra e ai perseguitati di ogni dittatura,.

Ho visto persone che dovrebbero godere del diritto d’asilo respinte in blocco, in violazione di ogni legge internazionale, in operazioni che a tutto servono, ma certo non a fermare l’immigrazione clandestina: solo il 5% degli irregolari che entravano ogni anno in Italia provenivano dalla Libia, anche prima che firmassimo gli accordi con Gheddafi.

La verità è che quei crimini contro l’umanità, perché di questo si tratta, sono stati compiuti per un operazione di pura propaganda politica; vite umane sono state scambiate contro voti, e quindi potere, nel più cinico dei modi.

A questo, solo a questo, sono serviti i respingimenti in mare: a fornire titoli ai telegiornali. A dimostrare alla gente, all’orribile plebe teledipendente che neppure sa fare due più due, che il Governo della peggior destra faceva, finalmente, qualcosa per arginare l’arrivo dei barbari.

Barbari, subumani, potenziali criminali; questo e null’altro, dopo decenni delle peggior propaganda, per molti italiani sono gli extracomunitari.

Mentre degli esseri umani venivano mandati alla morte, o ad un destino ancora peggiore, i nostri disgustosi governanti si pavoneggiavano in televisione ed i nostri ancor più disgustosi connazionali applaudivano.

Mai, mai nella sua storia, l’Italia è caduta tanto in basso.

Quei respingimenti sono macchie indelebili sull’onore del Paese.

Chi ha dato l’ordine di rimandare in Libia quei disperati ha infangato il nome dell’Italia; i responsabili politici di quelle violazioni del diritto internazionale andrebbero processati e infilati in galera per sempre.

In galera Berlusconi; in galera Maroni; in galera La Russa, se in qualche modo, come Ministro della Difesa, c’entra. In galera tutti quelli, lungo la catena di comando, che questi ordini hanno dato e che questi ordini hanno eseguito.

In più andrebbero degradati gli ufficiali che hanno comandato le unità navali che hanno compiuto i respingimenti, e cacciati dalle forze armate gli equipaggi che a quegli ufficiali non si sono ribellati: hanno obbedito al Governo, ma tradito la Patria.

Hanno, prima ancora, tradito il senso dell’onore che dovrebbe essere proprio di ogni soldato. Lo stesso senso dell’onore che fece rifiutare al generale Roatta, in Jugoslavia, di consegnare ai tedeschi gli ebrei presenti nei territori controllati dalle sue truppe.

Si trattava di ordini a cui, a norma dell’articolo 25 del regolamento delle forze armate, non si sarebbe dovuto ubbidire; gli italiani, anche in circostanze infinitamente peggiori, certe cose non le avevano mai fatte.

Di quelle torture e di quelle morti siamo responsabili anche noi, che ce ne siamo rimasti con le mani in mano, magari a cullarci nella nostra sterile indignazione, ed è responsabile, là, in alto sul colle, il Presidente della Repubblica, che delle forze armate è il comandate supremo.

Siamo, dal primo all’ultimo cittadino, un paese disonorato.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.108) 9 marzo 2011 19:53

    Pallottoliere >

    Tutti “clandestini” erano i 30mila migranti che puntavano alle coste italiane prima del Trattato anti-sbarchi siglato con Gheddafi.
    Il 14 febbraio, per Maroni, è diventato un “esodo biblico” quello degli 80mila Tunisini in procinto di sbarcare in Italia.
    Poi, scoppiata la crisi in Libia, si è calcolata in diverse centinaia di migliaia la “catastrofica ondata” di sfollati destinata a piombare sulle nostre coste meridionali.
    Dopo che il governo ha varato 2 spedizioni umanitarie Maroni ridimensiona a 50mila migranti lo “scenario peggiore” di arrivi dal nord-africa.

    Nessuno dice con quali mezzi e in quanto tempo dovrebbe compiersi la temuta “invasione”. Stando agli arrivi ci vorranno quasi 2 anni prima che si compia siffatto “presagio”.
    Le spedizioni umanitarie arriveranno in tempo a fermare la “marea” di clandestini? Comparirà all’orizzonte di Lampedusa una flottiglia di 600 barconi carichi di migranti?

    Non importa il balletto dei numeri. L’importante è l’effetto “allarme”.
    Cavalcando l’insicurezza nel paese del Barbiere e il Lupo si fanno cose davvero strane …

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