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Il no dei parlamentari italiani allo stato di Palestina

Centocinquanta parlamentari hanno firmato una petizione proposta loro dal direttivo dell'associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele, composto dai deputati Enrico Pianetta, Fiamma Nirenstein, Gianni Verdetti e dalla senatrice Rossana Boldi, che si oppone alla dichiarazione d'indipendenza dello stato palestinese.

Come se avessero firmato una petizione proposta dal governo sudafricano contro la fine dell'Apartheid. Hanno firmato parlamentari di quasi tutti i partiti e gruppi presenti in parlamento (a occhio mancano solo l'IDV, Svp e Union Valdôtaine), opponendosi alla prevista dichiarazione d'indipendenza dello stato palestinese, in programma per settembre. Il cuore della lettera è nella parte che afferma: "Una prematura dichiarazione unilaterale, invece, non solo minerebbe il processo di pace, ma costituirebbe un affronto permanente all’integrità delle Nazioni Unite, dei trattati esistenti e del diritto internazionale. Crediamo che l’unilateralismo violi la legalità internazionale e metta in discussione il principio delle trattative tra i popoli”.

Come si possa definire "prematura" la dichiarazione dell'istituzione di uno stato palestinese prevista fin dal 1948 dall'ONU, però non lo spiegano e nemmeno spiegano perché dovrebbe essere una minaccia alla pace, che non c'è. Ma nemmeno perché dovrebbe essere un affronto all'ONU il comunicare questa decisione, del tutto simbolica, alla comunità internazionale.
 
Si tratta dell'ennesima porcata bipartisan sollecitata da parte israeliana, che sulla questione sta facendo fuoco e fiamme e minacciando a destra e a manca, annunciando violenze che nessuno dei palestinesi ha mai auspicato, minacciato e nemmeno previsto. Le solite fantasie da spacciatori di paura, fatte proprie da parlamentari italiani che chiudono gli occhi da anni sulla costruzione di un muro illegale e sull'occupazione e la colonizzazione israeliana della West Bank, quelli sì platealmente illegali.
 
Anche ieri Israele ha approvato la costruzione di migliaia di nuove abitazioni in territorio palestinese, ma nessuno ha proposto o firmato una petizione per fermare la colonizzazione, che come ostacolo alla pace e offesa alla cultura della trattativa e alla legalità internazionale equivale a un arrogante offesa a chiunque creda nel diritto come perno della risoluzione dei conflitti. Non c'è un solo paese al mondo che ne riconosca la legalità, nemmeno le corti israeliane, ma per i nostri parlamentari (di tutti i partiti), l'illegalità e la minaccia alla pace verrebbero dall'intenzione da parte dei palestinesi di dichiarare la loro indipendenza ed autonomia, come auspicato dalla stessa risoluzione ONU sulla quale si è fondata la costituzione e dichiarazione d'indipendenza dello stato d'Israele.
 
L'ennesimo sputo in faccia ai palestinesi, l'ennesima dimostrazione dell'ignoranza e della stronzaggine di buona parte dei nostri parlamentari.
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