Il mistero della stampa libera

Il fatto: Barbara Spinelli, nota giornalista, lascia
Lucia Annunziata, giornalista RAI, invia una lettera al Comitato di redazione de “
Come al solito, si complicano le cose semplici, e si intuisce la formazione della scuola RAI in cui ogni verità viene bandita.
Il giornalismo funziona così: vi è un padrone o una SpA che tira fuori i soldi e decide il nome del direttore. Il direttore non deve fare altro che seguire la “linea editoriale” che la proprietà esige. Se non lo fa viene cacciato (ricordiamo Montanelli che, pur essendo il miglior giornalista italiano, venne allontanato perché non seguiva la linea).
Con questo metodo i singoli giornalisti, spesso, non fanno giornalismo, ma adattano le notizie alla linea da seguire, omettono quelle sgradite alla proprietà o fabbricano dossier per colpire i nemici del loro padrone.
Peggio, forse, sono i giornali di partito, cui nessuno sopravviverebbe senza i generosi aiuti statali, seguono le stesse logiche, si scrive sotto dettatura e qualche volta dittatura del segretario di partito.
L’unico vero giornalismo è quello in cui non vi è la proprietà, ma sono i giornalisti, in cooperativa o in associazione tra loro, che sono padroni del giornale e quindi di se stessi.
In Italia, che io sappia, il solo giornale di peso, oltre le centomila copie al giorno, di proprietà e autogestito dai giornalisti, l’unico che ha rifiutato il contributo statale, è “il Fatto Quotidiano”.
Mettiamo questo punto fermo: per me il giornalismo è quello del Fatto, gli altri giornalisti sono impiegati di concetto.
Fa eccezione
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