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Il male oscuro della corruzione

Il dovere della "sana politica"

Il male oscuro della corruzione

Da Berlino giunge la notizia che in una recente classifica internazionale dei Paesi più corrotti del mondo, l’Italia risulta al 63° posto dopo il Botswana (Stato dell’Africa australe).
 
Secondo la Corte dei Conti, nel 2009, le denunce di corruzione, concussione e abusi d’ufficio, nel nostro Paese, sono aumentate di circa il 230% rispetto all’anno precedente.
 
Ma ciò non significa necessariamente che la corruzione sia aumentata. Anzi si può affermare che in tempo di crisi economica, come questa che stiamo attraversando, il numero dei corruttori potrebbe essere anche diminuito, o, almeno, potrebbero essere diminuite le loro pretese, perchè i soldi in circolazione sono pochi e molte persone taglieggiate, ripensandoci, potrebbero essersi ribellate.
 
Un po’ come succede in un acquario, in cui, quando il cibo scarseggia, oppure manca, i pesci più piccoli diventano improvvisamente più coraggiosi e non sono più disposti a rinunciare, per paura, a qualche buon bocconcino in favore dei più grossi.
 
Del resto anche nel 1992 è accaduta la stessa cosa: il pool di "Mani pulite" ha avuto successo dopo la crisi economica della prima guerra del Golfo.
Così aumentano le denunce e scoppiano gli scandali: dalla vicenda della Protezione Civile sugli appalti sospetti alla maxitruffa sull’IVA di Varese, per citare i casi più eclatanti di quest’ultimo periodo.
 
Ma la cosa più preoccupante è che la corruzione è una delle cause per cui le imprese straniere non investono più in Italia, naturalmente insieme alle troppe tasse, alla troppa burocrazia, ai tempi troppo lunghi per la giustizia e così via.
La necessità delle riforme si presenta quindi come un problema ancora più pressante e urgente.
 
E’ appena il caso di aggiungere che, anche se in ritardo, questo è il momento più giusto per realizzarle, prima che la corruzione dilaghi ulteriormente con le nefaste conseguenze che tutti conosciamo.
 
La "sana politica" dovrebbe prevalere su quella malata e "corrotta", e intervenire tempestivamente per riequilibrare il sistema. Se non lo facesse comprometterebbe ancora di più la già difficile situazione, alimentando la crisi e la disoccupazione, e rendendo ancora più preoccupante e oscuro l’avvenire dei nostri figli.
 
 
 

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