Il governo vuole tassare la Coca Cola (con la scusa della salute)

Con la scusa della salute il governo Monti ne ha pensata un’altra. Vogliono tassare la Coca Cola, precisamente 3 centesimi per ogni 33cl, cioè per ogni lattina.
Per le bottiglie da un litro e mezzo l’aumento non è indifferente: fate voi i conti. La nuova tassa non riguarderebbe solo la Coca Cola, ma tutte le bevande “zuccherate e gassate”. Lo ha spiegato a Radio1 il Ministro della Salute Renato Balduzzi:
«Quella che si è concretizzata, o si sta concretizzando è l’ipotesi di un limitato prelievo di scopo sulle bevande zuccherate e gassate: con un aumento di appena 3 centesimi di euro per ogni bottiglietta da 33 centilitri, secondo le nostre stime potremmo disporre di 250 milioni di euro su base annua».
Caspita. Duecentocinquanta milioni di euro, mica male. E questi soldi a cosa servirebbero? Lo spiega sempre il Ministro:
«Rafforzare campagne di prevenzione e promozione di corretti stili di vita» e definire «alcuni interventi mirati in ambito sanitario».
Bene. Se l’obiettivo è uno stile di alimentazione più corretto e sano, allora, bisognerebbe tassare tutto il cibo spazzatura (che non è solo quello dei fast-food). Ma questa è un’ipotesi esclusa da Balduzzi. La sensazione è che si tratti semplicemente di una scusa, di un provvedimento leggermente ipocrita: tassare la Coca Cola con la scusa della salute, quando l’unico obiettivo è fare cassa.
Il messaggio che vogliono far passare è questo: per promuovere uno stile di vita sano è necessario tassare. Ma non è così, non può essere così. Non tutto si risolve con una tassa in più.
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