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Il futuro energetico dell’Italia

Le strategie proposte dal governo Monti

Negli indirizzi di politica energetica che si stanno delineando c'è qualcosa di nuovo, di temuto e per certi versi inevitabile dopo l'abiura del nucleare fissile .

Il Ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera, nel suo intervento alla presentazione del Rapporto di Italiadecide su "Il Governo dell'energia per lo sviluppo del paese", scodella le priorità della strategia energetica nazionale: "L'efficenza energetica è la prima delle leve perché coglie tutti gli obiettivi di politica energetica. Possiamo e vogliamo perseguire una vera leadership industriale nel settore, per cui nelle prossime settimane ci sentirete proporre molte cose".

Staremo a vedere, poi mette un carico da novanta anche sulla controversa questione degli incentivi sulle "fonti rinnovabili" (in primis solare ed eolico), stigmatizzando i costi che crescono di mese in mese con un peso complessivo sulla bolletta delle imprese italiane e delle famiglie per circa 9 miliardi di euro all'anno che, spalmati nei 15 -20 anni di impegni già presi, portano l'esborso complessivo per l'erario a circa 150 -200 miliardi di euro. Un "tassametro" come lo ha ribatezzato lo stesso Passera. Ricordiamoci, tanto per dare un riferimento, assolutamente non polemico, dopo tutto il trambusto di cifre creatosi per il piano di Silvio Berlusconi sul rilancio del nucleare in Italia, che questa somma equivale alla costruzione (proprio in un arco temporale identico) di circa 25 centrali elettronucleari da 2 GW di potenza cadauna (con annessi e connessi), per complessivi 50 GW, che è all'incirca la potenza di picco che oggi stiamo utilizzando per il sistema paese. Ovvio quindi che non si possa parlare di investimenti con ritorni soddisfacenti, tenendo anche presente che la metà delle spese nel solare serve per comprare apparecchiature importate dall'estero. Ciò non di meno, il Ministro considera come un "pilastro" irrinunciabile lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Quindi Passera ha annunciato a breve "tre decreti per ridefinire il modello di sviluppo in questo campo". Anche qui staremo a vedere di che si tratta.

Speriamo che questo governo sia più coerente dei precedenti sul fronte delle promesse.

Purtroppo, e qui si entra nella parte temuta ed inevitabile, il piano energetico nazionale che si sta delineando crea un forte impulso alla produzione nazionale di idrocarburi. Il Ministro ci informa infatti che il nostro paese ha ingenti risorse di gas e petrolio, assicurando che una parte è attivabile in tempi brevi e potrebbe raddoppiare gli attuali consumi, riducendo la nostra bolletta energetica con l'estero per una somma pari a circa 15 miliardi di euro da investire in infrastrutture quali rigassificatori, stoccaggi e hub del gas e, ovviamente, nuovi posti di lavoro. Il PIL aumenterebbe, secondo questa previsione, di oltre mezzo punto garantendo entrate fiscali, locali e nazionali, per circa 2,5 miliardi di euro .

Tutto bello se non fosse che ancora nessuno ci dice dove verranno collocati gli impianti di estrazione, di lavorazione e di produzione dell'energia e qualche timore lo induce la frase dello stesso ministro che ci dice: "Dobbiamo nel contempo rivedere la nostra normativa per le autorizzazioni e le concessioni che dovranno essere armonizzate a quelle europee". In sostanza meno lacci e lacciuoli e procedure rapide. Nel paese dei NO-Nucleare, NOTAV, NO Rigassificatori, NO autostrade ecc..., facile immaginarsi che c'è già qualcuno che sta preparandosi alla lotta per salvare il territorio dalla speculazione del regime plutocratico asservito alla "Democrazia Liberista Capitalista ". E quindi prepariamoci ai nuovi bollettini di guerra con relativi eroi sul campo, magari li vedremo arrampicarsi sulle torri di estrazione invece che sui tralicci degli elettrodotti.

Ma l'altro aspetto ugualmente preoccupante è che, evidentemente e come ampiamente scontato per difetto di alternative, ci sarà un forte incremento nella combustione dei fossili per la produzione di energia elettrica, con buona pace dei protocolli di Kyoto, dei gas serra e di tutto ciò che ha spinto gli ambientalisti , veri e di maniera, a ripudiare il nucleare .

Come dire che si passa "dalla padella alla brace". In attesa, se come società industriale ce la faremo, dell'avvento del nucleare a fusione, non quella fredda che è un bluff, ma quella tanto calda da richiedere almeno ancora una trentina di anni, ad essere ottimisti, per iniziare ad accendere il primo fornello.

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.35) 21 marzo 2012 13:50
    Sandro kensan

    «Staremo a vedere, poi mette un carico da novanta anche sulla controversa questione degli incentivi sulle "fonti rinnovabili" (in primis solare ed eolico), stigmatizzando i costi che crescono di mese in mese con un peso complessivo sulla bolletta delle imprese italiane e delle famiglie per circa 9 miliardi di euro all’anno che, spalmati nei 15 -20 anni di impegni già presi, portano l’esborso complessivo per l’erario a circa 150 -200 miliardi di euro.»

    Sicuramente il fv e l’eolico non danno un contributo energetico molto importante e sicuramente sono intermittenti. Però bisogna dire che un impianto nucleare EPR costa caro:

    http://uk.reuters.com/article/2012/...

    6 miliardi di euro per la sola costruzione mi sembra un prezzo elevato.

    Poi lo smantellamento è piuttosto costoso:

    Quanto tempo ci vuole e quanto è il costo?
    In Gran Bretagna hanno calcolato i tempi e i costi:
    954 milioni di sterline, 90 anni.
    Centrale di Oldbury, 435MW, anno di allacciamento 1967, durata centrale 45 anni.
    http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-bristol-17131988
    (si parla del 2109 mentre un’altra fonte parla di 90 anni)

    Facciamo che costi altrettanto per smantellarla? Io non sarò certo vivo per vedere se questa mia ipotesi sarà vera o meno. Nel 2019 temo proprio non ci sarò.

    Se ipotizziamo 12 miliardi tra costruzione e dismissione si ha che per 25 centrali atomiche il costo è di 300 miliardi. Mi pare che gli incentivi alle rinnovabili costi la metà.

  • Di (---.---.---.84) 21 marzo 2012 22:21

    Il primo commento da fare è che qui ci sono ben pochi commenti: sempre su Agoravox si e’ scritto di E-Cat, che ha il 99,qlcsa% di probabilità di essere soltanto una bufala, e tutti si sono scatenati a commentare.

    Paolo pone un problema serio, in forma seria, e tutti tacciono.

    Anche io ho la tentazione di tacere, per l’ottimo motivo che non è facile rispondere.

    E’ pero’ abbastanza facile rispondere in negativo: ci sono due fonti energetiche che potrebbero avere un ruolo importantissimo nel medio futuro ma che certamente non lo avranno nel lungo futuro, nel senso che non risolveranno i problemi dei miei nipoti (il primo ha 4 anni) e dei loro figli.

    Quelle due fonti energetiche non saranno risolutive perchè già oggi sono in esaurimento: i combustibili fossili e l’uranio.

    Se si guardano i problemi da questa prospettiva, tanti altri problemi diventano piccoli: l’infiltrazione mafiosa nelle rinnovabili, i fotovoltaici acquistati dai cinesi...

    La verità vera, che tanti capiscono ma pochi osano dire, è che non c’è soluzione se si pretende che i troppi miliardi di umani abitanti di questo pianeta arrivino a consumi energetici a livello nordamericano.

    La seconda non è una verità, e neanche una certezza, ma una speranza: se decrescono sia la popolazione che i consumi, e’ possibile che si trovino delle soluzioni.  Sappiamo che i combustibili fossili, la fissione e qualsiasi altro tipo di fusione (calda o fredda) trasformerebbero il mondo in una pentola; però la geotermia, i venti, le maree, il solare, impatterebbero sull’ambiente, ma senza un sostanziale riscaldamento.

    Non abbiamo oggi la soluzione, è probabile che nel breve futuro si debbano accettare dei compromessi inacettabili a lungo termine, ma la via è tracciata: l’umanità avrà bisogno di energia, dovrà considerla risorsa preziosa e fortemente limitata, esistono e saranno perfezionabili tecnologie che permetteranno di ottenere energia in quantità limitate ma non devastanti per l’ambiente.

    La razionalità dell’essere umano si giocherà in questo campo (e non solo): l’homo sapiens non può continuare a sopprimere gli altri (prede, predatori, competitori...) e conquistare spazi nuovi: gli "altri" e gli spazi sono finiti. O si costruisce una strategia di equilibrio e sopravvivenza o ci si estingue tutti (insetti a parte).

    L’Italia, nelle sue disgrazie, ha qualche fortuana: il suo territorio è già sovrapopolato e il suo territorio coltivabile è scarso, continuamente eroso dal "vizio" di costruire nelle poche pianure, o di "costruirci" discariche o altri fonti di grave inquinamento. Le risorse italiane in termini di uranio e combustibili fossili sono molto scarse. Con queste disgrazie, siamo nella situazione ottimale per capire bene il problema.

    Se saremo in grado di capire saremo anche fra i primi a studiare le soluzioni e avremo qualcosa da "rivenderci", altrimenti...

  • Di Sandro kensan (---.---.---.47) 22 marzo 2012 01:30
    Sandro kensan

    «Se saremo in grado di capire saremo anche fra i primi a studiare le soluzioni e avremo qualcosa da "rivenderci", altrimenti...»

    Mi dispiace dirlo ma "altrimenti" è la risposta più probabile. Quando c’è scarsità di risorse la risposta umana più immediata è la (auto)distruzione, è così da millenni e penso sia nel nostro DNA.

    Si dice anche che dopo una guerra una società (quel che ne rimane) si sviluppa più forte di prima (ma con meno individui). Sarà così? Spero di no ma temo di si.

  • Di paolo (---.---.---.54) 22 marzo 2012 09:24

    Sandro ,il costo "vivo" di costruzione di una centrale termonucleare da 2GW è circa 4 miliardi di euro,ovverossia 2 ML di euro a GW . I 6 ML di annessi e connessi che cito nell’articolo comprendono :costruzione ,riprocessamento delle scorie con riduzione al 10% del vetrificato da confinare geologicamente ,costi di adeguamento ai nuovi standard di sicurezza,smaltimento o riciclo dopo un ciclo produttivo presumile di 60 anni .
    Questo tanto per essere precisi se è possibile esserlo visto che i conti sono piuttosto ballerini e variano anche in funzione logistica . Ma non credo si possa mai arrivare ai 12 ML che è una cifra enorme .Tieni presente che anche il fotovoltaico e l’eolico hanno costi di smaltimento non indifferenti .

    I due commenti mi confermano che ,purtroppo, il ritardo con cui in Italia si è affrontato il problema complessivo di un piano energetico nazionale (ancora non varato) ci pone in grossissime difficoltà per un futuro a medio termine e il pessimismo che traspare da entrambi i commentatori mi conferma che o questo paese punta con una "straordinaria decisione" (in termini di incentivazioni fiscali) alla efficienza energetica e relativa riqualificazione del patrimonio immobiliare o la vedo piuttosto nera per il nostro standard produttivo . D’altra parte è impensabile che un popolo cambi radicalmente i suoi costumi come consumatore né è ipotizzabile una rinuncia al "benessere" raggiunto .La storia insegna che indietro non si torna.
    Ringrazio entrambi per il contributo.

  • Di (---.---.---.141) 29 marzo 2012 18:23

    Centrali nucleari EPR 3° generazione.

    Il costo di una centrale nucleare EPR è di 6 miliardi a cui vanno aggiunti 3 miliardi per scorie nucleari.Difatti gli Usa valutano una centrale nucleare 10 bilioni di $,scorie incluse.Dire che costa 4 miliardi è dire una bugia perchè si conoscono dal Governo finlandese i costi dell’Epr ordinato ad Areva ed oggi superano i 6 miliardi(basta leggere Areva e Governo Finlandia).Chi parla di 4 miliardi è in malafede e forse si sbaglia con il nucleare di 4° generazione LFR piombo che è il migliore progetto al mondo non avvallato in Italia dai Governi per ignoranza sui reattori autofertilizzanti.Calcolai che il progetto LFR piombo non bismuto costava 2 miliardi ma Saglia non volle.
    Il futuro sta nelle rinnovabili e nei carburanti rinnovabili ma occorre stoccarli perchè senza energy storage i costi saltano alle stelle.Difatti il costo di 170 miliardi di ft in 20 anni è insostenibile.Che fare?
    Bisogna stoccare tutte le rinnovabili,ft incluso ed in Giappone è obbligatorio, e quindi si danno contributi solo a chi stocca e non ai furbetti che addebitano a noi i costi di smart grid.Poi si riducono tutti i costi di smart grid che in Italia sono alti perchè non stocchiamo ed abbiamo perdite dal 16% al 40% nelle trasmissioni Terna che non sa stoccare riducendo i costi del 40%.Poi in Italia l’unica rinnovabile prodotta è lo ft ed un po’ di biomasse che sono le peggiori in termini di efficienza.le migliori che sono il vento in mare e l’hydro modulare per ignoranza, vengono trascurate.Faccio un rapido calcolo:nel mio progetto depositato al MSE con 17 miliardi produco 600 GW e/o 70 miliardi di litri di carburanti rinnovabili.Con il nucleare per produrre 600 GW ci vogliono 400 centrali EPR che al costo di 9 miliardi,sono 3600 miliardi.
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.218) 29 marzo 2012 19:38
    Damiano Mazzotti

    Perchè nessuno parla mai dell’energia geotermica? Sapete che l’Italia è il paese con il sottosuolo più ricco di fonti geotermiche più superficiali... Ma chi ci guadagnerebbe a ricavare l’energia elettrica da lì, tranne l’Enel e i cittadini?

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