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Il discredito internazionale dell’Italia: ripercorriamo la via crucis della nostra vergogna

La questione dei marò in India, il blitz inglese in Nigeria, denunciano la misura del nostro discredito internazionale, tanto più grande quanto più è ingiustificato il comportamento dell’India e dell’Inghilterra nei confronti del nostro Paese. Ma il discredito internazionale non nasce all’improvviso, si forma negli anni, per cui attribuire al governo Monti la responsabilità del discredito non ha senso. Monti lo ha avuto in eredità dal Governo PDL/Lega.

Sono tanti i tasselli di questo discredito, e arrivano fino ad oggi. Sono tanti e ci costano tanto in soldi e dignità. Ma per capire se la Lega e il PDL siano legittimati ad accusare il governo, e quanto di insensato e di arrogante ci sia in quest’accusa, occorre andare indietro con gli anni e ripercorrere la via crucis della nostra vergogna.

La legittimazione deriva da una coerenza comportamentale che non è dato rinvenire nell'ex maggioranza, che anzi è stata ed è responsabile del discredito internazionale dell’Italia; uno dei fattori determinanti è la catastrofica crisi economica del Paese. Chi ha distrutto il credito e la stima di cui godeva il nostro Paese nel mondo non può accusare gli altri di produrre discredito, non ne ha titolo e non è credibile.

E come non ricordare le accuse prima, la satira poi e le risatine dei media e dei leaders stranieri, per i bunga bunga, i baciamano a Gheddafi, i cucù, per i 314 parlamentari della maggioranza, che davanti al mondo intero, hanno detto che Ruby era la nipote di Mubarak e votato per le leggi ad personam.

Che vergogna!

Un prestigio internazionale ridotto al lumicino, ha consentito ai nostri partners europei di calpestare i nostri interessi in sede internazionale. E’ accaduto per i nostri interessi in Libia dove siamo stati soppiantati dalla Francia nella partnership economica con questo Paese, e per quelli in Europa, dove abbiamo dovuto subire le decisioni dei Paesi come Germania e Francia. E mentre i nostri alleati ci deridevano, è intervenuta la crisi finanziaria.

Tutto ciò avrebbe dovuto indurre i due partiti che componevano la maggioranza ad una maggiore prudenza, se non altro per il rispetto dovuto agli italiani che, per loro condotta, avrebbero dovuto scontare un aggravio di spese, rispetto a quelle della manovra Monti. Ma quale prudenza. Imperterriti continuavano nella disinvolta gestione dell’economia del nostro Paese.

I primi segni della crisi iniziarono alcuni anni fa, ma per il Governo andava tutto bene, non c’erano problemi. Mentre gli spreads salivano e la borsa andava giù, il Presidente del Consiglio parlava di ristoranti e teatri pieni. E Tremonti assicurava che non c’erano pericoli per la nostra finanza. A nulla valsero gli avvertimenti dell’opposizione, e di taluni economisti. E già questo intaccava il credito internazionale del nostro governo, e di quella parte del Paese che si beveva, senza fiatare, le sciocchezze che dal governo provenivano.

Intanto, mentre la borsa affondava, e l'Unione Europea sollecitava misure anticrisi, a Montecitorio si discuteva delle intercettazioni, della legge Alfano, dei ministeri al nord. C’era da salvare il Cavaliere dai processi e dare a Bossi un qualche contentino per recuperare i voti leghisti in libera uscita; allora non si poteva perdere tempo con la crisi. Per giustificare questa inerzia, si negava la crisi.

E ciò non è stato il frutto di un errore di valutazione, ma l’effetto inevitabile di chi dava la precedenza ai propri interessi rispetto a quelli del Paese, agli interessi processuali ed elettorali, rispetto alle sorti dell’economia nazionale. Se non ci fosse da piangere, un'incontenibile risata dovrebbe sommergerli. Comunque il risultato di questa inerzia gestionale, è stato il ritardo con cui è stata affrontata la crisi.

Ha ragione il Presidente della Repubblica Napolitano: quando i provvedimenti arrivano in ritardo, diventano più pesanti di quelli che sarebbero stati, ove fossero stati presi in tempo.

Quanti soldi, in termini di spread e quindi di maggiori interessi che gravano sui BTP, ci è costato questo ritardo?

E quanta inaffidabilità e discredito internazionale ci è costata la condotta dei nostri governanti? Un'inaffidabilità che ha indotto la BCE a dettarci il programma di Governo e l'UE a sostenere tale posizione. Il discredito internazionale: è questa l’eredità di Bossi e Berlusconi. Ma tutto ciò non è bastato ai due partiti.

Oggi, con il rifiuto di Alfano di incontrare il Presidente del Consiglio, per non parlare di Rai e giustizia, si sferra un attacco a Monti, nel tentativo di condizionarlo. Gli uomini che hanno supportato l’uomo del cucù e del bunga bunga, accusano Monti di aver procurato all’Italia il discredito internazionale. E così si rinnova imperterrito il nostro discredito, e con esso il rischio di un aumento dello spread.

Ha ragione Monti quando ci dice che il costo della politica è il sacrificio degli interessi del Paese sull’altare degli interessi elettorali, ma questa proposizione non è esaustiva. Il costo della politica è anche il sacrificio degli interessi del Paese, sull’altare degli interessi economici e processuali di taluni laeders. Basta pensare agli introiti derivabili dall’asta sulle frequenze e al fattore competitivo giustizia, sacrificati sull’altare dell’interesse aziendale e processuale del cavaliere.

E così andiamo avanti, mentre l’India non riconosce la nostra giurisdizione per l’episodio dei i due marò e la Gran Bretagna fa un‘operazione militare che porta alla morte un nostro connazionale, senza neppure avvisarci.

E come può essere diversamente, quando il più grande partito della maggioranza, invece di aiutare il Governo in questa difficile circostanza, lo indebolisce; quando due formazioni politiche del Parlamento, invece di mantenere un comportamento sobrio e rigoroso nel rispetto dell’etica politica, fanno tutt’altro.

La difesa ad oltranza di Dell’Utri, Cosentino e Romano indagati per mafia, la prescrizione per l’affare Mills che non è condanna giudiziaria, ma certamente condanna politica, la difesa ad oltranza di Boni indagato per corruzione sono fatti che non passeranno inosservati sulla scena internazionale e segneranno un allungamento del nostro purgatorio.

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