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Il disagio di una morte sul lavoro

La sicurezza sul lavoro non è mai stata una priorità con il Governo Berlusconi: il Premier era impegnato a salvarsi dall’attacco della giustizia che definiva ad orologeria. Una delle eredità che ci ha lasciato riguarda proprio il ruolo dei giudici: se condannano personaggi in vista, Berlusconi piuttosto che Sallusti, è perché sono influenzati da ideologie comuniste. Passa il concetto che loro non commettono reati e chi fa le indagini è un perfetto cretino, anche se il reo viene colto in flagranza di reato.

In tutti questi passaggi, che sanno poco di democrazia e molto di anticostituzionale, l’informazione ci mette molto del suo: altra eredità che ci trasciniamo da novembre dello scorso anno. Il leitmotiv è Beppe Grillo. Quindi fra un servizio giornalistico e l’altro per screditarlo o per travisare parole e fatti, le televisioni continuano a disinformare.

La notte dell’11 novembre Giorgio Monti, operaio di 44 anni, è morto all’aeroporto di Fiumicino. L’uomo è rimasto schiacciato tra il portellone e la piattaforma per lo scarico dei bagagli. Giorgio non doveva essere lì, forse c’è stato un guasto ed è dovuto scendere dal mezzo che guidava. I colleghi il giorno dopo hanno scioperato creando disagio, l’unico modo per avere un po’ di attenzione. Il Tg1 ha dato la notizia perché i passeggeri erano infuriati per i ritardi, il giornalista che ha fatto il servizio e la conduttrice, una delle promosse da Berlusconi per aver omesso in passato fischi e contestazioni, non si sono posti nemmeno una domanda: perché è morto? Vengono omesse le misure di sicurezza? Sono a rischio i passeggeri? Chi sono i responsabili della morte? Gli operai vengono ricattati se si lamentano di lavorare in condizioni insicure? 

Si parla di morti sul lavoro solo se crolla una palazzina a Barletta e muoiono 5 donne che lavoravano a nero, se crolla il palco di Jovanotti o di Laura Pausini, ma secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna dal 1° gennaio di quest’anno ad oggi sono morti 559 lavoratori (oltre mille se si contano gli incidenti sulle strade e gli infortuni in itinere). Chi governa nel corso degli anni si è assicurato alcuni privilegi e buttiamo dalla finestra ogni giorno milioni di euro per: vitalizi, pensioni senza aver mai lavorato grazie a leggi ad hoc come la Legge Mosca, rimborsi elettorali.

Dopo oltre quarant’anni di lavoro per Mario Rossi la pensione non c’è, che muoia pure sul lavoro: il processo si prescriverà ed il risparmio sarà assicurato! Severino docet: “Le condanne sono eccessive quando l’incidente è dovuto a scelte imprevedibili dell’infortunato”

Tecnico o politico di professione nessuno lancia la proposta: prescrizione mai per le morti sul lavoro in una Repubblica fondata sul lavoro.

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