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Il denaro dei Bin Laden è più sacro della Mecca

Nei giorni scorsi i media hanno diffuso le immagini dell’orologio più grande del mondo, appena costruito alla Mecca, riferendo delle ambizioni saudite relative alla speranza che l’ora scandita dal gigantesco orologio, il tempo della Mecca, possa un giorno sostituire sostituire quello scandito al meridiano zero di Greenwich come tempo di riferimento per l’intero pianeta.

Ma la storia dell’orologio è solo una piccola parte della storia del progetto immobiliare del quale fa parte, l’orologio è infatti l’elemento che valorizza un enorme complesso immobiliare e che serve più che altro a distrarre media e opinioni pubbliche da quello che molti è sembrato un vero e proprio sfregio dei luoghi santi dell’Islam portato in nome del dio denaro.

Il complesso, denominato Abraj al-Bait ("Le torri della Casa" intesa per la casa dell’Islam) e realizzato dal Saudi Binladin Group, che fa capo alla famiglia di Osama Bin Laden (com’è conosciuto da noi), è infatti un enorme insieme di altissimi edifici destinato a fare letteralmente ombra al luogo più santo dell’Islam, essendo piazzato a Sud della Masjid al-Haram, la più grande moschea del mondo che ospita la sacra Kaaba, la pietra nera oggetto principale dell’Haj, il rituale pellegrinaggio che ogni buon musulmano dovrebbe praticare almeno una volta nella vita. Solo un strada lo separa dalla moschea.

Alla massiccia torre che ospita l’orologio; che con i suoi 601 metri è l’edificio più alto del mondo dopo la torre recentemente inaugurata a Dubai, ma il primo edificio al mondo per la massa; si affiancano altre sei torri alte 250 metri e una serie di edifici che raggiungono quasi i 100. Per la loro costruzione è stata spianata una collina e demolito l’antico forte di origine ottomana, costruito nel diciottesimo secolo a protezione dei luoghi santi.

Considerando che il pellegrinaggio rituale non impone solo la visita alla Kabaa, ma anche la visita ai luoghi tra La Mecca e Medina che hanno segnato i momenti topici della vita, dell’illuminazione e della predicazione di Maometto e che ogni buon musulmano è chiamato a godere dell’atmosfera mistica dei luoghi che hanno ispirato il profeta, è più che evidente che il progetto immobiliare con la sua invadenza abbia distrutto qualcosa di più del panorama e dello skyline della citta santa. Anche perchè il complesso è bruttino e molto lontano dai tradizionali canoni dell’architettura islamica, ricordata solo dalla presenza di una mezzaluna in cima alla torre dell’orologio, che peraltro assomiglia molto a quella del Big Ben londinese.

Tra le polemiche non è mancato chi ha letto nello scoppio di due incendi che hanno colpito il complesso durante la costruzione, il segno di un’opposizione divina e neppure chi ha notato come, se gli edifici dovessero un giorno crollare, in una tragica riedizione del 9/11, i detriti potrebbero distruggere la sacra pietra nera e la moschea.

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In tutta evidenza c’è di che distrarre i pellegrini anche durante il momento più sacro del pellegrinaggio, quello che prevede l’avvicinamento alla Kabaa e l’incombere delle enormi strutture sulla moschea ha urtato più di una sensibilità islamica. Un problema non indifferente per la monarchia saudita, che deve il suo enorme potere quasi esclusivamente alla funzione di custode dei luoghi santi e che già gode di una pessima reputazione presso la comunità islamica.

L’orologio assolve quindi la funzione di distrazione delle polemiche e grazie alla straordinaria complicità che i media mainstream offrono da sempre alla monarchia saudita si può dire che il piano sembra per ora funzionare. Le polemiche non hanno raggiunto dimensione e diffusione planetaria e risultano del tutto sconosciute al di fuori della comunità islamica e pure a gran parte dei musulmani, che devono ancora prendere coscienza di quanto sia accaduto nella realtà. Le immagini diffuse dai circuiti internazionali hanno infatti mostrato solo l’orologio e i media per ora si sono concentrati sulla sua realizzazione, sottolineandone la grandiosità e lo scopo di promuovere l’ora "islamica".

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Resta da verificare l’effetto che la nuova ciclopica costruzione avrà sui pellegrini e se il grande orologio e la pretesa esigenza di ospitare sempre più visitatori (che si poteva sicuramente assolvere in altra maniera, con costruzioni diverse e meno impattanti) saranno argomenti sufficienti a soffocare l’impressione che si tratti di un sacrilego monumento al denaro, più che di un’opera che onora l’Islam e ne nobilita i luoghi più sacri.

Non aiuterà di sicuro il fatto che gli edifici siano destinati ad ospitare residenze e hotel di lusso a pochi metri da un luogo nel quale i fedeli devono accedere vestiti solo con un telo bianco a significare l’uguaglianza dei credenti di fronte a Dio. Milioni di modesti pellegrini e religiosi islamici non potranno fare a meno di posare gli occhi sull’enorme complesso sovrastante e di pensare che quell’uguaglianza finisce appena al di là della strada, dove le ragioni di Dio già cedono il passo all’avidità degli uomini.

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