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Il consulente scientifico della Regina: "cambiare i modelli di consumo prima del 2030"

Professor Sir John Beddington - Discorso a SDUK 2009

Professor Sir John Beddington, capo consulente scientifico del governo di Sua Maestà Regina d’Inghilterra, al convegno "GovNet SDUK09" :

Ho parlato qui lo scorso anno del problema della crisi alimentare e il dilagare dell’aumento dei prezzi dei prodotti che sono stati spinti, a quanto pare, dalla crescita della popolazione e dell’uso di biocarburanti e così via.

Quello che voglio dire oggi è che vi è stata un’inversione di marcia rispetto all’anno scorso ma, la domanda è: possiamo stare tranquilli?

Il primo problema è che abbiamo veramente una questione di rilievo di cui parlare. Questo grafico rende un po’ più facile la spiegazione. Ci mostra il rapporto tra la nostra riserva alimentare e il nostro consumo.

Quello che si sta dimostrando è che l’anno scorso abbiamo avuto il più basso livello di riserve in proporzione al consumo negli anni passati, a partire dal 1970.
In realtà è stato raggiunto un record negativo quest’anno.

Ciò significa che abbiamo qualche riserva pari a circa il 14% del nostro consumo che, in una situazione di crisi internazionale, comporta la possibilità di distribuzione dei generi alimentari per 38 giorni nella nostra nazione.

Come potete vedere dal grafico, è il livello più basso che abbiamo effettivamente mai avuto. E’ un problema? Beh, la risposta è sì, sarà un problema.

Abbiamo visto il picco del cibo nel mondo, l’anno scorso. I prezzi sono saliti di qualcosa dell’ordine del 300%, il riso è addirittura aumentato del 400%, abbiamo visto disordini alimentari, grandi disagi per i più poveri nel mondo. Le organizzazioni come il Programma alimentare mondiale dell’ONU, non hanno avuto sufficiente denaro per acquistare cibo sul mercato aperto per l’alimentazione dei più poveri del mondo.

Quindi questo è un grave problema. Nel grafico, potete vedere il catastrofico declino delle nostre riserve avvenuto nel corso degli ultimi cinque anni. Non stiamo ottenendo una crescita delle riserve del cibo, non siamo in grado di garantirci una riserva.

E così, ciò che mi aspetto si verifichi, è una notevole volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari con problemi che ne conseguono, in particolare, per i più poveri. Quali sono le linee di guida? Ho intenzione di esaminarle molto brevemente.

La crescita della popolazione. Entro il 2030, la popolazione mondiale aumenterà da poco più di sei miliardi che è attualmente, a circa otto miliardi e più. Che cosa effettivamente accadrà a questa popolazione extra?

Vi è una tendenza che insieme all’aumento della popolazione potrà creare dei problemi. Si tratta della questione dell’urbanizzazione.

Ora, come si può vedere nel grafico, il primo crossover si avrà già nel 2009, quando per la prima volta la popolazione urbana supererà la popolazione rurale in tutto il mondo. Questa tendenza proseguirà fino al 2030 quando di nuovo ci sarà un altro dato, per cui entro il 2030, la popolazione urbana sarà sostanzialmente superiore alla popolazione rurale a tutti gli effetti. Di conseguenza, ci saranno questioni importanti a cui bisognerà porre rimedio. L’utilizzo del territorio sarà tra i principali problemi per la fornitura del cibo, dell’acqua e dell’energia alle grandi aree urbane.

Ora, l’altra tendenza che in realtà è buona è che, nonostante la recessione globale, porzioni significative del mondo in via di sviluppo sono in movimento dalla miseria alla classe media.

Questo dato è sensibile in particolare in India e in Cina. Vi ricordo che l’ascesa in questione era uno degli obiettivi dei programmi di sviluppo umano stabiliti per il millennio passato. Come si muove il mondo dalla povertà ancora esistente, senza un radicale cambiamento dei modelli di consumo?

Io, da un pò di tempo, sto trattando alcune questioni, in particolare, sto andando a vedere gli effetti di un aumento della domanda per i prodotti alimentari nel mondo. Guardando la domanda di cibo, si nota che tra i grandi cambiamenti in corso, un dato in particolare riguarda la domanda per i cibi a base di carne e per i prodotti da latte. Non è solo l’Occidente che sta facendo questo, la domanda cresce in gran parte nel mondo in via di sviluppo che si muove da una dieta molto semplice ad una dieta più complessa come è la nostra e quindi, su prodotti agricoli siamo destinati alle situazioni più complesse, compresi i capi di bestiame.

Questi sono obiettivi perfettamente legittimi e ragionevoli da raggiungere per i paesi che si spostano da una povertà assoluta verso un miglioramento delle loro condizioni di vita e di alimentazione, ma noi dobbiamo guardare al futuro con molta attenzione.

Chiaramente, ci sono problemi anche sull’individuo che all’interno del Regno Unito consuma troppo. Se non procediamo con una cambiamento dei modelli di consumo, questi problemi si aggraveranno. Se non riflettiamo su fino a che punto una dieta ad alta produzione di energia può influire sul mondo, avremmo seri problemi ovunque. Quando si mangiano le grandi bistecche! Qualcuno mi ha dato l’indicazione che, mangiare una grande bistecca come pasto, è pari alla produzione di CO2 come quando uno guida un grande Range Rover da Londra a Birmingham. La prossima volta che siete seduti davanti alla vostra bistecca e patatine fritte, pensateci sopra!

Nel 2030, la domanda di cibo sarà aumentata di circa il 50% nel mondo. Ma possiamo farcela?


Vi è un grande problema per garantire la sicurezza alimentare per il 2030. Abbiamo di fronte il problema di dover produrre il 50% in più in 21 anni.
La seconda questione su cui voglio concentrarmi è la disponibilità di acqua dolce e potabile. Nel grafico vediamo che, per il momento, l’acqua dolce disponibile pro - capite della popolazione mondiale è di circa il 25% di ciò che è stata nel 1960.


Per darvi un’idea dell’effetto causato da questo, vi dico che ora ci sono enormi carenze in alcune parti del mondo. La Cina, due settimane fa, è stata coinvolta in seri disagi per affrontare una situazione di siccità. La Cina ha qualcosa come il 23% della popolazione mondiale e l’11% di acqua del mondo.

Notiamo ancora che, l’uso massiccio di acqua in agricoltura, in particolare nel mondo in via di sviluppo, o in qualcosa tipo il 70% di esso, determina una situazione per cui uno su tre è già di fronte alla penuria di risorse idriche, mentre per il totale della domanda mondiale di acqua, è previsto un aumento del 30% entro il 2030.

Dunque, abbiamo una aspettativa di aumento della domanda del 50% per il cibo e abbiamo una aspettativa di aumento della domanda per l’acqua del 30%, tutto entro il 2030.

L’emergenza del mondo da qui al 2030 sarà il problema della sicurezza alimentare e idrica globale. Le cifre rosse sono dove c’è vero e proprio stress idrico (si tratta di una previsione di stress nel 2025, un po’ prima del 2030).

La nomina di Steven Chu al Dipartimento di Energia da parte di Obama è la nomina di un nobile laureato in fisica che 10 giorni fa ha parlato di problemi del cambiamento climatico e la penuria d’acqua. Il giovane ha fatto una dichiarazione che trovo davvero mozzafiato. Ha detto: "la California non sarà più in grado di produrre prodotti agricoli entro i prossimi 25 anni e ho seri dubbi circa la sostenibilità delle città californiana in termini di capacità di fornire acqua, a meno che non vi sarà qualche serio investimento in infrastrutture e un cambiamento del modello di vita che causa gravi cambiamenti climatici".

Ora, vorrei concentrarmi sull’energia. Il grafico mostra che l’anno scorso, per la prima volta, la domanda del resto del mondo ha superato la domanda di energia dell’OCSE. La sfumatura in verde rappresenta il resto del Non-OCSE e l’ombreggiatura arancione rappresenta la Cina e l’India. Come potete vedere, l’enorme effetto che si avrà, non è altro che un effettivo e ulteriore aumento della domanda di energia intorno al 50%, sempre entro il 2030.

Abbiamo anche la questione importante del cambiamento climatico. Ci sono le possibilità di un aumento di due gradi della temperatura globale. I ghiacciai tropicali hanno già iniziato a sciogliersi. Il governo cinese ha riconosciuto l’effettività di questo rischio e ha annunciato che sta costruendo 59 serbatoi sotterranei giganti per prendere l’acqua dai ghiacciai che si fondono nella provincia di Xinj Yang.

Bisogna contemplare la realtà e affrontarla.

Questa che vediamo è una diapositiva che riguarda il ghiaccio artico. La sfumatura di colore blu indica la variazione intorno alle valutazioni IPCC; la linea rossa indica l’effettiva osservazione recente del livello del ghiaccio nell’Artico.
Proprio ieri sono stato ad una conferenza sul ghiaccio artico al Royal Society. E’ stato presentato un documento da Wang e Overland, che mostra come, entro il 2030, l’Artico sarà privo di ghiaccio in estate.

L’altro settore che veramente mi preoccupa è il grado di acidificazione degli oceani. Questo grafico dimostra quale è stato il grado di acidità degli oceani 25 milioni di anni fa. Conoscere il livello di emissioni di CO2 in atmosfera e conoscere il livello di interazione che si verifica tra questo e l’oceano, ci indica ciò che sta per accadere. Quanto sta per accadere può essere un po’ inferiore rispetto alle previsioni, ma non è questo il punto, il punto è che certamente entro il 2030, il sistema degli oceani, avrà cambiamenti in termini di acidità estremamente problematici.

Quando questo è avvenuto circa 25 milioni di anni fa, ci furono grossi problemi in ordine di estinzione di un gran numero di specie di abitanti del mare. I settori che saranno più duramente colpiti da questo, saranno le barriere coralline. Queste forniscono importanti proteine a circa un miliardo di persone sulla terra. Il problema è che ci sono un miliardo di persone che dipendono dalla barriera corallina per il cibo.

Ci sono ancora enormi incertezze sul futuro. La siccità è in corso da qualche tempo nel Sahel. Quando ci sarà una pausa? Le significative emissioni di CO2 quando si fermeranno? E i cambiamenti delle precipitazioni? Sappiamo che il cambiamento del modello climatico è già in corso ma cosa prevedono questi per l’Africa e l’Asia?

I monsoni sono estremamente importanti per l’alimentazione delle popolazioni delle vaste parti del mondo in via di sviluppo. Come potremo garantirne ancora la fattibilità? Saranno indeboliti o si rafforzeranno? Qual è l’effetto del scioglimento dei ghiacci? Tante sono le nostre incertezze e sappiamo che le nostre capacità di analisi del cambiamento climatico dei nostri giorni, non ci permettono di rispondere a queste domande. 

I biocarburanti sono un altro problema. Bisogna cercare di rendere i trasporti più ecologici. Ma ci sono grossi problemi per l’uso delle scorte alimentari per produrre i biocarburanti e queste sono questioni attinenti alla sicurezza alimentare.

L’acqua in particolare è attualmente un bene libero. Ma con ulteriore urbanizzazione a cui stiamo assistendo, è inimmaginabile che l’acqua sarà gratuito per i poveri agricoltori del mondo. Le città avranno più potere d’acquisto e più potere politico quindi le popolazioni migrano verso le città a causa della penuria d’acqua e così via.

Anche la Casa Bianca riconosce questi problemi. La retorica di Obama sulle questioni di cui abbiamo parlato è straordinaria. "E’ importante ascoltare ciò che gli scienziati hanno da dire, anche quando è scomodo anzi, soprattutto quando è scomodo". Investimenti significativi giungeranno al campo della scienza e della tecnologia. Il livello di consulenza scientifica che si sta vedendo in America non è paragonabile con ciò che avviene realmente in Europa.

In America, ci sono tre alti scienziati, due scienziati senior executive, il consiglio dei consulenti per la scienza e la tecnologia. Nel Regno Unito, abbiamo 17 consiglieri scientifici, abbiamo un capo gruppo di consulenti scientifici che è di piombo, e c’é un consiglio per la scienza e la tecnologia, compreso un nobile o due, che forniscono consulenza al primo ministro.

Guardate ora l’Europa. Non vi è alcun capo consulente scientifico per la Commissione. A parte l’Irlanda e il Regno Unito, non ci sono sommi consiglieri scientifici negli Stati membri. Al massimo la consulenza scientifica avviene principalmente in un gruppo di lavoro a livello di comitati consultivi. L’eccezione è il Centro comune di ricerca. La loro assenza è dovuta al fatto che non sono utili ai politici e che in realtà sono considerati incredibilmente scomodi.

Abbiamo bisogno del resto dell’Europa. Abbiamo bisogno di andare avanti in modo cooperativo. La cooperazione e non la concorrenza, è la strada.


Fonte: www.govnet.co.uk
 

Commenti all'articolo

  • Di Paolo06 (---.---.---.203) 10 aprile 2009 16:43

    In Italia bisogna sperare che o Berlusca o Bertolaso abbiano qualche parente o amico o dipendente in grado di dare consulenze scientifiche attendibili e che poi sia l’uno che l’altro, abbiano voglia di ascoltarle.
    Dubito fortemente di questo che altrimenti non staremmo nemmeno lontanamente pensando alla costruzioni di centrali nucleari.

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