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Il concerto di Capodanno del Teatro La Fenice

Volti sereni e soddisfazione palese durante la conferenza stampa di presentazione dell’importante appuntamento di inizio d’anno. 

Il volto sorridente e i modi rilassati del Sovrintendente e Direttore Artistico Fortunato Ortombina nel presentare la XXI-esima edizione del Concerto di Capodanno del Gran Teatro La Fenice di Venezia, hanno sinteticamente rivelato l’ottimo stato di salute attuale del Teatro.

Alla sua destra il Maestro Fabio Luisi (Genova, 17 gennaio 1959), invitato per la terza volta a dirigere il concerto di Capodanno (dopo il 2016/17 e il 2021/22) ; poco più in là i cantanti protagonisti, la soprano Eleonora Buratto (Sustinente, Mantova, 21 dicembre 1982) e il tenore Fabio Sartori (Treviso, 1970). Alla sua sinistra Francesca Nesler, RAI Cultura, coordinatrice per la Musica Colta e il Direttore amministrativo Andrea Erri.

Nel suo intervento, Il Sovrintendente ha esordito ricordando che nel 2024 ricorrono :

1. il centenario dalla morte di Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) ;

2. i 70 anni dalla prima trasmissione televisiva della RAI (3 gennaio 1954).

In seguito ha chiesto ai cantanti di raccontare le loro sensazioni.

Eleonora Buratto si è detta onoratissima di cantare a Capodanno (è un concerto che desideravo da tempo e che tutti gli anni guardavo alla TV in compagnia dei miei genitori) e nello stesso tempo felice di debuttare in questo storico Teatro.

Fabio Sartori ha confermato quanto detto in precedenza da Ortombina (è nato alla Fenice) : ho iniziato a cantare qui nel Coro facendo la gavetta e debuttai nel 1996 in una “Boheme” di giovani. La Fenice mi ha portato una grande fortuna. Sto facendo “Madama Butterfly” a Genova, diretta da Fabio Luisi. Peccato che facciamo poche cose con Eleonora. Ricordo un “Requiem” di Verdi alla Scala, diretto da Riccrdo Muti.

Ancora Ortombina : “Fabio sarà alla Fenice a settembre, per interpretare Calaf in Turandot

“La Fenice raggiunge il pubblico in ogni parte del mondo. I biglietti in vendita si esauriscono in breve tempo. E’ un’occasione per parlare dello stato di salute della musica e del pubblico, che dimostra sempre più affezione a questo repertorio”. Spiegando come siano molte le attività in cui il Teatro è impegnato, si è detto sorpreso e, ovviamente, felice della presenza del Presidente della Repubblica alla prima della stagione lirica (non era mai successo).

Soffermandosi ancora sul pubblico, ha detto che dopo la pandemia, considerata come anno zero/spartiacque, il pubblico è sempre più vario.

Le riflessioni di Fabio Luisi.

Il nostro lavoro, che ha un’importanza sociale, ha il punto d’arrivo nel momento del concerto.

Il nostro compito è quello di riunire le persone che vogliono fruire della musica.

A poco a poco stiamo tornando al Pre-Covid. Ma il Covid ci ha aiutato a riflettere. Molti di noi avevano una certa routine. Durante il Covid ci siamo resi conto di quanto ci mancasse presentarsi al pubblico. Noi lavoriamo per dare, fondamentale per noi e per coloro a cui diamo.

La pandemia ha innescato uno scatto di serietà, ci ha portato questo momento di riflessione molto importante.

Il Sovrintendente ha confermato i concetti di Luisi. Fare bene la musica non basta. Bisogna pensare che la si fa espletando un servizio. Fare bene la musica è un dovere assoluto. Bisogna cercare di portarla il più vicino possibile alla gente. La Fenice è un teatro fatto di tante persone, ognuna delle quali fa il suo lavoro benissimo.

Ortombina si è quindi soffermato sull’omaggio ai primi 70 anni della RAI, attraverso l’esecuzione delle sigle di alcuni programmi storici e delle musiche di scena di due fortunati sceneggiati, Il giornalino di Gian Burrasca (1964), autore delle musiche Nino Rota ; Le avventure di Pinocchio (1972), autore delle musiche Fiorenzo Carpi.

Francesca Nesler ha allora preso la parola, rivolgendosi ad Ortombina : Tu parlavi di un dovere nel far bene la musica per portarla al pubblico. Anche noi vogliamo portare la vostra qualità nel miglior modo possibile attraverso i nostri sistemi (gli strumenti tecnici). Ha poi ricordato che il concerto di Capodanno è l’ultimo di una serie di impegni, ma anche il primo, perché iniziamo a lavorarci da gennaio. Abbiamo chiesto di celebrare i 70 anni della televisione, ma voglio ricordare che nel 2024 ricorrono anche i 100 anni dalla nascita della Radio.

Riguardo la medley dei programmi televisivi, sono stati recuperati gli arrangiamenti originali delle vecchie sigle dell’orchestra sinfonica nazionale della RAI.

Nella diretta televisiva, come al solito della seconda parte del concerto, su RAI 1 a partire dalle 12 e 20, ci saranno anche delle coreografie di Frédéric Olivieri, danzate dagli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, giovani ragazzi entusiasti.

Nell’ordine : 1. La sigla di testa, dedicata alle sette arti, tutte rappresentate a Venezia ; 2. L’omaggio ai 70 anni della televisione italiana. Che spettacolo la TV ; 3. La danza delle ore dalla Gioconda di Amilcare Ponchielli.

Detto che la regia televisiva è di Fabrizio Guttuso Alaimo, la Nesler ha ringraziato la Squadra 1 di Milano e ha ricordato che la piattaforma Arte manderà in onda il concerto alle 18 e 30 per i Paesi franco-tedeschi ; RAI 5 riproporrà in differita la seconda parte alle 17 e 15.

Il concerto si ascolterà interamente il 1° gennaio alle 20 e 30 su RAI Radio 3 e su RAI 5 giovedì 8 febbraio alle 21 e 15.

L’evento è realizzato in coproduzione con RAI Cultura e in collaborazione con Regione del Veneto, Arte e WDR, e con il contributo di Cipriani Food Venezia 1931 e Zafferano, che agli spettatori del 1° gennaio offriranno, rispettivamente, un panettone e una coppia di flute.

Quattro i concerti previsti : il 29 dicembre alle 20 (che ha subito un’interruzione tra la prima e la seconda parte a causa di un allarme incendio rivelatosi infondato) ; il 30 alle 17 ; il 31 alle 16 ; il 1° gennaio alle 11 e 15.

Prima di lasciare lo spazio conclusivo al Direttore Generale, Ortombina ha chiesto ai cantanti quale compositore, potendo sceglierne solo uno, si porterebbero su un’isola deserta.

Pur rispondendo che un nome solo è troppo poco, la Buratto ha risposto VERDI, un scelta approvata anche da Sartori, perché per il mio modo di cantare preferisco Verdi e Puccini.

Andrea Erri, il volto ilare, in vena di battute, ha ricordato, trevigiano anch’egli, l’amicizia con Sartori, risalente al 1990.

Si esibì alla festa per il 25esimo anniversario di matrimonio dei miei genitori, in divisa da militare, perché alle 11 aveva il contrappello.

Quanto al bilancio, quello di quest’anno ha superato di 800 mila euro quello del 2022 : 7.400.000 euro vs. 6.600.000 euro.

Ho assistito alla prova generale, in un teatro gremito.

Per la prima volta il concerto di Capodanno si è aperto con un lavoro di Johannes Brahms (Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897), la Sinfonia n.2 in Re maggiore, op.73 (1877), in quattro movimenti – allegro non troppo ; adagio non troppo ; allegretto grazioso (quasi andantino) ; allegro con spirito – per una durata di 45 minuti.

Ho notato una direzione elegante, ma decisa, di Fabio Luisi – Direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra ; Direttore principale della Danish National Symphony ; Direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI ; Direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo dal settembre 2022 (e il primo brano ad essere eseguito nel concerto inaugurale dopo l’investitura fu proprio la Sinfonia n.2 di Brahms) ; Direttore onorario del Teatro Carlo Felice di Genova -, il quale non utilizza la bacchetta, preferendo dirigere con ampi movimenti delle mani e con mutamenti di espressione nel volto, forse a sottolineare il carattere della musica in quel momento particolare. A volte si avvicina ai violini e ai violoncelli che confinano con la piccola pedana sulla quale è salito.

Dirige a memoria, senza il sostegno dello spartito.

La Sinfonia fu composta rapidamente, iniziata nell’estate del 1877, durante un soggiorno a Portschach, in Carinzia e completata in autunno a Lichtental (Baden Baden), dove Brahms si era recato per festeggiare il compleanno di Clara Schumann, che così la definì : Ha un tono amabile e al tempo stesso genialmente elaborato. E’ stata spesso avvicinata alla “Pastorale” di Beethoven, anche se l’atmosfera pastorale in Brahms è sempre accompagnata da un’interiore tensione lirica, che rende palpitante i suoi temi, anche nei momenti di più pacata distensione naturalistica (Giacomo Manzoni).

Impeccabile l’esecuzione dell’orchestra, che Fabio Luisi, durante la conferenza stampa, aveva detto di aver trovato in ottima salute, in grado di affrontare uno spartito di non facile approccio.

Mentre gli orchestrali, essendo una prova lavorativa, erano vestiti in maniera casual, il Direttore indossava una camicia bianca con farfallino, calzoni e scarpe nere, denotando una doppia eleganza : nel vestire e nel dirigere.

Dopo una breve pausa, dovuta in parte a cambiamenti tecnici, il secondo tempo, dedicato al bel canto dell’opera italiana, fermi restando i brani conclusivi – il coro degli ebrei Va, pensiero, sull’ali dorate, dal “Nabucco” di Giuseppe Verdi ; l’aria O padre augusto, dalla “Turandot” di Giacomo Puccini ; Libiam ne’ lieti calici dalla “Traviata”, forse il titolo verdiano più famoso – è iniziato con la barcarola corale Alla gioia…Tace il vento, è quieta l’onda, che apre il terzo atto de “I due Foscari” di Verdi, l’ultima opera della stagione fenicea da poco conclusa (dal 6 al 14 ottobre) ; un primo trittico di Puccini, con 1. l’intermezzo strumentale dalla “Manon Lescaut”, in cui si mette in luce il primo violoncello con un gradevole assolo. 2. E lucean le stelle, il recitativo/quasi romanza di Cavaradossi da “Tosca”, ottimamente interpretato da Sartori che riceve grandi applausi, essendoci probabilmente conoscenti e amici in platea che gridano il suo nome (e lui rientra contento e sorridente dietro le quinte). 3. la romanza Vissi d’arte, sempre da “Tosca”, con un’interpretazione accorata che emoziona il pubblico da parte di Buratto, premiata da applausi e molti “Brava!”.

Il Coro, ben istruito dal Maestro Alfonso Caiani, interpreta poi con balda energia Di Madride noi siam mattadori, dal secondo atto de “La traviata”.

A seguire, l’atteso omaggio ai 70 anni della televisione italiana, Che spettacolo la TV, una Medley che in meno di cinque minuti ha inanellato otto brani che hanno trasportato molti presenti ai loro anni giovanili, se non infantili : l’inizio e la fine delle trasmissioni (una versione strumentale del coro finale del Guglielmo Tell, 1829, di Gioacchino Rossini), le sigle del Telegiornale ; di Carosello ; Che tempo fa (le previsioni del colonnello Bernacca) ; Studio Uno (il varietà del sabato sera) ; il tema de Le avventure di Pinocchio (1972) ; Viva la Pappa col pomodoro (Lina Wertmuller – Nino Rota) da Il giornalino di Gian Burrasca (1964) ; la sigla dell’Eurovisione, in uso dal 6 giugno 1954, il Preludio del Te Deum di Marc-Antoine Charpentier (Parigi, 1643 – 1704). Emergono varie sonorità percussive, dai wood blocks allo xilophono, poco presenti negli organici strumentali della musica classica.

Penetrano fin dentro l’anima le note del Coro a bocca chiusa da “Madama Butterfly” di Puccini, che precede l’aria assai melodiosa, dalla medesima opera, Un bel dì vedremo, ben interpretata dalla soprano. Da sottolinere la gestualità di Luisi, probabilmente per indicare le variazioni dinamiche.

Da “Turandot”, uno dei brani più popolari e quasi sempre presente nel programma del Capodanno feniceo, Nessun dorma, ennesimo pezzo di bravura di Sartori, l’ultimo da solista, sommerso dagli applausi.

Prima del trittico finale, una gioiosa, ricca di sonorità, Danza delle ore, da “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli (Paderno Cremonese, 31 agosto 1834 – Milano, 16 gennaio 1886), che debuttò alla Scala di Milano l’8 aprile 1876. Il compositore, docente al Conservatorio di Milano, ebbe tra gli allievi anche Giacomo Puccini.

Notizia finale.

La Fenice ha annunciato di aver invitato Daniel Harding (Oxford, 31 agosto 1975), e sarà la sua quinta volta, a dirigere la XXII-esima edizione dei concerti di Capodanno 2024-2025.

Foto Teatro La Fenice/Facebook

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