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Il caso Quarto, ovvero le scelte strategiche del Movimento 5 Stelle

Il caso Quarto non può essere ridotto ad una disputa elettorale con il PD, ad una difesa da attacchi immotivati ed ingiusti di questo partito. Il caso Quarto può essere l’occasione, per il M5S, per affrontare una serie di questioni strategiche, che investono il suo assetto organizzativo e le sue regole: la questione morale nel Movimento e per il Movimento, il meccanismo di selezione delle candidature.

La questione morale. A Quarto si sono verificate infiltrazioni, e pressioni camorristiche. La reazione del movimento, si è concretizzata nella richiesta di scioglimento del consiglio comunale e di dimissioni del sindaco. La signora Capuozzo, che pure ha opposto resistenza, dimostrando la sua onestà, è rimasta al suo posto e allora è stata espulsa. E’ stata espulsa perché per il movimento non basta essere onesti, occorre apparire onesti. Sembra una posizione politica senza senso. Non ha senso rimuovere una persona onesta per apparire onesti. E’ una manovra per guadagnare voti?

Non si tratta di gestire l’apparenza, in funzione elettorale, di fare un atto dimostrativo per ottenere consensi. Si tratta della coerenza ad una linea politica, e di rispetto delle regole, che superano l’onestà personale di ciascuno, che ricopra una carica pubblica.

I voti di Quarto al movimento erano inquinati dalla camorra, e ciò contrasta con la regola che impone al Movimento di non accettare i voti mafiosi. La richiesta di dimissioni del sindaco e di scioglimento del consiglio comunale di Quarto deriva dal rispetto di questa regola e dalla necessità di una risposta forte alla camorra. E per altro verso, se il sindaco ha ricevuto un ricatto e non ha denunciato si tratta di sanzionare una responsabilità politica conseguente a questa omissione.

L’espulsione è la sanzione per questa responsabilità, per la violazione di una posizione politica del direttorio. Responsabilità e violazione che rendono incompatibile la presenza della signora Capuozzo nel movimento.

Il meccanismo di selezione dei candidati. Le infiltrazioni mafiose, sono sempre possibili in tutti i partiti. Il problema è la selezione dei candidati. Nel M5S la scelta dei candidati da parte degli elettori non scongiura le infiltrazioni mafiose, il voto camorristico. Il caso Quarto ne è un esempio. Che cosa si può fare? E’ necessario forse predisporre un filtro, che eviti la pesca a strascico in cui si possono impigliare personaggi disonesti o amici dei disonesti.

Una funzione di filtro che può essere assolta dal direttorio del partito che seleziona preventivamente una rosa di nomi fra i quali gli attivisti scelgono. Ma tutto questo non basta, perché fondamentale è la conoscenza del territorio.

Allora è necessario riflettere sull'opportunità di un'articolazione territoriale di questo organismo che garantisca la presenza in esso di soggetti, che per le loro origini e le loro frequentazioni contribuiscano ad una migliore consapevole selezione dei candidati da sottoporre al voto degli attivisti. 

Foto: wikimedia

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