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 Home page > Tribuna Libera > Il PD di Bersani: l’usato sicuro

Il PD di Bersani: l’usato sicuro

Il gerontocrate Bersani che pettina bambole e smacchia giaguari, cinguetta in continuazione il suo incondizionato e indomito appoggio al governo Monti votando e facendo votare ai deputati e senatori del PD tutto quello che gli passano i signori del governo. O mangi questa minestra o salti dalla finestra sembrano suggerirgli.

Spianando così la strada tutta in salita, in vista delle primarie di quel partito per la segreteria, al giovane Matteo Renzi, che di grinta e di idee sembra ne abbia da vendere. Il PD di Bersani in combutta con quell'Angelino Alfano, pupillo (forse, questo non si capisce bene), del precedente capo del governo a cui le passioni giovanili, ancora vive nonostante la sua veneranda età, hanno portato per nostra fortuna sua disgrazia, vota e fa votare leggi che rendono sempre più poveri operai, commessi e apprendisti, i dipendenti privati per dirla con una parola, e di conseguenza impoverendo le loro famiglie. Ma non solo, anche i dirigenti, che operai non sono, hanno perso in un anno 1.196 euro mentre gli operai hanno ridotto il salario di 126 euro. 

Ebbene, se è vero che gli stipendi medi degli italiani sono inferiori a quelli della Grecia, essi sono addirittura la metà rispetto a quelli tedeschi. Ma lasciamo perdere queste quisquilie, l'importante è salvare l'Italia, continua a ripetere laconicamente in ogni TG il segretario Bersani. Ma chiediamoci, da persone del popolo, da persone che ogni giorno hanno a che fare con le rette per i figli, le bollette, l'affitto, il mutuo, la rata della macchina, la benzina per produrre quei mille e poco più euro al mese, la spesa al supermercato, le scarpe e i pantaloni e così via, come facciamo a salvere l'Italia se non abbiamo neanche i soldi per campare dignitosamente? Dove può esserci ripresa se pochi hanno i soldi da spendere e tutti gli altri restano a guardare? Segretario Bersani non lo ha mai pensato questo? 
 
Probabilmente è per questo che il PD di Bersani non vuol andare ad elezioni, il lavoro sporco lo lascia fare a questi professori, che sa benissimo saranno mestamente ricordati nella storia repubblicana, dati ISTAT alla mano, come gli affamatori del popolo. Il PD di Bersani è come un ciuco con i paraocchi, solo che al ciuco è impedito di vedere mentre al segretario Bersani no. Ma andiamo avanti: chissà come, ma il di PD Bersani non riesce a far votare le autorizzazioni a procedere contro Cosentino, De Gregorio, Todesco e Milanese. Il PD di Bersani senza battere ciglio alcuno è parte attiva nella lottizzazione dell'AGCOM e si diverte a votare la defiscalizzazione delle tangenti con lo spacchettamento della concussione e, ciliegina sulla torta, il PD di Bersani dice che non può rinunciare all'ultima tranche di quaranta milioni di rimborsi, perché li hanno già spesi.
 
Segretario Bersani ben diceva quando sproloquiava: "Alla fine noi siamo l'usato sicuro". L'unica cosa per cui quelli del PD si sono a suo tempo indignati.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.18) 12 giugno 2012 14:21

    Il PD non è un partito ,è una incrostazione politica e Bersani intristisce solo a guardarlo perché ti fa provare il rimorso di avere creduto che in Italia ci fosse veramente un partito di sinistra .Ma se il nuovo del PD è il logorroico Matteo Renzi ,sintesi del nulla che si traveste di contenuti , allora abbiamo la certezza che presto verranno spazzati via .Se Dio vuole.

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