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 Home page > Tribuna Libera > Il M5s vince a Roma e Torino, il difficile inizia ora

Il M5s vince a Roma e Torino, il difficile inizia ora

Il difficile inizia adesso per il Mov5, ma anche per il PD.

Per il PD, che deve affrontare la frattura interna al partito, il suo distacco dalle periferie e dal popolo di sinistra. Per il Movimento, che deve affrontare le difficoltà del governo e le insidie dei poteri forti. Roma non è Pomezia e Torino non è Livorno.

Ma il buon giorno si vede dal mattino. Raggi e Appendino hanno tranquillizzato i moderati e affascinato un popolo, che non riesce più a tollerare l’arroganza del potere.

Come d’incanto è scomparso il movimento della protesta, ed è nato il movimento della proposta. Vedremo se è nato anche il movimento del governo.

Vedremo se Raggi, Appendino, Di Maio e Diba riusciranno a tagliare quel sottobosco burocratico che è la spina dorsale dei poteri forti, se riusciranno a resistere alle loro insidie e al loro attacco

Il difficile inizia ora. Diba è stato chiaro ieri sera. Sono state chiare Appendino e Raggi.

Il movimento ha bisogno dell’aiuto della gente, in questa battaglia contro i palazzinari le lobby e le banche. Vedremo se gli attivisti e gli elettori resteranno fedeli al movimento, se saranno capaci di lottare.

Senza una piattaforma precisa di valori e di idee è difficile che un popolo partecipi alla lotta. Non basta dire onestà , uno vale uno e i voti via web. C’è bisogno di definire i rapporti tra democrazia partecipativa e rappresentativa in termini equilibrati. La democrazia partecipativa, non si può ridurre ad un fatto digitale, ha bisogno di contatti fisici di sudore e sangue, di organismi che entrano nelle istituzioni di rinnovati contatti di quartiere di scuola e di fabbrica e di precari.

La strada è lunga ed impervia. Si parte dalle amministrative, ma si deve arrivare al governo della nazione,alla costituzione, altrimente queste vittorie non servono a niente.

Il MOV5S ha bisogno anche dell’opposizione in questa battaglia. Sarà il PD, in questa nuova veste, all’altezza della situazione?

Sarà capace di mettere un punto all’arroganza, alla politica dell’annuncio e pensare agli interessi dei romani dei torinesi? Sembra di no.

Il PD, la corte renziana non ci stanno alla sconfitta, non pensano al popolo, ma a conservare il potere.

E allora, invece di qualche riflessione autocritica, su Roma e Torino su come aver cura delle periferie e riconquistarle, su come ricompattare il partito, si rifugiano in valutazioni risibili.

Il voto ha solo un valore locale, il PD non ha perso, ha pareggiato ha conquistato due grandi città Milano e Bologna, come il movimento che ha conquistato Roma e Torino.

Il risultato elettorale, dice Fiano, non è buono, non ammette la debacle e il ruolo della sinistra nelle vittorie di Zedda e Salla.

Giachetti rimane al suo posto mentre si dovrebbe dimettere, perché Roma ha bisogno di un’opposizione, ma a tempo pieno e non dimezzato,

In queste condizioni diventa più difficile per il movimento, di Maio, Appendino, Diba, affrontare da soli, una battaglia più grande di loro.

Davide e Golia. Ma hanno fatto un mezzo miracolo, speriamo che riescano a completarlo per il bene del Paese.

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